22 giugno 2008

CARD. RUINI: I VESCOVI SI SOTTRAGGANO A SUDDITANZE E PRESSIONI. IL PAPA: RUINI HA RESO ROMA ANCORA PIU' GRANDE (Agi)


Vedi anche:

Il Papa «chiude» il Congresso eucaristico internazionale. Omelia in videoconferenza. Diretta dalle 16.55

Il Papa: "Il credente non si spaventa dinanzi a nulla, perché sa di essere nelle mani di Dio, sa che il male e l’irrazionale non hanno l’ultima parola"

Card. Levada: "La società secolarizzata ha bisogno di un'apologetica rinnovata". I commenti del Prof Ratzinger alla Dei Verbum (Osservatore)

Pubblicate le memorie del cardinale Siri: "Pio XII mi voleva Papa" (Galeazzi)

Cardinale Ruini, una mente raffinata nella prima linea dell'Italia cattolica (Bobbio)

Card. Ruini: "Scusate se non ho pregato quanto avrei dovuto" (Tornielli)

Il testo integrale dell'omelia del card. Ruini: "Essere a fianco del Papa nell’annuncio e testimonianza della fede è il compito di ogni Vescovo"

Lettera di Benedetto XVI al cardinale Ruini "pastore dalla fede semplice e schietta e dall'intelligente creatività pastorale"

Cardinale Ruini, il grazie del Papa e gli applausi (Bobbio)

Mons. Fisichella sul "caso" Berlusconi-Sanguinetti:"Non possiamo cambiare l’insegnamento di Gesù, ma siamo vicini ai divorziati risposati" (Tornielli)

Don Marchetti: «Comunione ai divorziati risposati? Problema serio, da non banalizzare. "Strana" la battuta di Mons. Sanguinetti»

Mentre a Roma il card. Ruini esorta i vescovi a resistere ai media, in Sardegna un monsignore fa la battuta...

Agenzia Fides: bandiera arcobaleno? Sincretismo o pace? Gli uomini di Chiesa (laici o chierici) tornino alla Croce

Il "testamento" di Ruini (Grazie Eminenza!): «Vescovi con il Papa anche quando dice parole scomode»

Mons. Filoni sul viaggio del Papa in Puglia: "Nel cuore di un popolo pacifico e accogliente" (Osservatore Romano)

Il grazie di Benedetto XVI al cardinale Camillo Ruini: lettera per i venticinque anni di episcopato del suo vicario a Roma (Osservatore)

Lettera aperta di Gianpietro Olivetto (Rai): "E se la Chiesa fosse diversa da come viene dipinta, specie in Italia, da taluni?

Riceviamo e molto volentieri pubblichiamo questi commenti di Salvatore Izzo alla lettera del Papa al cardinale Ruini ed all'omelia di quest'ultimo a San Giovanni in Laterano.
R.

PAPA: RUINI HA RESO ROMA ANCORA PIU' GRANDE

(AGI) - CdV, 21 giu.

