10 giugno 2008

La quarta volta del Papa al convegno della sua diocesi (Rocchi)


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Per la quarta volta con la sua diocesi

Famiglia, giovani ed educazione i temi al centro dei discorsi del Papa, che ha dato il via al dibattito anche negli anni scorsi

Giulia Rocchi

DA ROMA

Per la quarta volta, ieri, Papa Benedetto XVI ha aperto i lavori al Convegno ecclesiale diocesano.
La prima già nel 2005, a pochi mesi dalla sua elezione a Pontefice, nell’appuntamento dedicato a « Famiglia e comunità cristiana: formazione della persona e trasmissione della fede» .
Durante il suo intervento, interrotto da dieci applausi, Benedetto XVI esorta a « riaffermare l’intangibilità della vita umana dal concepimento fino al suo termine naturale » . E invita a tutelare il valore della famiglia, « sottoposta a molteplici difficoltà e minacce » .
Per il Papa « le famiglie cristiane costituiscono una risorsa decisiva per l’educazione alla fede, l’edificazione della Chiesa » e « per fermentare in senso cristiano la cultura diffusa e le strutture sociali » .
L’anno successivo, invece, l’attenzione della diocesi di Roma si concentra su «La gioia della fede e l’educazione delle giovani generazioni» .
E sono sempre le parole di Benedetto XVI a dare il via ufficiale alla tre giorni di riflessioni, nella Basilica di San Giovanni in Laterano. Il Papa, in quell’occasione, parla di « pastorale dell’intelligenza » , e invita sacerdoti e operatori a « prendere sul serio le domande dei giovani per aiutarli a trovare delle valide e pertinenti risposte cristiane » . Affinché i ragazzi possano « fare esperienza della Chiesa come di una compagnia di amici davvero affidabile, vicina in tutti i momenti e le circostanze della vita. Una compagnia che non ci abbandonerà mai – prosegue – nemmeno nella morte, perché porta in sé la promessa dell’eternità » .
I giovani sono ancora protagonisti nel 2007, nel Convegno su « Gesù è il Signore. Educare alla fede, alla sequela, alla testimonianza».
Lancia l’allarme per l’ «emergenza educativa » , il Pontefice. Emergenza « inevitabile » , la definisce, in un momento in cui il « relativismo » è diventato un « credo ».
Ma bisogna « far uscire la società da questa crisi educativa che la affligge – esorta –, mettendo un argine alla sfiducia e a quello strano ' odio di sé' che sembra diventato una caratteristica della nostra civiltà».

© Copyright Avvenire, 10 giugno 2008

Un cammino condiviso alla ricerca dei luoghi della testimonianza

A fornire una pista per l’attività di questi giorni è il «Foglio» di lavoro inviato a tutte le comunità con la richiesta di proporre iniziative da inserire in un vademecum operativo

DA ROMA

GIULIA ROCCHI

Elaborare proposte.
Facilitare la riflessione.
Individuare, in concreto, gli ambiti di azione futuri. A questo serve il «Foglio di lavoro» del Convegno ecclesiale diocesano – dal tema «Gesù è risorto. Educare alla speranza nella preghiera, nell’azione, nella sofferenza», che è iniziato ieri nella basilica di San Giovanni in Laterano e prosegue oggi nelle prefetture – distribuito ai partecipanti già alla fine di aprile.
«Contributo alla migliore preparazione del Convegno stesso», lo ha definito il cardinale vicario Camillo Ruini nella lettera di accompagnamento con cui lo ha inviato a comunità parrocchiali e religiose e alle aggregazioni laicali. In pratica, è una sorta di «traccia» che i vari gruppi hanno seguito nelle riunioni degli ultimi due mesi, in preparazione all’appuntamento diocesano di questi giorni. Il sussidio verrà utilizzato anche questa sera, durante i lavori nelle prefetture.
Il punto di partenza per orientare le riflessioni è la Spe salvi di Benedetto XVI, protagonista di tutto il Convegno. Nell’enciclica il Papa individua alcuni «luoghi» di esercizio della speranza, tra i quali la preghiera, l’azione e la sofferenza. Ambiti appunto richiamati nel tema dell’incontro e del programma che, nell’anno 2008-2009, verrà portato avanti nella diocesi di Roma. «Il programma pastorale – si legge però nel 'Foglio' – non può essere soltanto una proposta di contenuti: deve riferirsi agli ambiti e agli strumenti con cui concretizzarli». Chiamati a selezionare questi settori, su cui dovrà concentrarsi maggiormente l’attenzione della diocesi nei prossimi mesi, sono proprio i gruppi che si riuniscono oggi. E che presenteranno le proprie conclusioni nella serata di chiusura, il 12 giugno.
Nel «Foglio» si chiede pertanto ai partecipanti di suggerire «iniziative» volte ad «affermare che Cristo Risorto è motivo nel nostro impegno per educare alla speranza nella preghiera, nell’azione, nella sofferenza». Le proposte andranno rivolte, in particolare, «al mondo della scuola, della famiglia, agli ambienti, ai giovani». E verranno poi inserite in un «vademecum operativo». Per elaborarle si consiglia di non dimenticare quanto fatto nell’anno appena concluso, durante il quale si è insistito sul tema dell’educazione. Nel testo si parla infatti più volte di «rilancio», di continuità con il percorso compiuto, e si invitano gli operatori, i sacerdoti, i laici impegnati a individuare «su quali aspetti pastorali merita di continuare a lavorare». Sono numerose le iniziative partite da poco tempo – come le scuole di evangelizzazione, i corsi su matrimonio e famiglia o i «Centri di formazione per formatori» – a cui si potrebbe dare una «ulteriore prospettiva pastorale». Non vanno abbandonate, insomma, ma coltivate.
Perché, è sottolineato nel «Foglio», sono simili a «germogli che stanno crescendo».
Per aiutare la riflessione, al sussidio sono abbinati alcuni documenti: dal discorso del Papa al IV Convegno ecclesiale nazionale della Chiesa italiana tenutosi a Verona (19 ottobre 2006) alle successive conclusioni dello stesso incontro, firmate dal cardinale Ruini (20 ottobre 2006); dagli interventi di Benedetto XVI ai Convegni diocesani degli anni passati (in particolare nel 2006 e nel 2007) alla Lettera del Pontefice sul compito urgente dell’educazione indirizzata alla diocesi e alla città di Roma (21 gennaio 2008); passando, naturalmente, per alcuni brani della «Spe salvi».

© Copyright Avvenire, 10 giugno 2008

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