31 marzo 2008

Trovati in Germania sei sermoni di sant'Agostino in un manoscritto del XII secolo a Erfurt. Si parla di carità, elemosine e resurrezione dei morti


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La scoperta In un manoscritto del XII secolo a Erfurt. Si parla di carità, elemosine e resurrezione dei morti

«Non ubriacatevi»: trovati sei sermoni di sant'Agostino

A Erfurt, in Germania, in un manoscritto del XII secolo custodito alla Biblioteca Amploniana, sono stati ritrovati sei sermoni inediti di Sant'Agostino. Quattro sono sconosciuti, mentre due erano noti soltanto parzialmente. Di cosa parlano?

Tre nuovi trattano di carità ed elemosine, uno è dedicato alle sante Felicita e Perpetua, uno a san Cipriano: in questo Agostino si lamenta per il comportamento dei fedeli che solevano ubriacarsi durante le celebrazioni per la sua memoria. L'ultimo si occupa della resurrezione dei morti.

Sei testi scoperti la scorsa estate da tre studiosi dell'Accademia Austriaca delle Scienze: Isabella Schiller, Dorothea Weber e Clemens Wiedmann. Sono stati riconosciuti tra i 70 del manoscritto «Dep. Erf. CA 12˚11», proveniente dal lasciato del teologo e umanista Amplonius Rating che nel 1412 donò i suoi 600 codici al Collegium Amplonianum, da lui stesso fondato a Erfurt.
Va detto che ogni pagina di Agostino è di notevole interesse, giacché questo santo e filosofo è un vero e proprio laboratorio di pensiero che in ogni epoca ha influenzato, suggerito, stimolato l'Occidente. Da lui trae forza l'idea della Riforma (Lutero fu monaco agostiniano) o la corrente giansenista, è la fonte più fascinosa di Petrarca e le sue opere sono percorse da concezioni del tempo e della storia care al XX secolo.

Nel suo solco, inoltre, vanno lette molte pagine di Benedetto XVI, a cominciare dalle encicliche Deus Caritas est e Spe salvi, senza dimenticare che il teologo Ratzinger gli aveva dedicato, tra gli altri, il saggio Popolo e casa di Dio in s. Agostino (tradotto da Jaca Book già nel 1978).
È un autore vastissimo: le sue opere complete in italiano e latino, pubblicate da Città Nuova, sono contenute in una sessantina di volumi per un totale di circa 40 mila pagine (senza gli apparati ora disponibili anche in rete: www.augustinus.it); inoltre sono in corso i tomi delle opere attribuite (un volume uscito), gli indici (due volumi disponibili) e tra poco cominceranno quelli per l'immensa iconografia. Né va dimenticato che 26 sermoni nuovi, curati da François Dolbeau, videro la luce a Parigi nel 1996 e che questi di Erfurt verranno presentati in una conferenza stampa il prossimo 15 aprile.
Ci sono poi scoperte legate a riletture della sua opera indispensabili al dibattito attuale. In lui si cercano tracce di una storia quasi tutta da scrivere, che sta alla base dell'Occidente: lo scontro tra paganesimo e cristianesimo. Per questo saggi quali S. Agostino e la fine della cultura antica, di Henri- Irénée Marrou (tradotto da Jaca Book), aiutano molte nostre domande; al pari delle Confessioni interpretate come il romanzo di un'anima formidabile (James J. O'Donnel, Sant'Agostino. Storia di un uomo, Mondadori) potrebbero soccorrere la nostra narrativa. Che sta morendo di inedia.

© Copyright Corriere della sera, 30 marzo 2008


L’inedito che non ti aspetti: sei sermoni di Sant’Agostino

GIACOMO GALEAZZI

CITTÀ DEL VATICANO

Sono stati ritrovati in Germania sei sermoni inediti di Sant’Agostino, il Padre della Chiesa che ha lasciato il maggior numero di opere (tanto da sbalordire il suo biografo Possidio: «Sembrava impossibile che un uomo potesse scrivere tante cose nella propria vita»). A scovare e identificare le «omelie perdute» del santo di Ippona, in un manoscritto del XII secolo custodito nella biblioteca «Amploniana» dell’Università di Erfurt, sono stati tre studiosi dell’Accademica austriaca delle scienze, Isabella Schiller, Dorothea Weber e Clemens Wiedmann. «È una scoperta d’importanza storica. Credevamo di aver chiuso la sua opera omnia, adesso in Vaticano aspettiamo con ansia i nuovi testi», esulta l’agostiniano monsignor Vittorino Grossi, per dodici anni segretario e oggi membro del Pontificio comitato di Scienze storiche, docente di patrologia all’Istituto Patristico «Augustinianum» e all’Università Lateranense.
Gli «scritti segreti» dell’autore delle Confessioni saranno presentati al mondo il 15 aprile: quattro sono del tutto sconosciuti, mentre gli altri erano noti solo parzialmente. Due dei sermoni riaffiorati da 17 secoli di oblio parlano di carità ed elemosine. Altri due sono legati a feste dei martiri, uno è dedicato alle sante Felicita e Perpetua, uno alla risurrezione dei morti, uno a San Cipriano: qui il teologo prediletto di Benedetto XVI lamenta il comportamento dei fedeli che si ubriacavano durante la celebrazione della memoria del martire.
Il documento che contiene gli inediti fa parte della biblioteca del filosofo tedesco Amplonius Rating, vissuto nel XV secolo, che nel 1412 regalò i suoi 600 manoscritti al Collegium Amplonianum, la più vasta collezione privata di teologia. L’identificazione di sei testi, tra i 70 del manoscritto, come originali di Agostino è stata possibile in base alla rilettura dell’elenco dei titoli di tutti i sermoni stilato pochi anni dopo la morte del santo.

Il Papa gli ha recentemente dedicato cinque catechesi dell’udienza generale del mercoledì ricordando come per Agostino fosse impegnativo predicare, quando avrebbe preferito una vita ascetica e di studio: «Imparò a fatica a mettere a disposizione il frutto della sua intelligenza a vantaggio degli altri».

Benedetto XVI ha anche spiegato come le sue encicliche Deus Caritas est e Spe salvi siano largamente ispirate al «pensiero intramontabile» di Agostino d’Ippona, aggiungendo di essere un suo appassionato lettore.

L’Università di Erfurt ha comunicato la scoperta annunciando la pubblicazione sulla rivista austriaca Wiener Sudien. Un’anticipazione accolta dall’immediato interesse della Santa Sede.

«Il Pontefice», precisa mons. Grossi, «ripete spesso che tutte le strade della letteratura latina cristiana portano a Ippona, oggi Annaba, sulla costa algerina.

E che da questa città dell’Africa romana, di cui Agostino fu vescovo dal 395 fino alla morte nel 430, si diramano molte altre strade del cristianesimo successivo e della stessa cultura occidentale».

© Copyright La Stampa, 30 marzo 2008

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