Nei 17 anni di ministero come vicario di Roma, il card. Camillo Ruini "ha accompagnato all'Ordinazione 484 presbiteri diocesani e ha favorito con varie iniziative la realizzazione di ben 57 nuove chiese parrocchiali".
A lui "e' dovuta pure la possibilita' che numerose comunita' cattoliche provenienti da altre nazioni del mondo hanno avuto di poter disporre in Roma di una chiesa per le loro celebrazioni e per mantenere vivi i rapporti con i connazionali e le terre di origine".
Ad enumerare i meriti del "carissimo cardinale" e' il Papa in persona in una lettera letta questa sera nella Cattedrale di San Giovanni in Laterano dove Ruini ha celebrato il suo 25esimo di Episcopato, anticipando anche il suo addio alla diocesi che dovrebbe essere ufficializzato nelle prossime settimane. "Nella Chiesa di Roma - scrive Benedetto XVI - tutti hanno potuto constatare la sua grande capacita' di lavoro, la sua fede semplice e schietta, la sua intelligente creativita' pastorale, la sua fedelta' all'identita' viva dell'Istituzione attraverso l'unione con il Papa anche in mezzo alle difficolta', il suo fiducioso e sorridente ottimismo. Desidero ancora ringraziarla - continua la lettera - per quanto ha fatto per i sacerdoti, i diaconi, i religiosi e le religiose, i seminaristi, le aggregazioni laicali e tutto il popolo di Dio della Diocesi di Roma: in questi anni essa e' cresciuta nella comunione e nella consapevolezza dell'urgenza della missione".
Un grazie particolare, infine, Ratzinger ha voluto rivolgerlo a Ruini per "la dedizione con cui, in questi anni, mi ha introdotto nella complessa realta' di questa amata Chiesa, accompagnandomi nelle visite alle parrocchie, negli incontri col clero, con i poveri, con gli ammalati, con i giovani.
Grazie - conclude la lettera indirizzata all'ex presidente della Cei - per aver sostenuto il mio invito ad un serio impegno per l'educazione e per aver convocato piu' volte in Piazza San Pietro tanti fedeli per ascoltare, sostenere e incoraggiare il ministero del Romano Pontefice''.

© Copyright (AGI)

PAPA: RUINI HA SEMPRE SERVITO LA VERITA'

(AGI) - CdV, 21 giu.

A giudizio di Papa Ratzinger che lo ha mantenuto nell'incarico per due anni dopo le dimissioni presentate dal porporato a 75 anni, il card. Camillo Ruini e' stato sempre ''esemplarmente fedele al suo motto episcopale: 'Veritas liberabit nos'''.. ''In nome di questa Verita', che e' Cristo stesso - scrive il Pontefice nella lettera letta questa sera nella Cattedrale di San Giovanni in Laterano - il card. Ruini si e' continuamente speso per il popolo di Dio che e' in Roma''.
Nella sua lettera Benedetto XVI ripercorre i momenti piu' significativi del ministero episcopale di Ruini, a cominciare dal decisivo contributo offerto come vice presidente del Comitato promotore del Convegno nazionale della Chiesa italiana a Loreto''. In quell'occasione, ricorda il Pontefice ''vedendo in Ruini un vescovo fedele e saggio, intelligente e lungimirante, Giovanni Paolo II, nel giugno 1986, lo nomino' Segretario generale della Conferenza Episcopale Italiana. Da allora e fino al 7 marzo dello scorso anno il cardinale ha servito ininterrottamente l’Episcopato italiano, in modo particolare a partire dal 1991, quando divenne presidente della Cei''. Non solo, Ruini ha portato a termine, nel 1993, il Sinodo diocesano di Roma ''promuovendo il piu' ampio coinvolgimento delle parrocchie e di tutte le altre realta' ecclesiali presenti nell’Urbe, particolarmente attraverso le Assemblee presinodali di prefettura, ed intessendo, attraverso
l’iniziativa denominata 'Confronto con la Citta'', un dialogo aperto all’intera cittadinanza sui problemi piu' importanti e complessi della Roma di oggi''. Ne' Benedetto XVi ha voluto tralasciare ''la preparazione e la celebrazione della Missione cittadina in preparazione al Grande Giubileo del 2000. Missione che ha visto il popolo di Dio non solo destinatario ma attivo protagonista. Poi lo stesso Giubileo, che ha avuto il suo momento di maggiore evidenza nella XX Giornata Mondiale della Gioventù: indimenticabile esperienza di Chiesa per la quale molto si deve alla Diocesi di Roma''.

© Copyright (AGI)

RUINI: VESCOVI SI SOTTRAGGANO A SUDDITANZE E PRESSIONI

(AGI) - CdV, 21 giu.

