29 maggio 2008

Ahmadinejad vuole vedere il Papa: problemi logistici e lista di attesa (Rodari)


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Ahmadinejad vuole vedere il Papa: problemi logistici e lista di attesa

di Paolo Rodari

Il presidente iraniano Mahmud Ahmadinejad è in lista d’attesa. Mohammad Javad Faridzadeh, infatti, ambasciatore del suo paese presso la Santa Sede, ha inviato la richiesta alla segreteria di Stato vaticana perché venisse concessa un’udienza papale ad Ahmadinejad nei giorni della sua venuta a Roma in occasione del Summit Fao della prossima settimana (dal 3 al 5 giugno). Ma la segreteria di Stato ancora non ha risposto. E il motivo è principalmente uno. C’è, in sostanza, un problema di logistica.
In occasione di ogni Summit della Fao, infatti, sono decine le richieste che vari di capi di Stato avanzano per poter incontrare il Papa. La lista, insomma, è lunga, e non è detto che la diplomazia vaticana riesca ad accontentare tutti. Anzi, probabilmente, per non far dispiacere nessuno, la soluzione che verrà adottata settimana prossima sarà quella di concedere un’udienza collettiva a tutti i capi di Stato presenti al Summit.
Ciò, tuttavia, non esclude la possibilità che qualche singolo capo di Stato non possa incontrare singolarmente non tanto il Pontefice quanto almeno il segretario di Stato vaticano, il cardinale Tarcisio Bertone, e questa potrebbe essere la soluzione che verrà adottata con Ahmadinejad.
Quanto all’opportunità politica dell’incontro, il Vaticano non ha particolari problemi. Ahmadinejad è un capo di Stato come tanti altri e nella Santa Sede non si disdegna mai la possibilità di dialogare con chiunque, soprattutto se su posizioni diverse dalle proprie. Nel caso del presidente iraniano, tuttavia, oltre a tante sue prese di posizione controverse, a giocare un ruolo negativo in vista di un suo possibile accesso entro mura leonine c’è la grave questione delle reiterate dichiarazioni di Ahmadinejad in favore della distruzione di Israele.
Alla Santa Sede non sfugge che la domanda di avere un’udienza col Papa avvenga sul modello della richiesta (poi esaudita) avanzata qualche mese fa (6 novembre) dal Re dell’Arabia Saudita Abdullah II, leader di uno dei paesi islamici più oppressivi quanto a libertà religiosa e di culto del mondo. Come Abdullah, anche Ahmadinejad incontrando il Papa intende accreditarsi quale interlocutore ascoltato dalla autorità morale più importante dell’occidente. D’altra parte sia Papa che Bertone, concedendo udienza ad Ahmadinejad potrebbero “lavorare ai fianchi” il presidente e far sì che l’udienza da mera show diplomacy divenga il primo passo di futuri rapporti fino a oggi insperati, soprattutto ai fini della sopravvivenza di quello 0,5 per cento della popolazione iraniana che si dichiara cristiana e, tra questa parte di popolazione, di quei 25 mila iraniani che sono cattolici.
Ahmadinejad è uno dei capi dell’Iran sciita e il dialogo con il Vaticano correttamente impostato è sui canali dei rapporti tra diverse fedi che dovrebbe procedere. In proposito, già il 27 dicembre 2006 primi canali di rapporto erano stati avviati grazie alla consegna al Papa da parte del ministro degli esteri iraniano Manouchehr Mottaki di una lettera firmata da Ahmadinejad in cui, come riferì uno dei portavoce della presidenza di Teheran, Ehsan Jahandideh, non vi erano contenuti politici quanto «gli insegnamenti comuni dei profeti».
Recentemente, è stato grazie al prezioso lavoro del cardinale Jean-Louis Tauran, presidente del pontificio consiglio per il Dialogo Interreligioso, che proficui rapporti con il mondo islamico sono potuti continuare. Un incontro tra Tauran e alcuni esponenti del mondo islamico (lo sceicco Abdal Hakim Murad, presidente del Muslim Academic Trust, il professor Aref Ali Nayed, direttore del Royal islamic strategic studies center di Amman, Ibrahim Kalin, docente alla Seta Foundation di Ankara, l’imam Yahya Pallavicini, vicepresidente del Coreis e Sohail Nakhooda, caporedattore dell’Islamica Magazine di Amman) è servito soprattutto per impostare il dialogo mettendo sul piatto il tema della reciprocità religiosa. E se dal 3 al 5 giungo Ahmadinejad riuscirà ad entrare in Vaticano è di queste tematiche che dovrebbe parlare. Ma, a oggi, l’unica certezza è l’incontro a distanza tra Ahmadinejad e Bertone il primo giorno dei lavori del Summit della Fao: è previsto, infatti, un intervento del presidente iraniano e, nella stessa giornata, uno del segretario di Stato vaticano Tarcisio Bertone che leggerà il messaggio del Papa. Quanto all’udienza in Vaticano, come detto, Ahmadinejad è a tutt’oggi ancora in lista d’attesa.

© Copyright Il Riformista, 29 maggio 2008 consultabile online anche qui.

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