8 giugno 2008

Choc di alcuni per il baciamano di Berlusconi al Papa :-)


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E il premier bacia l´anello

FILIPPO CECCARELLI

Ci sono immagini che restano impresse per la loro potenza simbolica. E nessun politico lo sa meglio di Berlusconi che ieri, davanti ai fotografi, per due volte ha preso la mano del Papa e con caloroso, ridente trasporto l´ha voluta baciare.
Un fervido e duplice bacio sul dorso della mano di Benedetto XVI a sanzionare l´inizio e la conclusione della visita ufficiale del presidente del Consiglio della Repubblica italiana, il che non era affatto scontato, tanto meno era richiesto dal cerimoniale della Santa Sede. E infatti, negli ultimi cinquant´anni, nessuno dei predecessori di Berlusconi, né lui stesso, risulta aver compiuto quell´atto di ossequio e devozione, di rispetto e deferenza, ma anche di sottomissione a un´autorità plasticamente riconosciuta come superiore.
Il bacio va rivolto all´anello piscatorio con il sigillo pontificale in oro. Quello stesso anello, tra parentesi, che nel gennaio scorso scivolò dal dito di Papa Ratzinger quando per la prima volta celebrò messa nella Cappella Sistina con le spalle rivolte ai fedeli. Se questo rito di origine medievale è dunque «a discrezione», è anche vero che la società dell´immagine ne moltiplica la resa mediatica, tanto più in una situazione come quella italiana dove il contenzioso sui valori e la laicità è all´ordine del giorno.
E comunque. In mancanza di più freschi precedenti, o magari di ulteriori baci fotograficamente documentabili, non resta che richiamare il gesto del Cavaliere alla storica immagine che nel dicembre del 1955 vide il presidente della Repubblica Giovanni Gronchi, in marsina di gala, genuflesso davanti alla ieratica figura di Pio XII. Anche in quel caso non ce n´era alcun bisogno, prevedendo gli antichi Canoni della Congregazione del Cerimoniale (1588) che ci si avvicinasse al Pontefice accennando un triplice inchino. Ma Gronchi e il suo seguito, a cominciare dal ministro degli Esteri Gaetano Martino, un liberale, vollero lo stesso gettarsi in ginocchio, ai piedi di Papa Pacelli. Non solo, ma in quella posa restarono - «prostrati al bacio della sacra pantofola», come li descrisse Vittorio Gorresio - fino a quando non furono soddisfatte le esigenze sceniche del fotografo apostolico, commendator Felici.
Vero è che Gronchi aveva qualcosa da farsi perdonare: un certo stile di vita, come si dice ora, oltre ai voti del Pci che lo avevano portato al Quirinale. Ma ci furono a quel tempo aspre, diffuse e comprensibili polemiche da parte dei laici. Altre, sebbene di minor impatto, ce ne furono trent´anni dopo, quando Francesco Cossiga, prima di giurare come presidente della Repubblica, venne invitato in Vaticano e pure lui si mise in ginocchio: «Ma l´ho fatto in privato» tenne a precisare; e senza fotografi. «Nella mia funzione pubblica - chiarì nell´agosto del 1985 - mi atteggio come si atteggiano tutte le autorità». In modo da tenere distinti, nella vita pubblica, l´ambito religioso da quello politico e diplomatico.
Il baciamano del presidente al Papa è un rito che riunifica invece le due sfere: è un tale segno di deferenza, una così evidente promessa di obbedienza, un atto di ossequio talmente implicito e proclamato da oltrepassare le parole e mettere in gioco addirittura il corpo.
Sono faccende che attengono ai simboli e all´immaginario del potere. E qui, di nuovo: non c´è uomo politico che se ne intenda più di Berlusconi. Nell´epoca delle visioni a distanza, nessuno riesce a calibrare meglio di lui gli effetti dei suoi messaggi. Per cui è legittimo e magari anche ragionevole nutrire dubbi sulla spontaneità e sull´intima schiettezza di questo gesto. Ma di sicuro, sul piano della vita pubblica e anche su quello della biografia del Cavaliere, è un fatto del tutto inedito di cui senz´altro prendere nota.
Detto altrimenti e in forme necessariamente semplificate: Berlusconi non è tipo da riconoscere che qualcuno sia più potente di lui. Anche con i grandi del pianeta, con Bush e Putin tende a trattare alla pari, anzi più di una volta scherzando ha accennato alla prospettiva di poterli prima o poi assumere nelle sue aziende. Di norma usa un linguaggio regale, nomina apostoli, missionari e cavalieri, nelle barzellette si colloca di norma in vetta all´Olimpo o ai vertici celesti. Qui sulla terra, dopo aver assistito un giorno a una cerimonia in cui i sacerdoti della comunità si erano inginocchiati davanti a don Gelmini, Berlusconi se n´è uscito, per celia, con le seguenti parole: «Adesso va a finire che prendo tutti i miei di Forza Italia, li metto in ginocchio e li faccio giurare l´impegno per l´amore e la libertà».
Ecco: ieri per la prima volta Silvio Berlusconi ha ammesso l´esistenza di una figura sopra di lui. Inusitato atto di umiltà e insieme studiato colpo allo Stato laico: sempre più speciali i paradossi della post-politica.

