30 agosto 2008

Il Gesù storico e la Passione al centro dell'incontro a Castel Gandolfo tra il Papa e i suoi ex allievi (Radio Vaticana)


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Il Gesù storico e la Passione al centro dell'incontro a Castel Gandolfo tra il Papa e i suoi ex allievi

Si svolge oggi pomeriggio a Castel Gandolfo l’incontro privato del Papa con un gruppo di suoi ex studenti, il cosiddetto Ratzinger Schülerkreis: tra i partecipanti figurano oltre 30 persone, tra cui il cardinale arcivescovo di Vienna Christoph Schönborn e due esegeti evangelici, Martin Hengel e Peter Stuhlmacher, docenti emeriti di Nuovo Testamento all'Università di Tubinga, ateneo dove il teologo Ratzinger ha insegnato negli anni ‘60.

Due in particolare i temi al centro dell’incontro: il rapporto tra i Vangeli e il Gesù storico e la comprensione che Gesù aveva del significato salvifico della sua morte. Domani mattina il Papa presiederà una liturgia eucaristica con i suoi ex studenti. Il servizio di Sergio Centofanti.


E’ un incontro ormai tradizionale quello tra Joseph Ratzinger e i suoi ex allievi, iniziato negli anni ’70 durante la docenza all’Università di Ratisbona. Quando Paolo VI nel 1977 nominò il teologo Ratzinger arcivescovo di Monaco e Frisinga i suoi studenti pensavano che l’appuntamento non si sarebbe più tenuto e invece continuò. E così accadde nel 2005: dopo l’elezione al Soglio pontificio si pensava che non fossero più possibili quegli incontri. Ma Benedetto XVI ha chiamato nuovamente a raccolta i suoi ex allievi. Negli anni precedenti si è parlato di islam, evoluzionismo, fede e Bibbia. Quest’anno, i temi al centro dell’incontro saranno il rapporto tra i Vangeli e il Gesù storico e la Passione, anche alla luce del libro del Papa Gesù di Nazaret. In questo libro, Benedetto XVI ha presentato il Cristo dei Vangeli come il Gesù reale, come il “Gesù storico” in quanto “questa figura – afferma - è molto più logica e dal punto di vista storico anche più comprensibile delle ricostruzioni” degli ultimi decenni. Tante diverse comprensioni di Gesù, proprio come accadeva alla folla 2000 anni fa:

Anche oggi è così: molti accostano Gesù, per così dire, dall’esterno. Grandi studiosi ne riconoscono la statura spirituale e morale e l’influsso sulla storia dell’umanità, paragonandolo a Buddha, Confucio, Socrate e ad altri sapienti e grandi personaggi della storia. Non giungono però a riconoscerlo nella sua unicità. Viene in mente ciò che disse Gesù a Filippo durante l’Ultima Cena: ‘Da tanto tempo sono con voi e tu non mi hai conosciuto, Filippo?’ (Gv 14,9). Spesso Gesù è considerato anche come uno dei grandi fondatori di religioni, da cui ognuno può prendere qualcosa per formarsi una propria convinzione. Come allora, dunque, anche oggi la ‘gente’ ha opinioni diverse su Gesù. E come allora, anche a noi, discepoli di oggi, Gesù ripete la sua domanda: ‘E voi, chi dite che io sia?’. Vogliamo fare nostra la risposta di Pietro: … ‘Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente’".

(Omelia del 29 giugno 2007)

La morte di Gesù e la successiva nascita della Chiesa, in una situazione apparentemente fallimentare – rileva il Papa – si spiegano infatti solo a partire da qualcosa di straordinario, “solo a partire dal mistero di Dio”. Un mistero difficile da accettare:

E’ il dramma del rifiuto di Cristo, che, come in passato, si manifesta e si esprime, purtroppo, anche oggi in tanti modi diversi. Forse persino più subdole e pericolose sono le forme del rifiuto di Dio nell’era contemporanea: dal netto rigetto all’indifferenza, dall’ateismo scientista alla presentazione di un Gesù cosiddetto modernizzato o postmodernizzato. Un Gesù uomo, ridotto in modo diverso ad un semplice uomo del suo tempo, privato della sua divinità; oppure un Gesù talmente idealizzato da sembrare talora il personaggio di una fiaba. Ma Gesù, il vero Gesù della storia, è vero Dio e vero Uomo e non si stanca di proporre il suo Vangelo a tutti, sapendo di essere ‘segno di contraddizione perché siano svelati i pensieri di molti cuori’ … Dinanzi a Lui non si può restare indifferenti. Anche noi, cari amici, dobbiamo continuamente prendere posizione. Quale sarà dunque la nostra risposta?

(Udienza generale del 3 gennaio 2007)

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