19 settembre 2008

Il viaggio del Papa a Cagliari: "La stella e la quercia" (Mons. Meloni per l'Osservatore Romano)


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Il viaggio del Papa a Cagliari

La stella e la quercia

di Pietro Meloni
Vescovo di Nuoro

Abbiamo visto Pietro!
Abbiamo sentito la sua voce che, salutando Maria "Patrona massima della Sardegna", ha confidato a noi sardi la sua "ammirazione" nel vedere "lo spettacolo più bello che un popolo può offrire". Lo spettacolo della fede!
Era ben visibile nella festa di Bonaria la fede della Sardegna, l'entusiasmo della gioventù, l'amore a Maria "mama, fiza e isposa de su Segnore".
Un boato di gratitudine e di commozione ha accolto la voce del Papa che proclamava nella nostra soavissima lingua sarda il canto alla "madre, figlia e sposa del Signore". L'applauso è risuonato come una preghiera e una promessa.
Il cuore della nostra "identità" prorompeva in un inno di ringraziamento al Signore per il dono della Madre di Cristo, per il dono dell'amore del suo Figlio Gesù, per il dono del Papa. Benedetto XVI, a imitazione di Paolo VI e di Giovanni Paolo II, sembrava venire in Sardegna sentendola come la sua patria. Era stato proprio il martirio di un vescovo di Roma, il Papa Ponziano milleottocento anni fa, a irradiare la luce del Vangelo nella nostra isola: "Il cristianesimo è germogliato dal sangue dei martiri" quando nelle "miniere" dei condannati per la fede "risuonò per la prima volta la buona novella". Fu allora che "la testimonianza del martirio conquistò un animo fiero come quello dei sardi".
Il Papa ha ricordato i testimoni della fede nella Sardegna delle origini cristiane e anche nel nostro tempo, mostrando di conoscere la storia di Ignazio da Laconi e Nicola da Gesturi, di Antonia Mesina e Maria Gabriella Sagheddu, e anche di don Graziano Muntoni e padre Battore Carzedda. Sono essi la migliore "espressione di una gioventù capace di perseguire grandi ideali".
A tutto il nostro popolo raccolto dinanzi al Santuario di Bonaria - ed eravamo centomila - e ai gloriosi "anziani centenari", e poi ai sacerdoti e ai seminaristi nella chiesa cattedrale, alla marea osannante dei giovani dinanzi al porto di Cagliari, Benedetto XVI ha riaffidato la fede dei padri, rinnovando nella festa del "centenario" la consacrazione della nostra terra a Maria. Ai pastori della Chiesa, con una speciale riconoscenza ai padri mercedari, ha raccomandato di "evangelizzare il mondo del lavoro, dell'economia, della politica" e ha sottolineato la urgente necessità di "una nuova generazione di laici cristiani impegnati, capaci di cercare con competenza e rigore morale soluzioni di sviluppo sostenibile".
Tutti i sardi hanno ascoltato la voce del Papa, sia quelli che hanno avuto la fortuna di vederlo da vicino, sia quelli che sono stati felici di essere presenti al grande avvenimento salutandolo soltanto al passaggio della papamobile, sia quelli che hanno goduto nel vedere la sua immagine alla televisione rimanendo nelle loro case, nei monasteri di clausura, nelle stanze degli ospedali, nelle comunità della detenzione carceraria. Il Papa ha additato nella Madre di Dio "la stella della speranza" e ha elogiato "il popolo sardo, che ha in sé la forza della quercia".
Il magnifico incontro con i giovani è stato per il Papa "una grande gioia" e "una giornata non mondiale, ma sarda, della gioventù".
"B16" - come lo chiamano i giovani con la sobrietà tipica dei loro messaggini - ha mostrato di conoscere e condividere "le difficoltà e i problemi" che i giovani incontrano nel nostro tempo. E ha rinnovato la sua simpatia e la sua fiducia verso la gioventù, affidando alle nuove generazioni tre valori fondamentali della vita. Primo: "Riappropriatevi, cari giovani, del valore della famiglia e amatela". Secondo: progettate il futuro con una "seria formazione intellettuale e morale". Terzo: coltivate "una fede sincera e profonda, che diventi sostanza della vostra vita". Alla gioventù, e a tutta la comunità dei credenti, il Papa ha raccomandato l'amore a Maria e la fiducia nella Chiesa. E anche l'ascolto della voce di Dio nei sacerdoti "maestri di fede, di spiritualità e di cultura", con l'auspicio che i pastori siano i primi testimoni "di un'intima comunione con Cristo".
"Senza il seme del cristianesimo la Sardegna sarebbe più fragile e più povera!".
Ecco il messaggio del Papa Benedetto XVI, che invita tutti gli "uomini di buona volontà" a riscoprire la preziosità delle radici cristiane della Sardegna "terra di Maria" e fa risuonare nei cuori l'eco della voce di Giovanni Paolo II: "Prendete in mano la vostra vita e fatene un autentico capolavoro!".

(©L'Osservatore Romano - 12 settembre 2008)

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