© Copyright Repubblica, 7 giugno 2008 consultabile online anche qui.

Innanzitutto, caro Ceccarelli, informiamoci: il Papa non HA MAI CELEBRATO MESSA CON LE SPALLE AI FEDELI!
Per una semplice ragione: mai (finora, ma c'e' sempre tempo ed io lo spero...) ha celebrato la Santa Messa secondo il rito tridentino.
Per di piu' la celebrazione era in italiano (e non in latino) ed il Papa si e' rivolto a Cristo (e non ai fedeli) solo per pochi minuti a causa della posizione dell'altare nella Cappella Sistina.
Attenzione, quindi, a dare una corretta informazione ai lettori.
Non si preoccupi, Ceccarelli: anche il vate Scalfari e' caduto, piu' o meno consapevolmente, nella stessa gaffe.
Berlusconi ha voluto baciare l'anello del Pescatore? E allora? Colpo allo Stato laico? Suvvia...capisco il tormento e lo choc ma non e' il caso di essere tanto sconvolti :-)

R.

E per la prima volta il premier bacia il sacro anello

ROMA - È il baciamano di Silvio Berlusconi l’immagine-simbolo di questa udienza in Vaticano. Un’immagine cercata, voluta. La prova del «clima nuovo». Da premier Berlusconi non l’aveva mai fatto nei precedenti incontri con Giovanni Paolo II e Benedetto XVI. Non si era chinato a baciare l’anello, come fecero allora molti suoi ministri, neppure il 14 novembre 2002, giorno della storica visita di Papa Wojtyla a Montecitorio. E perché il gesto non apparisse frutto della sola emozione, il Cavaliere ha voluto ripeterlo: all’incontro con il Pontefice, e poi nel momento del commiato.
Il baciamano significa venerazione, rispetto, devozione. Anche sottomissione, e perciò è un atto di fede. Negli ultimi due decenni probabilmente non si troveranno altre immagini di presidenti del Consiglio o della Repubblica nell’atto di sollevare la mano del Papa per baciarla. Anche per i premier cattolici limitarsi all’inchino era diventato un modo per rappresentare la laicità dello Stato. Lo stesso Gianni Letta, «gentiluomo di Sua Santità», ieri non ha spinto l’inchino fino al bacio dell’anello. Fino agli anni ’70 invece i presidenti democristiani l’hanno fatto più volte. L’eccezione fu Giovanni Gronchi, che da Capo dello Stato addirittura si inginocchiò davanti a Pio XII.
cla.sa.

© Copyright Il Messaggero, 7 giugno 2008 consultabile online anche qui.

Lo Stato non e' piu' laico se un Presidente cattolico evita di baciare l'anello del Papa. Si tratta, infatti, di un'omissione studiata ed ipocrita.
Se uno e' cattolico compia, senza reticenze o timori da politicamente corretto, l'atto di obbedienza. Se non lo e' eviti...
R.

13 commenti:

Anonimo ha detto...

A parte il fatto che Berlusconi come cattolico può baciare l'anello del Pescatore del Papa come segno di devozione alla Chiesa, mi sembra che sia stato il Papa a porgrli la mano da baciare ed è cattiva educazione e scortesia rifiutare il bacio.
Mi sembra comunque che tutti i cattolici alla prsenza del Papa gli bacino l'anello. Quante storie...

euge ha detto...

Cara Cindy, purtroppo, questa mattina si sono alzati tutti elettrizzati chissà perchè forse è il tempo!
Comunque, figuriamoci se non si sarebbe polemizzato su questo aspetto........ Forse, per alcuni è stato scioccante ed inusuale, perchè i predessori di Berlusconi, non lo hanno mai fatto: come nel caso di Prodi cattolico " adulto" il bacia mano papale risultava una dichiarata minaccia alla laicità e poi forse perchè l'educazione di cui tu parli, certi non sanno neanche dove sta di casa. Negli altri casi, invece evidentemente si trattava soltanto di grande senso di inferiorità ed allora si ricorre all'affronto e si evita di farsi vedere " sottomessi" alla figura del Pontefice.

euge ha detto...

Cara Cindy, purtroppo, questa mattina si sono alzati tutti elettrizzati chissà perchè forse è il tempo!
Comunque, figuriamoci se non si sarebbe polemizzato su questo aspetto........ Forse, per alcuni è stato scioccante ed inusuale, perchè i predessori di Berlusconi, non lo hanno mai fatto: come nel caso di Prodi cattolico " adulto" il bacia mano papale risultava una dichiarata minaccia alla laicità e poi forse perchè l'educazione di cui tu parli, certi non sanno neanche dove sta di casa. Negli altri casi, invece evidentemente si trattava soltanto di grande senso di inferiorità ed allora si ricorre all'affronto e si evita di farsi vedere " sottomessi" alla figura del Pontefice.

