13 giugno 2008

Verità, giustizia e bellezza per tornare al sacro. Padre Lang spiega i fondamenti liturgici per l’architettura e l’arte sacra (Zenit)


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Verità, giustizia e bellezza per tornare al sacro

Padre Lang spiega i fondamenti liturgici per l’architettura e l’arte sacra

di Antonio Gaspari

ROMA, giovedì, 12 giugno 2008 (ZENIT.org).

“Oggi, più che mai, la Chiesa ha bisogno di proclamare al mondo la bellezza di Dio che brilla nelle opere d’arte che la fede ha generate”, sostiene padre Uwe Michael Lang.
Con queste parole, il sacerdote, membro della Congregazione dell'Oratorio di San Filippo Neri di Londra e officiale della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti, ha spiegato a ZENIT, gli obiettivi del Master dell’Università Europea di Roma in “Architettura, arti sacre e liturgia”.

Padre Lang è anche docente e coordinatore per il prossimo anno accademico 2008/2009 del Master in questione. Sul tema liturgico ha pubblicato prima in tedesco, poi in inglese, italiano, francese, ungherese e spagnolo, il libro Rivolti al signore (Cantagalli editore), con la prefazione dell’allora cardinale Joseph Ratzinger.

Recentemente, padre Lang curato il volume "Die Anaphora von Addai und Mari: Studien zu Eucharistie und Einsetzungsworten” (Nova & Vetera, Bonn 2007).
Secondo il coordinatore accademico del Master, “nella Chiesa sono nati i grandi capolavori d’arte sacra e di musica sacra che hanno il potere di sollevare i nostri cuori e di condurci al di là di noi stessi verso Dio, che è la bellezza stessa”.

Di fronte a quella che sembra una grande riscoperta dell’arte religiosa, padre Lang ha voluto precisare una distinzione fra “arte religiosa” e “arte sacra”.
L’arte religiosa, ha detto, è caratterizzata dall’espressione soggettiva e nasce “dal modo di sentire la religione da parte di una persona di qualsiasi luogo o tempo”, mentre “l’arte sacra tende ad una ‘traduzione’ di una realtà che oltrepassa i limiti dell’individualità umana e contiene dati anche oggettivi che nascono ‘dalla meditazione della verità di una religione positiva e storica’ dalla parte dell’artista”.
“L’arte sacra – ha aggiunto – è destinata alla lode e alla gloria di Dio e, allo stesso tempo, è popolare, perché deve e può essere capita e toccare i cuori dei fedeli, anche dei fedeli semplici. Nella storia, l’arte della Chiesa funzionava anche come una Biblia pauperum”.

Facendo riferimento all'importanza data dal Compendio del Catechismo della Chiesa Cattolica riconosce all’arte sacra e all'utilizzo di molte opere d’arte come veicolo dei misteri della fede, padre Lang ha sottolineato che “oggi più che mai, nella civiltà dell’immagine, l’immagine sacra può esprimere molto di più della stessa parola, dal momento che è oltremodo efficace il suo dinamismo di comunicazione e di trasmissione del messaggio evangelico”.
In merito alla relazione che intercorre tra verità, bellezza e arte sacra, l’officiale della Congregazione del Culto Divino ha rilevato che “la fondazione più profonda dell’arte sacra è la bellezza che è attributo di Dio”.
“Secondo la formula tomistica, il bello, il vero e il buono sono commutabili. Quindi, l’arte come espressione del bello manifesta la realtà, la verità e la bontà di Dio”.

Ma l’arte sacra è in crisi. Ed è un sintomo che, come ha rilevato il Cardinale Ratzinger nel libro “Spirito della Liturgia”, rivela la “crisi dell’umanità”, una sorta di “accecamento dello spirito”.

Per padre Lang, “si tratta di una crisi dalle radici profonde, una crisi che ha travolto, ancora prima dell’arte, la stessa bellezza di cui dovrebbe essere portatrice. Infatti, la stessa concezione delle ‘belle arti’ di cui parla la Costituzione conciliare sulla Sacra Liturgia è contestata”.
Il coordinatore accademico del Master ha sottolineato, citando Hans Urs von Balthasar, che “insieme alla perdita del bello, si sono persi anche il bene e il vero” cosicché “da un lato c’è un falso tipo di bellezza che non ci innalza verso Dio e il suo Regno, ma invece ci trascina verso il basso e suscita desideri disordinati” e dall’altro bisogna opporsi a ciò che Remo Bodei ha chiamato “l’apoteosi del brutto”, in cui si afferma che “tutto ciò che è bello sia un inganno e che solo la rappresentazione di ciò che è crudo sia la verità”.
“Questo culto del brutto non fa meno danni alla fede cattolica che la falsa bellezza”, ha osservato.
Ricordando poi le parole di Fyodor Dostoevskij, secondo cui “Il mondo sarà salvato dalla bellezza”, padre Lang ha precisato che Dostoevskij non intende qualsiasi bellezza, ma “si riferisce alla bellezza redentrice di Cristo” che è la “bellezza della verità” che “abbraccia anche il dolore, e persino la morte, e che la bellezza può essere trovata solo nell’accettare la sofferenza e la croce”.

A questo proposito, in un testo del 2002, l’allora Cardinale Ratzinger parla di “bellezza redentrice di Cristo” come di una “paradossale bellezza”.

Per quanto riguarda la frattura tra la Chiesa, le arti ed il sacro, così evidente in certe chiese di nuova costruzione, padre Lang ha riportato una frase celebre del poeta tedesco Friedrich Hölderlin: “Dove c’è pericolo cresce anche ciò che salva”, per sottolineare che ci troviamo in “un momento propizio per lanciare di nuovo la ricerca di un’arte sacra a servizio del culto cristiano”.
Ed è proprio per questo che è stato ideato un progetto formativo come il Master in Architettura, arti sacre e liturgia.

Il suo scopo – ha sostenuto padre Lang – è di dare risposte a domande provenienti da molti ambienti ecclesiali e artistici per l’istituzione di un corso dove i progettisti, ma anche i committenti, possano ricevere una formazione adeguata”.

In conclusione, il padre oratoriano ha ribadito che “la prospettiva del Master è di andare al di là di una visione solo 'normativa' della progettazione verso una maggior consapevolezza e devozione a ciò di cui ci si occupa, quando si agisce nell’ambito dell'architettura e delle arti sacre”.

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