2 novembre 2008

Papa Benedetto XVI: "I santi sono persone come noi"


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Papa Benedetto XVI: i santi sono persone come noi

CITTÀ DEL VATICANO

Chi sono i santi? Il Papa cerca di spiegarlo ai cattolici nella festa di Ognissanti, che si è affermata nel primo millennio cristiano. E per spiegarlo ricorre al Vangelo e anche agli spirituals, citando, in italiano, la celeberrima «When the saints go marching in..»; «Quando verrà la schiera dei tuoi santi, oh, come vorrei, Signore essere tra loro».
«Possa questa bella aspirazione – commenta il Papa – aiutare tutti i cristiani a superare ogni difficoltà, ogni paura, ogni tribolazione».
Spirituals a parte, per Benedetto XVI la festa di Tutti i santi, «che si è venuta affermando nel corso del primo millennio cristiano come celebrazione collettiva dei martiri», ravviva nei cristiani «l'attrazione verso il Cielo, che ci spinge ad affrettare il passo del nostro pellegrinaggio terreno». E i santi e i martiri sono persone come le altre, che hanno vissuto seguendo la via delle «beatitudini evangeliche» e «si sono sforzati di percorrerla pur consapevoli dei loro limiti umani».
Non c'è un modello unico di santità, è la riflessione papale, e tutti sono chiamati alla santità: «Visitando un vivaio botanico, si rimane stupefatti dinanzi alla varietà di piante e di fiori, e viene spontaneo pensare alla fantasia del Creatore che ha reso la terra un meraviglioso giardino. Analogo sentimento ci coglie quando consideriamo lo spettacolo della santità: il mondo ci appare come un "giardino", dove lo Spirito di Dio ha suscitato con mirabile fantasia una moltitudine di santi e sante, di ogni età e condizione sociale, di ogni lingua, popolo e cultura». «Ognuno è diverso dall'altro – ha commentato – con la singolarità della propria personalità umana e del proprio carisma spirituale. Tutti però recano impresso il «sigillo» di Gesù, cioè l'impronta del suo amore, testimoniato attraverso la Croce».
«Sono tutti nella gioia – ha sottolineato papa Ratzinger – in una festa senza fine, ma, come Gesù, questo traguardo l'hanno conquistato passando attraverso la fatica e la prova, affrontando ciascuno la propria parte di sacrificio per partecipare alla gloria della risurrezione».

© Copyright Eco di Bergamo, 2 novembre 2008

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