29 maggio 2008

Padre Lombardi: "A tre anni dall'elezione sono mutati i rapporti fra il Papa ed i media. Benedetto XVI non tenta di nascondersi dietro all'immagine"


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Rapporti mutati tra il Papa e i mezzi di comunicazione

Secondo il suo portavoce, la chiave è nel suo atteggiamento positivo

TORONTO, giovedì, 29 maggio 2008 (ZENIT.org).

A tre anni dalla sua elezione a Papa, il rapporto tra i mezzi di comunicazione e Benedetto XVI ha subito una profonda evoluzione, come ha dimostrato la sua recente visita negli Stati Uniti, constata il portavoce vaticano.

Per padre Federico Lombardi S.J., direttore della Sala Stampa della Santa Sede, questo cambiamento è dovuto in buona parte alla visione positiva che il Pontefice ha dei mezzi di comunicazione e del servizio che offrono.
Lo ha spiegato questo giovedì intervenendo alla Convention dei Media Cattolici 2008, che riunisce a Toronto dal 28 al 30 maggio 480 professionisti degli Stati Uniti e del Canada.
Padre Lombardi, che è anche direttore della “Radio Vaticana” e del Centro Televisivo Vaticano, ha rivelato alcuni dettagli di questo atteggiamento del Papa, spiegando che, come faceva Giovanni Paolo II, dopo ciascuno dei suoi viaggi si riunisce con i responsabili dei mezzi di comunicazione in Vaticano per valutare l'impatto che ha avuto il suo messaggio.

“Questo approccio mi interessa profondamente”, ha confessato padre Lombardi, sostenendo che dice molto del rapporto del Papa con i media e della sua “consapevolezza che i media sono fondamentali e necessari per la diffusione di ogni messaggio”.

Compiendo un bilancio del successo della visita papale negli Stati Uniti, padre Lombardi l'ha attribuito soprattutto al “suo approccio cordiale e positivo nei confronti del popolo americano”.
“Ha compreso come esprimere i valori su cui si è basata la storia del popolo americano fin dall'inizio: amore e rispetto della libertà e dell'esperienza religiosa, e il desiderio di costruire una società che accolga e rispetti gli altri e il loro credo”, ha spiegato.

Benedetto XVI preferisce sempre utilizzare il linguaggio della proposta e non della condanna, ha affermato. “Non è un caso che la prima Enciclica del Papa sia stata sull'amore, e la seconda sulla speranza. Non è un caso nemmeno che il suo primo libro sia stato su Gesù, che ci mostra il volto di Dio”.

Quando parla ai giovani, ha constatato, “Benedetto XVI insiste sul fatto che la nostra non è una religione di divieti, di 'no!'. Piuttosto, è basata sui grandi 'sì!' d'amore”, ha indicato.

Quest'opera, ha detto il portavoce, è compiuta dal Papa con fiducia nella ragione e pazienza nel comunicare messaggi forti.

Come esempio, ha spiegato che Benedetto XVI non ha pronunciato il suo discorso alle Nazioni Unite “come uno show”.

“Non ha usato un linguaggio volto a infiammare l'immaginazione o a provocare una sensazione. Voleva svelare le profondità, affermare principi fondamentali”, ha ricordato. “E' questa la risposta che il Papa dà ogni giorno al relativismo e al soggettivismo”.

Il Pontefice, ha spiegato, non evita i problemi delicati, ma “ha il coraggio di dire la verità”, come ha fatto nel suo viaggio negli Stati Uniti parlando degli abusi sessuali e come ha mostrato con il gesto di ricevere in udienza le vittime.

“Il Papa ha capito che per guarire le ferite del passato c'era bisogno di quel tipo di sincerità che è completamente privo di incertezze. Siamo tutti grati a Papa Benedetto per questo”, ha confessato il suo portavoce.

Padre Lombardi ha attribuito l'evoluzione del rapporto con i media al fatto che il Papa è se stesso, senza cercare di nascondersi dietro all'immagine.

“Con il tempo, i media stanno imparando a conoscerlo meglio. Il suo insegnamento è profondo e coerente, ed egli è una persona gentile e umile. A volte questa ha dimostrato di essere la forza maggiore”.

Quando ha visitato la Moschea a Istanbul, ad esempio, durante un viaggio estremamente delicato alla ricerca del dialogo con il mondo musulmano dopo i fraintendimenti relativi al suo discorso di Ratisbona, ha dimostrato che “un'immagine vale dozzine di dichiarazioni teoretiche sul rispetto per l'islam”, ha spiegato.

“Benedetto XVI non è solo un grande maestro – ha concluso il portavoce –. Sta diventando sempre di più un pastore umano che conquista”.

© Copyright Zenit

I media hanno ancora molto "da camminare" per essere all'altezza del Magistero di Benedetto XVI, ma il viaggio negli Usa ha dimostrato che, quando i giornalisti mettono da parte i pregiudizi, possono fare un lavoro eccellente.
R.

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