2 giugno 2008

Il cardinale Kasper al rientro dal suo viaggio in Russia: iniziata una nuova fase nei rapporti tra cattolici e ortodossi russi (Radio Vaticana)


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Il cardinale Kasper al rientro dal suo viaggio in Russia: iniziata una nuova fase nei rapporti tra cattolici e ortodossi russi

Il cardinale Walter Kasper, presidente del Pontificio Consiglio per la promozione dell’unità dei cristiani, è appena rientrato a Roma dalla Russia dove ha compiuto, dal 21 al 30 maggio, un’importante visita su invito di Sua Eminenza Kyrill, metropolita di Smolensk e Kaliningrad. Il porporato ha avuto anche un incontro col Patriarca di Mosca e di tutte le Russie Alessio II, cui ha consegnato una Lettera di Benedetto XVI, in cui il Papa esprime la propria gioia per i tanti segni di fraternità e vicinanza che stanno caratterizzando i rapporti tra le due Chiese sorelle, accomunate dal desiderio di sostenere nel mondo i valori cristiani. Per un bilancio di questo viaggio ascoltiamo lo stesso cardinale Walter Kasper al microfono di Giovanni Peduto:

R. – E' iniziata come una visita privata, ma è divenuta poi una visita semiufficiale. Io avevo intenzione di conoscere meglio la Russia, la sua tradizione spirituale, religiosa e teologica, perciò ho viaggiato nel Paese. Sono stato a Kazan per venerare di nuovo l’icona della Madre di Dio di Kazan. Sono stato a Novgorod, vicino al monastero dove è vissuto uno dei santi più venerati, Serafino di Sarov. Ho incontrato gli studenti, perché per me era molto importante, ed alcuni vescovi. Ho trovato un’accoglienza che non mi aspettavo: molto gentile, molta aperta e molto fraterna. Questo mi ha stupito e mi ha mostrato che siamo all’inizio di una nuova fase dei nostri rapporti con la Chiesa ortodossa russa. Penso che anche loro vogliano lasciarsi indietro le controversie del passato, che ci sono ancora, è chiaro, non sono un utopista, ma si vuole cominciare una nuova fase di cooperazione fra le due Chiese. Questo è molto importante.

D. - Il Patriarca Alessio II come ha accolto la lettera del Papa?

R. - Quando ho incontrato il Patriarca Alessio II, in un incontro di un’ora e un quarto, molto lunga per un’udienza, lui è stato molto gentile e anche molto rilassato. Questa volta abbiamo parlato della mia visita. E’ stato molto contento per il mio interesse nei confronti della sua eredità spirituale, e poi ha menzionato anche i problemi: l’espansione delle cosiddette Chiese uniate in Ucraina, gli orfanotrofi... ma solo alla fine e molto brevemente. Io ho risposto a questo, ma l’atmosfera nell’insieme è stata positiva e costruttiva. Io ho portato anche una lettera di Papa Benedetto XVI e lui mi ha dato una sua lettera breve ed un dono per il Santo Padre. Infine, mi ha detto in tedesco i suoi saluti al Papa e il suo amore per il Papa: questa è stata la sua espressione.

D. - Si avvicina anche una visita del Papa a Mosca?

R. - Non c’è stata discussione sul possibile incontro tra il Papa e il Patriarca. Io ho detto che, se la Provvidenza lo permetterà, speriamo sia presto possibile questo incontro. Non ho spinto. Ma lui ha risposto: se tutte le cose vanno in questa direzione... Ciò non vuol dire che ci sia già un’agenda concreta. Le cose si sviluppano, ma è meglio non spingere. Quindi, io sono ottimista e ho speranza che possiamo andare avanti con la Chiesa ortodossa russa, che è la più grande Chiesa ortodossa, con una tradizione veramente ricca.

D. - Quali sviluppi ha visto nella Chiesa ortodossa russa?

R. - Cominciano a sviluppare adesso una pastorale giovanile, una pastorale sociale, culturale e questo è molto importante. Sono cose non tanto tradizionali nella loro ortodossia. Soprattutto gli incontri che ho avuto con gli studenti – tre incontri e discussioni – mi hanno fatto molto piacere, come professore. Loro sono stati molto cortesi, non hanno fatto nessuna domanda critica o ostile, ma sono stati bene informati delle questioni della nostra Chiesa, e si sono mostrati molto, molto interessati. Adesso, anche da altre parti, mi hanno detto che c’è un grande interesse per il cattolicesimo. Così si può sperare.

D. - Quali sviluppi sono possibili in questa amicizia crescente tra cattolici e ortodossi russi?

R. - La strada non sarà facile, ma non senza speranza. Si devono sviluppare adesso i rapporti a tutti i livelli, per poter sperare. Un punto molto importante: il proseguimento del dialogo teologico internazionale di Belgrado e Ravenna. Ci sono seri problemi tra Costantinopoli e Mosca. Noi non possiamo intervenire direttamente, perché è una questione inter-ortodossa, ma vogliamo insistere perché trovino una soluzione o un compromesso, perché continuare il dialogo senza la Chiesa ortodossa russa non sarebbe del tutto impossibile, ma sarebbe molto difficile. Noi vogliamo avere un dialogo con tutte le Chiese ortodosse nel loro insieme e speriamo di poter raggiungere tutto questo.

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