12 settembre 2008

«Il Papa pellegrino dove il culto di Maria unisce le religioni» (Bobbio)


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«Il Papa pellegrino dove il culto di Maria unisce le religioni»

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Alberto Bobbio

Lourdes (Francia)

«Il Papa viene come pellegrino, come tanti altri, e percorrerà il cammino che abbiamo predisposto per il Giubileo». Monsignor Jacques Perrier è un tipo simpatico, frizzante come l'acqua più famosa di Francia di cui porta il nome. Nella sua residenza piena di ricordi di quanti sono passati di qui, sulle colline sopra la grotta, ragiona di miracoli e di fede e di un luogo speciale per la Francia e per il mondo intero. In una teca custodisce la berretta bianca di Giovanni Paolo II, quella che indossava in capo il 15 agosto 2004, ultimo viaggio del Papa malato.

Eccellenza, cos'è Lourdes?

«Un luogo cristiano e in particolare cattolico, che affascina tutto il mondo. Ho visto musulmani e indù raccolti davanti alla grotta. Gli anglicani svolgono un loro pellegrinaggio annuale. Mi lasci dire che il culto mariano unisce i cristiani e le religioni».

Su cosa avete puntato sotto l'aspetto pastorale e teologico per il Giubileo e la visita del Papa?

«Intanto abbiamo evitato di concentrare l'attenzione su un solo luogo. Bernadette ha avuto una vita cristiana prima e dopo le apparizioni. Non si è convertita per aver visto la Signora vestita di bianco. Questo significa che le tentazioni idolatriche o mariolatriche nulla hanno a che fare con il vero culto per la Vergine. La spiritualità di Lourdes è quella del cammino cristiano e il passaggio nella grotta ne è il simbolo pieno. Lo abbiamo concepito come un rito battesimale, il passaggio della Pasqua. Il fondo della grotta è buio come il Sabato Santo e poi si esce verso nella luce del mattino di Pasqua, l'acqua purifica, la luce trasmette la fede. Da 150 anni è così, perché rappresenta il cammino della Chiesa».

A Lourdes si vede una grande fede popolare. Qualcuno dice che si esagera un po' con l'industria dei pellegrinaggi. Il Papa teologo viene anche per riportare il culto all'essenziale?

«Non ce n'è bisogno. Nessuno di noi ha paura di questa devozione molto popolare, nemmeno il Papa. Tutti i pellegrini sanno che le apparizioni mariane non sono dirette alla Gloria della Vergine, ma servono ad irrobustire la fede in Gesù Cristo. La Vergine resta mediatrice della Grazia. La preoccupazione per una fede popolare ben vissuta c'è da tempo nella Chiesa».

Poi ci sono i miracoli. Qualcuno dice che la Chiesa è troppo prudente, che i miracoli riconosciuti sono troppo pochi di fronte alle migliaia di guarigioni inspiegabili.

«Fin dall'inizio a Lourdes si è stati sempre molto attenti. E c'è un motivo: si aveva a che fare con una Francia razionalista e anticlericale. I medici cattolici sono stati molto critici verso le guarigioni per evitare l'accusa di essere creduloni. Ma la Chiesa fin dal 1734, con il cardinale Lambertini, aveva stabilito rigorosi criteri per l'accertamento dei miracoli. In tutto a Lourdes sono stati riconosciuti 67 miracoli, che non sono pochi. Qualcuno dei criteri di Lambertini, per esempio quello circa la sicurezza della diagnosi e quello circa l'assenza di cure, oggi non sono quasi più applicabili. Nessun medico oggi è sicuro al 100 per cento della sua diagnosi e spesso, se ci si accorge di una guarigione, il medico dice che aveva sbagliato diagnosi. E poi tutti si curano. Per questo è più difficile l'indagine. La Chiesa va sempre con i piedi di piombo, anche per evitare che si possa pensare che senza miracolo non ci sia la fede».

Significa che i progressi della medicina renderanno inutili i miracoli?

«No. Ci saranno sempre malattie dell'uomo che non si possono curare. Accadeva cent'anni fa per la tubercolosi. Ma Lourdes non è un luogo magico. Qui mai si è separata la conversione dell'anima e la guarigione del corpo. L'acqua è un segno, il miracolo lo fa la fede».

Fa ancora problema Lourdes alla Francia laica?

«Lourdes non appartiene solo alla Francia. Dopo San Pietro a Roma non c'è altro santuario al mondo che attiri tante folle. Quelli che cercano il miracolo sono pochi. Gli altri sono alla ricerca di grazie spirituali per la propria vita e per la propria famiglia. Qui prima sono arrivati i pellegrini, poi è stato inventato il turismo religioso. E questo è un fatto che mi ha sempre stupito. In Francia resistono alcuni luoghi comuni sul Lourdes, frutto di ignoranza nelle cose della fede. Alcuni pensano di venire a vedere miracoli e restano delusi. Altri criticano il business della fede. Ma devo dire che negli ultimi anni non sono mai apparsi sui media francesi articoli aggressivi e distorti e questo è un buono segno per una maggiore comprensione di Lourdes. Inoltre dopo le polemiche dei primi anni, al tempo della Francia ultrarazionalista e anticlericale, oggi nessuno fa di Lourdes una bandiera politica, né i razionalisti di sinistra per criticarci, né i conservatori di destra per blandire la Chiesa».

© Copyright Eco di Bergamo, 12 settembre 2008

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