13 settembre 2008

Il Papa: "La Francia riscopra la fede senza rinunciare alla laicità" (Izzo)


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Riceviamo e con grande piacere pubblichiamo questo bel contributo di Salvatore Izzo (Agi):

PAPA: FRANCIA RISCOPRA FEDE SENZA RINUNCIA LAICITA'

(AGI) - Parigi, 12 set.

dall'inviato Salvatore Izzo

La Francia che lo ha accolto con manifestazioni di grande entusiasmo nelle strade di Parigi non e’ piu’ un Paese laicista, come dimostra anche lo strappo al protocollo compiuto da Nicolas Sarkozy andando questa mattina all’aeroporto di Orlyad accogliere il Papa.
La religione cattolica, ha poi riconosciuto Benedetto XVI all’Eliseo, "vi gode attualmente di un regime di liberta’ e la diffidenza del passato si e’trasformata poco a poco in un dialogo sereno e positivo, che si consolida sempre di piu’".

Ed e’ cambiata anche la Chiesa, come ha dimostrato oggi il Pontefice intrattenendosi amabilmente per due volte a colloquio con Carla Bruni, sposata da Sarko’ in terze nozze.

La bellissima ex modella svettava nel suo attillato tailleur grigio azzurro tra gli abiti blu dei notabili e le sottane nere filettate di viola e rosso deivescovi e cardinali. Se questo aiuta ad allargare il consenso sui temi sensibili, cioe’ sul valore della vita e sulla difesa dell’istituzione familiare (che ha chiesto alla Francia di tutelare nel semestre di presidenza dell’Unione Europea), il Papa e’ pronto a battezzare l’espressione ’laicita’ positiva’ che Sarkozy aveva utilizzato in dicembre al Laterano "per qualificare", ha ricordato oggi Ratzinger, una "comprensione piu’ aperta" dei rapporti tra fede e politica e tra Chiesa e Stato.
"In questo momento storico in cui le culture si incrociano tra loro sempre di piu’, sono profondamente convinto - ha affermato - che una nuova riflessione sul vero significato esull’importanza della laicita’ e’ divenuta necessaria.
E’ fondamentale infatti, da una parte, insistere sulla distinzione tra l’ambito politico e quello religioso al fine di tutelare sia la liberta’ religiosa dei cittadini sia la responsabilita’ dello Stato verso di essi e, dall’altra parte, prendere una piu’ chiara coscienza della funzione insostituibile della religione per la formazione delle coscienze e del contributoche essa puo’ apportare, insieme ad altre istanze, alla creazione di un consenso etico di fondo nella societa’".
"In una Repubblica laica come e’ la Francia -ha detto da parte sua il presidente al Papa - tutti la accolgono conrispetto. Tutti i francesi sono sensibili alla sua visita che e’ considerata un evento eccezionale".

"E' legittimo per la democrazia e rispettoso della laicita' - ha aggiunto Sarko' rispondendo alle critiche che gli vengono da sinistra e massoneria - dialogare con le religioni. E in particolare con la religione cristiana con la quale condividiamo una lunga storia".
Per il presidente francese, del resto, la sana laicita’ e’ "un invito al dialogo e alla tolleranza", una forma di "reciprocita’", che esalta "il contributo delle religioni al bene comune".
"Noi responsabili politici - ha ricordato - lavoriamo per la pace e non possiamo disinteressarci delle religioni e delle tradizioni filosofiche".
Nel pomeriggio, il Papa teologo ha tenuto una lectio magistralis al College des Bernardines ammonendo che "una cultura meramente positivista che relegasse nel campo soggettivo come non scientifica la domanda circa Dio, sarebbe la capitolazione della ragione, la rinuncia alle sue possibilita’ piu’ alte e quindi un tracollo dell’umanesimo, le cui conseguenze non potrebbero essere che gravi".
Nelle sue parole la condanna di ogni fondamentalismo religioso ma anche la preoccupazione per un’evoluzione culturale che ha fatto di Dio "il grande Sconosciuto".

Dopo un bagno di folla nel centro della citta’, attraversato in "papamobile", Ratzinger, che ha ricordato di essere venuto spesso a Parigi da professore, ha incontrato prima sacerdoti e religiosi nella Cattedrale di Notre Dame e poi 15 mila ragazzi che lo hanno acclamato sul sagrato di questo edificio che ha definito "un inno di pietra e di luce".

Tra i temi dell’omelia un riferimento allo scisma di mons. Lefebvre. "Nessuno e’ di troppo nella Chiesa: tutti possono e devono trovarvi il proprio posto", queste le parole rivolte anche ai tradizionalisti seguaci del vescovo francese.
Sull’aereo che lo portava in Francia, il Papa aveva risposto a una domanda sul motu proprio che ha liberalizzato la messa in latino, mano tesa verso i lefebvriani.
"E’ chiaro - aveva detto- che la liturgia rinnovata e’ quella ordinaria della Chiesa: e’ assolutamente infondato affermare che ci si e’ allontanati dal Concilio perche’ il motu proprio e’ semplicemente un atto di tolleranza pastorale per persone formate alla liturgia preconciliare, che la conoscono e la amano. Non c’e’ nessuna opposizione tra la liturgia del Concilio e questa liturgia".
E nel discorso nella Cattedrale, il tema e’ stato ripreso ricordando che la messa celebra "questo atto unico della storia dell’umanita’: la Parola eterna di Dio che entra nella storia degli uomini nella pienezza dei tempi per riscattarli mediante l’offerta di se stesso nel sacrificio della Croce".

"Le nostre liturgie della terra, interamente volte a celebrare questo atto unico della storia, non giungeranno mai - ha affermato il Papa teologo - ad esprimerne totalmente l’infinita densita’. La bellezza dei riti non sara’ certamente mai abbastanza ricercata, abbastanza curata, abbastanza elaborata, poiche’ nulla e’ troppo bello per Dio, che e’ la Bellezza infinita".

Secondo il Pontefice, anche se "le liturgie terrene non potranno essere che un pallido riflesso della liturgia, che si celebra nella Gerusalemme del cielo, punto d’arrivo del nostro pellegrinaggio sulla terra", occorre compiere ogni sforzo per "avvicinarsi ad essa il piu’ possibile e farla pregustare".

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