Anonimo ha detto...

Ho inquadrato il baciamano di Berlusconi nell'ambito di una manifestazione di rispetto, in linea con le norme del cerimoniale della S. Sede inn ooccasione di incontri con Capi di Stato e di Governo. Sostenerne il presunto valore simbolicodi abdicazione alla laicità dello Stato è soltanto un misero tentativo di innestare le solite polemiche fritte e rifritte contro la Chiesa di cui purtroppo quotidianamente dobbiamo prendere atto.

Anonimo ha detto...

E poi, questioni di cerimoniale ed educazione a parte, sono sicura che se berlusconi avesse stretto la mano a Benedetto, i giornaloni di sin avrebbero urlato che il Capo del Governo, si sente pari al Papa. E già lo dicono abbastanza...

gemma ha detto...

se questi sono gli argomenti che la cultura sedicente laica ha da contrapporre al pensiero ratzingeriano...
come criticare un ristorante non per la qualità delle portate ma per quella delle ceramiche

euge ha detto...

Carina questa cara gemma :-))))

Anonimo ha detto...

L'apparenza è sostanza.
Non succedeva dagli anni 50. Lo stesso Cossiga baciava in udienza privata, ma non quando rappresentava lo stato italiano. Il simbolismo è evidente, poi, certo, in Arabia Saudita si è visto di peggio.

brustef1 ha detto...

Ricordo che si trattava di un'udienza privata, quindi il bacio dell'anello è stato perfettamente legittimo.

Anonimo ha detto...

Il fatto e' gravissimo: innanzitutto perche l'udienza non era affatto privata, dal momento che i fotografi hanno immortalato la scena; di piu', l'incontro era squisitamente diplomatico, tanto che si e' parlato di incentivi alle private, e che Berlusconi ha dichiarato, subito dopo uscito, "Noi siamo con la chiesa".
Noi, non IO. Questo vuol dire un aperto schieramento del governo spalleggiando la Chiesa, di cui il bacio dell'anello e' un'ulteriore prova. Questo comunque non sarebbe una cosa cosi' "pessima" in senso assoluto, visto che abbiamo avuto 50 anni di governi di un partito che portava la croce non solo nelle sue tradizioni, ma nel suo stesso simbolo.
La gravita' e' nel fatto che anche i piu' ferventi cattolici non si sono MAI sognati di inchinarsi alla maesta' papale, almeno non nel loro esercizio politico.
Fulgido esempio e' De Gasperi, che rifiuto' la richiesta del papa di governare insieme ai fascisti; il papa, pertanto, annullo' un appuntamento che egli aveva; la reazione di De Gasperi fu perfetta: convocò ufficialmente l’ambasciatore della Santa Sede presso l’Italia, e, stando in piedi, dietro la sua scrivania di capo del governo dell’Italia, disse: "Signor Ambasciatore, riferisca al papa che come cristiano accetto l’umiliazione, come presidente del consiglio dei ministri della repubblica italiana, protesto energicamente e chiedo spiegazioni"..
Io rispetto la possibilita' della Chiesa di esprimere opinioni politiche, orientare voti, scelte personali, ecc.
Ma non mi inchino! A quale titolo il Presidente del Consiglio, pertanto, bacia la mano?

NB: in tutto cio' non e' stato fatto nessun attacco alla Chiesa; l'attacco e' stato fatto al presidente del consiglio.

brustef1 ha detto...

Studiarsi un po' di cerimoniale e informarsi prima di dar fiato ai risentimenti politici non guasterebbe: l'udienza era PRIVATA, come dimostrano la tabella delle udienze e il fatto che il Presidente non indossasse frac e decorazioni di prammatica. Cosa c'entrano i fotografi, che sono sempre presenti a tutte le udienze? Tutto si potrà dire di Berlusconi, ma non che non si circondi di consulenti che gli suggeriscono i comportamenti più opportuni (anche se l'uomo ogni tanto si lascia andare). Ha fatto benissimo a baciare l'anello, si è dimostrato libero da pregiudizi laicisti. E poi ancora con la storia di Pio XII "fascista"! Chi continua ad oltraggiare la memoria di quel grande Pontefice -colpevole di non essere filomarxista- dovrebbe coprirsi il capo di cenere

Anonimo ha detto...

.....Ancora? Qui o non si capisce o si fa finta di non capire che i comportamenti pubblici propri dell'identità cattolica (anche da un Capo di Stato) NON possono i alcun modo essere confusi con l'aspirazione a uno Stato confessionale. Papa Benedetto ha spiegato tante e tante volte questo concetto, ma è inutile mettersi a polemizzare con chi è assolutamente prevenuto e si chiude al confronto.

Anonimo ha detto...

le argomentazioni di boyska sono ineccepibili: il presidente del consiglio è il presidente del consiglio quando va in udienza dal papa e lo fa con i fotografi.
sono invece d'accordo ullo spunto di cindy (pronuncia sindai)