24 settembre 2008

Prolusione del card. Bagnasco: il commento di Aldo Maria Valli (Europa)


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PROLUSIONE DEL CARD. BAGNASCO: TESTO INTEGRALE

La vergogna dell’India e quella dell’Europa e del mondo (Padre Cervellera)

BAGNASCO TIRATA D’ORECCHIE A FAMIGLIA CRISTIANA

La Cei apre sul “fine vita”

ALDO MARIA VALLI

In Italia c’è troppo pessimismo sulla situazione del paese, ma non è con la «pedagogia della catastrofe» che si possono risolvere i problemi.
La richiesta del cardinale Bagnasco è rivolta soprattutto alla stampa. Si guardi con intelligenza al merito dei problemi, il nostro non è un «paese da incubo». Il bisogno di uscire «dalle convulsioni di un certo ritardo sulla via della modernizzazione» è comune, ma questo si può fare «solo se libere intelligenze guardano costantemente al merito delle questioni, con autonomia e indipendenza». Un atteggiamento che i vescovi chiedono «in primo luogo a tutti gli analisti cattolici, perché il loro parlare sia sempre vero e, insieme, interprete di un realismo proporzionato ai fatti, e mai senza speranza».
Famiglia cristiana non è citata direttamente, ma chiaro è il riferimento al settimanale e alle sue prese di posizione politiche. Il cardinale sceglie le parole con cura, attento a non urtare sensibilità, ma i giudizi sono netti e l’analisi della situazione italiana accurata.
Tanti i problemi gravi, specie per le fasce più deboli della popolazione, come le famiglie monoreddito in difficoltà per l’aumento dei prezzi. «Ogni provvedimento di soccorso è utile», ma quelle che occorrono veramente sono misure organiche che diano un minimo di serenità, e bisogna tendere a una maggiore equità sociale, anche con un rinnovato sistema fiscale basato sul quoziente familiare. Le famiglie con lo stesso reddito ma con più figli devono pagare di meno.
Positivo è giudicato il cammino verso un sistema più federalista, un passaggio che ha rilevanza anche culturale oltre che amministrativa.
«Non ci sono tuttavia toccasana prodigiosi ». Se si vuole che il nuovo assetto rappresenti effettivamente un passo avanti per tutti, occorre che ciascun ente faccia un passo indietro per quanto riguarda metodi di spesa «che saranno presto insostenibili». E soprattutto è necessario che «rimanga forte e appassionato il senso della solidarietà e della comune appartenenza a un solo popolo e alla sua storia, preoccupandosi e operando perché nessuna parte, rispetto alle altre, rimanga per strada».
«Scenari più sereni» si profilano in materia di giustizia e scuola. Se sul primo fronte i vescovi incoraggiano «un clima reciprocamente più comprensivo che abbia come obiettivo la domanda, proveniente anzitutto dai cittadini, di una giustizia più tempestiva e funzionante», a proposito di istruzione il presidente dei vescovi benedice le «innovazioni”»e i «recuperi» in corso, attuati per «dare una maggiore credibilità ed efficacia all’istituzione e ai suoi operatori», ma torna anche a chiedere provvedimenti concreti per un effettiva libertà di scelta delle famiglie all’interno di un sistema «paritario e integrato in cui ad emergere siano le diverse opportunità in vista di abilità giovanili obiettivamente più apprezzabili ».
Circa l’immigrazione, Bagnasco sottolinea «i segnali di contrapposizione anche violenta » che stanno emergendo e chiede che non siano sottovalutati. Ricordiamo che anche gli irregolari sono sempre nostri fratelli. Non si può procedere in base alla sola emergenza.
Occorre agire nel contesto europeo, cercando accordi di cooperazione con i paesi di provenienza.
Diamo «risposte positive sia alle esigenze di una progressiva ed equilibrata integrazione sociale, sia alle domande di ricongiunzione familiare».
Quanto al caso di Eluana Englaro, ricordando che altri duemila italiani vivono come lei in stato vegetativo Bagnasco dice: speriamo in una legge sul fine vita che, «con il concorso più ampio», riconosca valore legale a «dichiarazioni inequivocabili» e garantisca in ogni caso il diritto ad alimentazione e idratazione in quanto sostegni vitali. Dunque sì al testamento biologico, ma entro un quadro di riferimento preciso.
Se da un lato bisogna evitare «inutili forme di accanimento terapeutico», dall’altro «non vengano in alcun modo legittimate o favorite forme mascherate di eutanasia, in particolare di abbandono terapeutico, e sia invece esaltato ancora una volta quel favor vitae che a partire dalla costituzione contraddistingue l’ordinamento italiano».

Netta poi è la condanna delle persecuzioni anticristiane nel mondo, come in India e Iraq, e forte l’appello per la libertà religiosa: «Ecco perché ci piacerebbe che dalla classe politica come da parte degli intellettuali e dell’opinione pubblica venisse rivolta una nuova, vigorosa attenzione al tema della libertà religiosa quale caposaldo della civiltà dei diritti dell’uomo e come garanzia di autentico pluralismo e vera democrazia».

In complesso una prolusione che marca una volta di più il carattere sociale degli interventi del presidente Cei. Se è il papa in persona ad affrontare le grandi questioni di fondo, Bagnasco si incarica di leggere la realtà dalla parte dei cittadini, invitando nel contempo a costruire un clima generale meno rissoso e più pragmatico. Significativo l’accenno che il cardinale ha fatto al proprio atteggiamento quando qualcuno, con sguardo «ispido», giudica la Chiesa su varie questioni. Noi, dice Bagnasco, non siamo né ciechi né sordi, e «se subito non reagiamo non è perché certe parzialità o l’ostinazione di taluni giudizi ci lascino indifferenti». È solo che esistono «precomprensioni così ossificate» che potranno essere allentate solo con il tempo e, quanto alla Chiesa, con «un’ulteriore coerente testimonianza ».

© Copyright Europa, 23 settembre 2008 consultabile online anche qui.

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