E' doveroso per il Vescovo essere coraggioso ''nell'annuncio e nella testimonianza pubblica della fede''. Non solo: e' indispensabile ''sottrarsi alla sudditanza'' nei confronti ''della pressione esercitata dalla opinione pubblica, cosi' come questa e' interpretata, e non di rado 'costruita', dai mezzi di comunicazione ed e' importante ''ricordare che la verita' che ci e' stata donata e affidata, quella verita' che in ultima analisi e' Cristo stesso, conta e 'pesa' molto di piu' di qualsiasi opinione''.
E' questo il messaggio che il card. Camillo Ruini ha voluto affidare alla diocesi nel giorno del suo 25esimo anniversario di episcopato.
''Sono stato assai aiutato e stimolato sotto questo profilo - ha spiegato nell'omelia della messa celebrata nella basilica di San Giovanni in Laterano - dal mio compito di Vicario del Santo Padre, in concreto dall'esempio che ho ricevuto da Giovanni Paolo II e da Benedetto XVI: in molte occasioni - ha confidato -ho percepito quasi fisicamente che sarebbe stato ingiusto lasciarli soli. Gia' prima, quando non ero ancora Vescovo, ho avuto la stessa sensazione nei confronti di Paolo VI''.
Secondo Ruini, ''essere a fianco del Papa nell'annuncio e testimonianza della fede, specialmente quando questi sono scomodi e richiedono coraggio, e' in realta' il compito di ogni Vescovo, un aspetto essenziale della collegialita' episcopale''.
''Mi permetto di dire - ha rilevato - che se tutto il Corpo episcopale fosse stato forte ed esplicito sotto questo profilo, varie difficolta', nella Chiesa, sarebbero state meno gravi e che anche per il futuro questa puo' essere una via efficace per ridimensionarle e superarle''.
E se per il cardinale prendere posizione, anche a costo di essere criticato, e' stato abbastanza semplice (''come ho detto scherzosamente parlando ad alcuni confratelli vescovi quando pensavo che non ci fossero altri ascoltatori, 'le pallottole di carta non fanno molta paura''', ha ricordato), piu' ''difficile e' stato, piuttosto, riuscire a congiungere, anche nel modo di esprimermi e di comunicare, la fermezza con l'amore''. Il ministero del Vescovo, ha infatti sottolineato, ''chiaramente non e' fatto solo di coraggio: in concreto e' molte cose, ma anzitutto e' 'amoris officium', compito e dovere di amore''.

© Copyright (AGI)

RUINI: DOVERE DEL VESCOVO E' PRENDERE DECISIONI, ANCHE SCOMODE

(AGI) - CdV, 21 giu.

