3 giugno 2008

L’infinito nel finito: Gesù di Nazareth e Maria “nei limiti della storia” (Zavattaro)


Vedi anche:

Il Papa: nel 2010 la nuova Ostensione della Sindone (Muolo)

Laici Don Orione alla Bonino: "Patetico attacco a Benedetto XVI"

La Sindone: quel volto da sempre cercato che ci svela la verità (Rondoni)

Messaggio del Papa alla FAO: "Occorre ribadire con forza che la fame e la malnutrizione sono inaccettabili"

Pellegrini alla tomba di Pietro. Come nell'antica Roma (Magister)

Il Papa alla Fao: "C'è bisogno di provvedimenti coraggiosi"

Il Papa: nel 2010 a Torino l'ostensione della Sindone. Nel 1998 il card. Ratzinger pregò davanti al Sacro Lino (Accornero)

Sindone, il Papa dice sì all’ostensione (Martinengo)

La Bonino offende il Papa: «È patetico». Patetico Benedetto XVI? Suvvia...

Intervista al direttore della Libreria Editrice Vaticana: "Al servizio del magistero e della cultura" (Osservatore)

Intervista al cardinale Walter Kasper al termine del viaggio nella Federazione Russa: "Roma e Mosca più vicine" (Osservatore)

Il Papa annuncia una nuova “Ostensione della Sindone” (Radio Vaticana)

Il Papa alla diocesi di Torino: "Non abbiate paura di affidarvi a Cristo: solo Lui puo' soddisfare le attese più profonde dell'animo umano"

Mons. Amato: "Negli apostoli il modello di ogni ministero sacerdotale" (Osservatore)

ANGELUS - L’infinito nel finito

Gesù di Nazareth e Maria “nei limiti della storia”

Fabio Zavattaro

“Ogni persona ha bisogno di un centro della propria vita, di una sorgente di verità e di bontà a cui attingere nell’avvicendarsi delle diverse situazioni e nella fatica della quotidianità. Ognuno di noi, quando si ferma in silenzio, ha bisogno di sentire non solo il battito del proprio cuore, ma, più in profondità, il pulsare di una presenza affidabile, percepibile coi sensi della fede e tuttavia molto più reale: la presenza di Cristo, cuore del mondo”.
È ancora una volta un’immagine che ci svela il senso della riflessione di Papa Benedetto ai fedeli, convenuti in piazza San Pietro per la recita della preghiera mariana dell’Angelus, nella prima domenica del mese di giugno. Mese tradizionalmente dedicato al cuore di Cristo, ricorda il Papa, simbolo della fede cristiana particolarmente caro sia al popolo, sia ai mistici e ai teologi, perché esprime in modo semplice e autentico la buona novella dell’amore. Ancora un’immagine: “Dall’orizzonte infinito del suo amore, infatti, Dio ha voluto entrare nei limiti della storia e della condizione umana, ha preso un corpo e un cuore; così che noi possiamo contemplare e incontrare l’infinito nel finito, il mistero invisibile e ineffabile nel cuore umano di Gesù, il Nazareno”.
Ma la liturgia, ricorda ancora il Papa, ci porta a ricordare non solo il cuore di Gesù ma anche quello immacolato di Maria: proprio sabato, in piazza San Pietro, se ne è fatta memoria nella festa della Visitazione. Così è a Maria che Papa Benedetto affida ancora una volta le vittime delle catastrofi naturali in Cina, il terremoto, e in Myanmar, il ciclone Nargis.
Proprio venerdì scorso il Papa aveva ricevuto in Vaticano i vescovi dell’ex Birmania per la loro quinquennale visita ad limina. E a loro aveva detto che la Chiesa nel Paese è conosciuta e ammirata per la sua solidarietà con i poveri e i bisognosi; un impegno particolarmente evidente in questi giorni del dopo ciclone. Impegno che il vescovo di Pathrin, monsignor John Hsane Hgyi, ribadiva mettendo in risalto che tutto il Paese, tutte le religioni si sono unite. Sono diventate una cosa sola concentrandosi sulle vittime del ciclone e sugli aiuti.
È, dunque, alla materna intercessione di Maria che il Papa affida ancora una volta le popolazioni della Cina e del Myanmar colpite dalle calamità naturali, e quanti attraversano le tante situazioni di dolore, di malattia e di miseria materiale e spirituale che segnano il cammino dell’umanità.
E come non riandare con la mente alla sera del 31 in piazza San Pietro, rosario a conclusione del mese di maggio, voluto dalla diocesi di Roma, c’era il cardinale vicario Camillo Ruini, presente il Papa.
Proprio Benedetto XVI ha affermato che “a distanza di secoli e millenni, il Magnificat resta la più vera e profonda interpretazione della storia, mentre le letture fatte da tanti sapienti di questo mondo sono state smentite dai fatti nel corso dei secoli”. In un mondo nel quale “contano altre persone e pesano altri poteri”, a vedere la verità è “una sconosciuta fanciulla di uno sperduto villaggio della Galilea”, ha ricordato Papa Ratzinger. “Il suo cuore è limpido, totalmente aperto alle luce di Dio; la sua anima è senza peccato, non appesantita dall’orgoglio e dall’egoismo”.
Il Rosario, quando non è meccanica ripetizione di formule tradizionali, ha affermato ancora il Papa, è una meditazione biblica che ci fa ripercorrere gli eventi della vita del Signore in compagnia della Beata Vergine, conservandoli, come Lei, nel nostro cuore. La fede ha fatto vedere a Maria l’opera di Dio nella storia; le ha fatto vedere “che i troni dei potenti di questo mondo sono tutti provvisori, mentre il trono di Dio è l’unica roccia che non muta e non cade”.
Nel terminare la sua riflessione, davanti a moltissimi fedeli, le candele accese, Benedetto XVI ha chiesto loro di portare nelle comunità, nelle case, “i medesimi sentimenti di lode e di ringraziamento di Maria verso il Signore, la sua fede e la sua speranza, il suo docile abbandono nelle mani della Provvidenza divina. Imitiamo – ha detto ancora il Papa – il suo esempio di disponibilità e generosità nel servire i fratelli. Solo, infatti, accogliendo l’amore di Dio e facendo della nostra esistenza un servizio disinteressato e generoso al prossimo, potremo elevare con gioia un canto di lode al Signore”.

© Copyright Sir

Nessun commento: