16 giugno 2008

Intervista al vaticanista Mimmo Muolo: "Papa Ratzinger guarda alla profondità"


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L'intervista Il vaticanista Muolo

«Qui insieme l'accoglienza e la missione di Pietro»

Mimmo Muolo, pugliese di Monopoli, vaticanista per «Avvenire», il quotidiano dei vescovi, spiega perché il viaggio in terra pugliese «è uno snodo fondamentale»

F. Str.

DAL NOSTRO INVIATO

S. MARIA DI LEUCA — Giovanni Paolo II puntava all'estensione del messaggio, Ratzinger guarda alla profondità. Non sono metafore, ma concetti geografici. Sono pronunciati da Mimmo Muolo, pugliese di Monopoli, vaticanista per «Avvenire », il quotidiano dei vescovi.
Provano a spiegare il perché l'uno ha viaggiato per l'intero mondo, e l'altro insiste nel visitare paesi dell'Occidente (che vanno «rievangelizzati dalle radici »).
La terra pugliese, in questo contesto, «è uno snodo fondamentale».

Il Papa ha già toccato due volte la Puglia. Come lo spieghi?

«Il primo viaggio, compiuto a maggio 2005 a conclusione del congresso eucaristico, l'ha ereditato dall'agenda del predecessore. Questo è il primo vero compiuto su invito. Si badi: Benedetto, a differenza di Giovanni Paolo che toccava i confini della terra, viaggia in luoghi simbolo. Quando si sposta è come se rimarcasse sempre qualcosa di particolare ».

Qui qual è il concetto che intende sottolineare?

«Viene a dire che questo è un luogo di snodo. Il Papa guarda alle diversità, alle culture che qui si incrociano. Al cospetto delle culture e dei popoli che arrivano, l'accento però cade sulla fede. Intendiamoci, egli non nega l'aspetto dell'accoglienza, ma è come se sottolineasse che il compito della Chiesa è soprattutto di annunciare il vangelo. E' un aspetto qualificante del suo pontificato. Dalla terrazza naturale che è Leuca ci dice: non basta accogliere, occorre muoversi verso gli altri. Ci fa capire anche come».

Come?

«Con il duplice principio petrino e mariano, di Pietro e di Maria. Si tramanda che il primo fosse approdato a Leuca, mentre alla Madonna è intitolata la basilica. Il primo rappresenta l'istituzione, la seconda l'accoglienza materna. Occorrono, dice il pontefice, l'uno e l'altra».

Ratzinger parla di Chiesa senza confini, ma poi insiste nel visitare paesi occidentali. Come lo valuti?

«Benedetto pensa che il mondo occidentale abbia bisogno di ricominciare a credere. Sta cercando di spiegare che credere è plausibile anche sul piano razionale. Egli si rivolge soprattutto al mondo occidentale, dove il modo di vivere il cristianesimo è andato in crisi negli ultimi 100-150 anni. Si è cristiani, in casa propria, ma con scarsa professione pubblica. In questo, Giovanni Paolo e Benedetto sono diversi: Wojtyla guardava all'evangelizzazione; Ratzinger mira alla profondità».

© Copyright Corriere del Mezzogiorno, 14 giugno 2008

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