''Ogni Vescovo, nel suo tempo e nelle sue situazioni di vita e di ministero, ha bisogno di almeno un poco di fortezza e anch'io ne ho avuto bisogno, a Reggio Emilia e poi qui a Roma''. Lo ha confidato questa sera il card. Camillo Ruini osservando che tutto cio' ''e' stato spesso necessario, e anche piu' impegnativo, nel 'governo' quotidiano della diocesi, dove non si ha a che fare
solo con le opinioni, ma con le persone''.
Nell'omelia della messa celebrata in San Giovanni in Laterano per i suoi 25 anni di episcopato, il porporato ha voluto sottolineare che ''forte e' il bisogno di rendere tangibile che quello che facciamo e decidiamo lo facciamo e decidiamo per amore,ricercando cioe' il bene sia della comunita' sia delle persone interessate''. Secondo Ruini, ''e' questo, forse, il maggior peso quotidiano di un Vescovo, non dico la sua croce piu' grande, questa infatti sono i suoi personali peccati, ma la piu' 'immediata'''.
Nel discorso del cardinale vicario ha poi trovato posto anche una sorta di ''mea culpa'': ''il mio rammarico piu' grande - ha ammesso - riguarda la mia debolezza e mediocrita' in quello che e' il primo compito di ogni vescovo: la preghiera''. ''Quante volte - ha confidato - ho ricevuto dalla gente richieste di preghiera, nella giusta convinzione e certezza che il vescovo e' anzitutto uomo
di Dio e quindi uomo di preghiera. Specialmente di questa debolezza chiedo perdono e il mio primo proposito per il futuro e' quello di porvi, con la grazia di Dio, in qualche modo rimedio''. Ma, ha continuato, ''questa sera, piuttosto che del poco amore che ho dato, vorrei parlare del grande amore che ho ricevuto dalla Chiesa e dalla Citta' di Roma, in concreto da tante persone da me conosciute o anche che direttamente non conoscevo: e' questo un aiuto immenso, un immenso sostegno, che dobbiamo saper vedere''.
''E' piu' facile - ha rilevato il porporato - fermarsi alle ostilita', o semplicemente alle tensioni, che non possono mancare, e non vedere abbastanza tutto il bene di cui un vescovo e' fatto oggetto, molto al di la' delle proprie doti e dei meriti personali, semplicemente per l'ufficio che ricopre: un ufficio che, direi, 'attira l'amore'''. Un amore che per Ruini si esprime anzitutto nella preghiera, nella solidarieta' e nella collaborazione: ''ne ho avuta tanta, da molte parti'', ha detto.
''Per parte mia - ha confidato - ho fatto poco, certamente non abbastanza, per meritare la solidarieta' che ho ricevuto, e ne chiedo scusa. Il contributo che ho cercato di dare - ha concluso - e' consistito soprattutto nel senso del dovere e quindi nell'assiduita' al lavoro e nell'assumermi le mie responsabilita', sforzandomi di essere sincero e leale''.

© Copyright (AGI)

RUINI: MIO TESTAMENTO E' GUARDARE A SFIDE CON L'OCCHIO DELLA FEDE

(AGI) - CdV, 21 giu.

''Guardiamo alla grande sfida che oggi dobbiamo affrontare, rendiamocene conto, non nascondiamoci davanti a lei, cerchiamo di coglierla nella sua forza, spessore, pervasivita', capacita' di penetrazione, quella capacita' e quell'attrattiva che essa esercita specialmente verso le nuove generazioni''. E' questo il ''piccolo testamento'' che il card. Camillo Ruini ha voluto lasciare alla diocesi di Roma nel giorno del suo 25esimo anniversario di episcopato e alla vigilia del suo avvicendamento al Vicariato. ''Il sacerdote, il vescovo, il cristiano - ha rilevato nell'omelia della messa celebrata nella basilica di San Giovanni in Laterano - avverte
giustamente il regno del peccato, avverte oggi la radicalita' della sfida che e' posta alla fede cristiana nei comportamenti e nel pensiero; ne scaturisce facilmente la tentazione della sfiducia: questo nel nostro tempo e' forse il pericolo piu' grande per la missione del Vescovo e della Chiesa''. Di fronte a tutto cio', ha chiesto il porporato, ''la Diocesi di Roma, e in essa il clero romano, per grazia di Dio mediamente giovane e ben preparato, le tante presenze vive religiose e laicali, devono sconfiggere questa tentazione, che e' contraria alla speranza teologale, alla speranza cioe' fondata sulla forza dell'amore che Dio ha per la famiglia umana''.
Secondo Ruini, occorre guardare alle sfide ''con occhio disincantato e a sua volta penetrante, con l'occhio della fede, che e' necessariamente diverso e anche piu' penetrante rispetto a uno sguardo soltanto umano: con la luce della fede possiamo intuire infatti la realta' profonda dell'uomo, in cui Dio e' presente per attirare a se' ed orientare a Cristo le persone e la storia''. ''Oso dire - ha scandito - che Dio continua ad attirare a se' in modo speciale questa nostra Chiesa e Citta' di Roma, come tante volte in questi anni ho potuto toccare con mano''. ''Nel mio piccolo, se il Signore lo permettera' - ha concluso - vorrei continuare a lavorare, in una forma diversa, perche' i romani e gli italiani di oggi sappiano guardare al mondo e alla vita con l'occhio della fede, e cosi' non si affliggano 'come gli altri che non hanno speranza'''.

