18 giugno 2008

Mons. Fisichella: "Pio XII, dalle tenebre della guerra agli albori del Vaticano II" (Osservatore Romano)


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Dalle tenebre della guerra agli albori del Vaticano II

di Rino Fisichella
Arcivescovo presidente della Pontificia Accademia per la Vita
Rettore della Pontificia Università Lateranense

Chi entra all'Università del Laterano si incontra con una serie di lapidi commemorative che riportano alla mente pezzi di storia. Dopo quella dedicata a Pio xi, considerato il Parens alter per avere voluto la nuova sede nell'area di San Giovanni in Laterano, un'altra iscrizione dice così: Perennis esto memoriae et recordationis in hac studiorum universitate ad S. Apollinaris tunc sedem habente Pium xii Pontificem Maximum Facultatem theologicam et iuridicam alumnum celebrasse doctorales laureas summa cum laude adeptum deinde iuris disciplinas docuisse.

L'espressione intende ricordare un fatto storico. Eugenio Pacelli venne accolto nell'autunno del 1894 al collegio Capranica e fu iscritto a filosofia presso l'Università Gregoriana. L'anno successivo conseguì il baccellierato, ma l'impegno nello studio e il vitto del Capranica non erano di aiuto alla gracile salute di Eugenio. Iniziò così a frequentare i corsi di teologia all'Apollinare, antica sede del Laterano, rimanendo legato come chierico esterno al Collegio. Nell'autunno del 1899 si iscrisse di nuovo all'Apollinare per la laurea in utroque iure - che conseguirà nel 1902 - scrivendo la tesi dottorale su un tema che gli permetterà di avere dimestichezza nel suo lavoro successivo I concordati tra la Santa Sede e i Governi nazionali. Lo stesso anno, monsignor Gasparri intuendo le grandi qualità del giovane Pacelli lo volle docente di diritto canonico; dopo poco tempo, comunque, lasciò l'insegnamento per dedicarsi pienamente al lavoro diplomatico nella Segreteria di Stato.
Questi brevi cenni fanno comprendere perché l'Università Gregoriana e Lateranense abbiano aderito subito alla richiesta di organizzare un Convegno per celebrare il cinquantesimo anniversario della morte di Pio xii. La figura del Servo di Dio, comunque, si impone con la sua peculiare statura anzitutto spirituale, poi intellettuale e da ultimo diplomatica sulla quale tutti convengono. Certamente una personalità come questa, per il ruolo che svolse, nel complesso e drammatico periodo che segna soprattutto il suo quasi ventennale pontificato (1939-1958), rende difficile non solo l'esatta interpretazione storica dei suoi atti, ma impone si consideri una valutazione globale che prenda in considerazione tutti gli aspetti, da quello storico a quello ecclesiale, dal dottrinale allo spirituale. È un fatto incontrovertibile: nella vita di Pio xii vengono a confluire diverse situazioni storiche di carattere rilevante. Si pensi alle due guerre mondiali, al genocidio degli ebrei, all'occupazione comunista di diverse nazioni cristiane, alla "guerra fredda", alle nuove conquiste delle scienze, alle innovazioni di alcune scuole teologiche. L'elenco sarebbe lungo. Molti aspetti sono già stati studiati e la letteratura è sotto gli occhi di tutti. Ciò che resta per molti versi ancora sconosciuto è l'influsso che Pio xii ha svolto sul Concilio Vaticano II . Il suo insegnamento profondo e lungimirante è verificabile nella sequenza delle quarantatré encicliche che segnarono il suo pontificato e i numerosissimi discorsi con i quali affrontò i temi più controversi all'epoca. In questo magistero sono facilmente riscontrabili alcuni tratti peculiari che si possono sintetizzare in tre punti: anzitutto, la promozione della dottrina.
Memorabile rimane la definizione del dogma dell'Assunzione (Munificentissimus Deus, 1 novembre 1950), con la quale il Papa affermava, dopo lunghi studi e consultazioni, la gloria della Madre di Dio accanto a Cristo suo Figlio.
La Mystici Corporis (29 giugno 1943), dalla prospettiva teologica dell'epoca, si presenta come un documento innovativo, soprattutto se confrontato con l'ecclesiologia del tempo che viveva ancora nelle secche della manualistica.
Non si può dimenticare, infine, l'enciclica per la promozione degli studi biblici e per il recupero e lo slancio della sacra Scrittura Divino Afflante Spiritu (30 settembre 1943).
In secondo luogo, la difesa della dottrina e la rilevanza degli errori. La Mediator Dei (20 novembre 1947), presentando il valore della liturgia e il mistero eucaristico con il valore sacrificale della santa Messa, puntualizza nello stesso tempo il significato del sacerdozio dei fedeli che non può intaccare quello ministeriale.
L'Humani generis (22 agosto 1950), da parte sua, affrontava tra l'altro il grave problema del relativismo teologico che, alla luce di numerosi fatti postconciliari, appare ancora più lungimirante di quanto non apparisse al momento. Si deve aggiungere, da ultimo, che Pio xii non mancò mai di far sentire in maniera chiara ed esplicita la sua voce in diverse circostanze, quando le esigenze lo richiedevano e quando vi era una esatta informazione sui fatti e si vedeva la loro conseguenza.
Sulla base di queste considerazioni si è sviluppato il programma che vede la felice collaborazione tra le due prestigiose università con l'intento di ripercorrere diversi temi fondamentali dell'insegnamento del Vaticano II per verificare in essi l'influsso e l'eredità lasciata da Papa Pacelli. Siamo certi che la competenza dei relatori e lo studio diretto delle fonti permetteranno di giungere a risultati che mostreranno, ancora una volta, come il progresso della dottrina nella Chiesa non avviene con discontinuità, ma sempre nel solco di una rinnovata continuità che permette di verificare il lento, paziente e fondamentale impegno di trasmissione della fede di sempre.

(©L'Osservatore Romano - 18 giugno 2008)

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