9 settembre 2008

L'intervento del Papa a Cagliari: "Un masso nell'acqua stagnante della politica" (Francia)


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L'intervento del Papa

Un masso nell'acqua stagnante della politica

Paolo Francia

Si riaccende la stagione politica e il Papa vi irrompe da Cagliari (tappa di una visita-lampo contrassegnata da bagni di folla e da un caloroso incontro con i giovani) auspicando l'avvento di una nuova generazione di politici cattolici, che abbiano «rigore morale e competenza». Intervento, questo di Benedetto XVI, imprevisto e inedito, che fa cadere un masso sull'acqua stagnante della politica italiana.
Da anni, nel solco tracciato da papa Wojtyla e difeso senza cedimenti dal cardinale Camillo Ruini, a lungo presidente della Conferenza episcopale poi avvicendato un anno e mezzo fa da Angelo Bagnasco, la Chiesa rivendica il diritto di dare indicazioni ed esprimere valutazioni su temi-chiave sovente al centro del dibattito politico. E non solo. Ha anche più volte sollecitato i credenti a una presenza diretta e invitato i politici già attivi a impegnarsi con maggiore incisività, a prescindere dallo schieramento di appartenenza.
Ma non si era mai spinta a giudizi di merito, pure in circostanze "storiche" come l'elaborazione della nuova costituzione europea nella quale – anche a causa della blanda battagliuzza fatta dagli italiani – non erano stati accolti gli accorati auspici di Giovanni Paolo II per una ragionevole considerazione delle radici cristiane del Vecchio continente.
Ratzinger questa volta è andato oltre, saltando a piè pari il fossato della secolare pazienza sua e della Chiesa.
Perché è difficile non leggere nelle sue parole, scarne ma eloquenti, un giudizio nient'affatto positivo sulla politica in generale e sull'azione in essa dei cattolici. Nell'appello ai giovani a combattere e a superare il "nichilismo" che affligge l'Occidente secolarizzato è insito anche un invito a darsi daffare in politica, perché questa ha bisogno di sangue fresco, di una generazione di cattolici, ma diremmo anche di non cattolici che sia portatrice degli ideali e del senso dello Stato che animava i protagonisti del dopoguerra. Compito tutt'altro che agevole, in verità, soprattutto per i cattolici, perché venuta meno e non più recuperabile la loro unità politica, vedrebbero i propri giovani costretti a combattere all'interno di partiti o schieramenti ormai ampiamente laicizzati e a dover evitare una generalizzata contaminazione nelle scelte di fondo. Per non parlare poi delle difficoltà oggettive di un'assurda legge elettorale che cancella la volontà di scelta degli elettori e rimette ai capipartito la designazione dei propri vassalli. E così si leverà, a dare ragione al Papa, il coro dei cattolici già ora impegnati in politica. Senza nessuna autocritica e senza che nessuno pensi di levarsi spontaneamente di torno. Amen.

© Copyright Il Resto del Carlino, 8 settembre 2008

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