© Copyright (AGI)

RUINI: GRAZIE A MIEI DUE PAPI E A COLLABORATORI VICARIATO

(AGI) - CdV, 21 giu.

Il card. Camillo Ruini ha voluto ringraziare pubblicamente ''di tutto cuore per il dono della grande fiducia'' accordatagli da Giovanni Paolo II e Benedetto XVI: ''senza una tale fiducia - ha scandito - il compito del Cardinale Vicario sarebbe davvero
arduo e ben poco fruttuoso''. "All'uno e all'altro Successore di Pietro va dunque la mia personale totale gratitudine'', ha affermato il porporato osservando che la continuita' piu' profonda tra i due pontificati sta nella fiducia che la tentazione del disimpegno e la sfiducia ''possono, anche storicamente, essere superate, anzitutto per la potenza salvifica di Dio, che e' reale e storicamente incarnata''. ''Quando sono ritornato a Roma dopo i lunghi anni del mio ministero a Reggio Emilia - ha aggiunto Ruini - portavo gia' dentro di me una simile convinzione, ma certamente il contatto con i due Papi mi ha molto fortificato e aiutato a capirla di piu' e a vederla come 'storia in atto', storia che si realizza nelle vicende quotidiane''.
Nell'omelia della solenne messa celebrata nella basilica di San Giovanni in Laterano per i suoi 25 anni di episcopato, il cardinale ha poi detto grazie ai suoi collaboratori. ''Mi limito, nella diocesi di Roma, ai vicegerenti mons. Remigio Ragonesi, che ora e' nella Casa del Padre, mons. Cesare Nosiglia e mons. Luigi Moretti, che porta adesso il peso di questo ufficio. Con i vicegerenti ringrazio tutti i vescovi Ausiliari, i miei due segretari, don Mauro e ora don Nicola, e tutto lo staff della mia segreteria personale''. Un pensiero speciale Ruini lo ha rivolto alla sua perpetua. ''Ringrazio Pierina, che rimarra' con me, e tutte le persone che in questi anni, insieme a lei, hanno reso confortevole la mia vita'', ha aggiunto elencando anche ''i sacerdoti, le religiose, i laici del Vicariato, i parroci, i vicari parrocchiali e tutti i sacerdoti, i religiosi e le religiose, i laici impegnati nella pastorale e le loro molteplici aggregazioni'' e ''i rettori dei seminari, i loro collaboratori e i seminaristi, che ho sempre considerato dei giovani amici''. Nel suo discorso Ruini non ha dimenticato ''le tante persone, cattolici e 'laici', nelle quali ho trovato amicizia, vicinanza e collaborazione anche al di fuori delle strutture ecclesiali''. ''Per un Vescovo, come per ogni sacerdote - ha sottolineato - questi rapporti sono preziosi e doverosi, fanno parte a pieno titolo della nostra missione. Mi rammarico di aver avuto poco tempo per coltivarli e, se il Signore vorra' - ha annunciato - vi dedichero' piu' tempo nel futuro''. ''Ma in tutti questi anni un dono grande l'ho ricevuto da Roma stessa, Roma diocesi e Roma citta': questo dono - ha concluso - l'ho compreso un poco per volta e sempre di piu'.
Terminato il mio servizio di Cardinale Vicario confido di gustarlo e assaporarlo ancora meglio, ritornandovi negli anni che mi imangono con la memoria e con la preghiera''.

© Copyright (AGI)

1 commento:

Anonimo ha detto...

Buona domenica Raffaella, ti consiglio un bell'intervento del Card. Scola sull'Islam pubblicato sulla Stampa di oggi. Marco