25 giugno 2008

L'Osservatore Romano sbarca in India. Il direttore Vian: "Uno sguardo a oriente" (Osservatore)


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Uno sguardo a oriente

Per la prima volta nella sua storia, dalla prossima settimana "L'Osservatore Romano" sarà stampato in caratteri non latini. Nasce infatti il 3 luglio - giorno in cui si celebra in oriente e in occidente la festa dell'apostolo Tommaso - la versione in lingua malayalam dell'edizione settimanale in lingua inglese del giornale del Papa. Il primo alfabeto non occidentale nel quale si leggerà il foglio vaticano appartiene dunque all'India, dove una piccola ma veneranda cristianità è radicata da almeno diciotto secoli e si richiama proprio a san Tommaso.
Antichissime tradizioni - in un quadro storicamente non impossibile - fanno infatti risalire le origini di queste comunità addirittura all'apostolo, alla sua predicazione e al suo martirio nei pressi di Madras, in quell'India meridionale che già in epoca ellenistica e poi romana era meta di rotte marittime e di viaggi via terra, soprattutto commerciali, provenienti dal bacino mediterraneo. E proprio qui sorge un santuario molto antico legato al culto di questo amico di Gesù, al punto che i credenti del luogo si identificano e sono noti come i "cristiani di Tommaso".
La novità è davvero importante, come sottolinea il saluto che il Papa ha voluto indirizzare ai lettori nuovi e vecchi. È infatti uno sguardo di simpatia quello che in questo modo Benedetto XVI e "L'Osservatore Romano" rivolgono ai sei milioni di cattolici che vivono nel Kerala, lo Stato indiano dove si parla il malayalam e dove i fedeli della Chiesa di Roma assommano a un quinto della popolazione. In un colloquio ideale che si estende all'India intera e conferma attenzione e amicizia per l'immenso continente asiatico, la cui importanza mondiale è da molti punti di vista crescente e dove il messaggio di Cristo suscita interesse.
In India, che giustamente si vanta di essere la più grande democrazia del mondo, le lingue parlate sono oltre venti, in una società dove lo sviluppo è impetuoso ma anche contraddittorio, mentre lo scenario religioso, plurale quanto affascinante, è stato purtroppo segnato negli ultimi anni da molti episodi di intolleranza e di violenza contro i cristiani a causa di fondamentalismi irrazionali e fanatici. In questo contesto "L'Osservatore Romano" in lingua malayalam - al cui progetto si è lavorato per più di un anno e mezzo - vuole essere uno strumento al servizio di tutte le comunità cattoliche del Kerala, articolate in diversi riti, e quindi anche dell'opera di evangelizzazione e del dialogo ecumenico che le ha segnate.
Questa storia non è stata facile anche a causa delle diffidenze nei confronti delle tradizioni locali, fino ai riconoscimenti da parte di Pio xi, di Pio xii e soprattutto di Giovanni Paolo ii. Riconoscimenti che hanno valorizzato le ricchezze delle comunità cristiane. Proprio queste ora accoglieranno la nuova edizione tradotta e stampata in India in una lingua che agli occhi occidentali sembra un bellissimo ricamo. "L'Osservatore Romano" in malayalam avrà subito una tiratura molto alta e si aggiunge all'edizione in inglese già stampata anche in India. Costituendo un segnale importante e senza precedenti che la Chiesa di Roma manda all'oriente e all'umanità del nostro tempo.

g. m. v.

(©L'Osservatore Romano - 26 giugno 2008)

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