26 gennaio 2008

Il Messaggio del Papa per la Giornata delle comunicazioni sociali: il commento di padre Lombardi (Radio Vaticana)


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Il Messaggio del Papa per la Giornata delle comunicazioni sociali: il commento di padre Lombardi

Sono state tante le reazioni e i commenti al recente Messaggio del Papa per la prossima Giornata delle comunicazioni sociali sul tema “I mezzi di comunicazione sociale: al bivio tra protagonismo e servizio. Cercare la verità per condividerla”. Benedetto XVI auspica che i mass media siano sempre più al servizio della verità, della giustizia e della solidarietà e denuncia il rischio che tali mezzi finiscano nelle mani di chi vuole manipolare le coscienze. Ascoltiamo in proposito il commento del nostro direttore, padre Federico Lombardi:

Del fatto che i media oggi abbiano un influsso decisivo sulla nostra vita personale e sociale nessuno dubita. Ciò su cui invece dobbiamo interrogarci seriamente è se vengano messi al servizio del bene delle persone e del bene comune delle società. Spesso infatti abbiamo fondati motivi per dubitarne o per restarne amaramente delusi. Troppe volte – costata il Papa – “la comunicazione sembra avere la pretesa non solo di rappresentare la realtà, ma di determinarla grazie al potere e alla forza di suggestione che possiede”. Questo accade, ad esempio, quando i media non sono usati “per un corretto ruolo di informazione, ma per ‘creare’ gli eventi stessi”, o almeno per amplificarne la portata, per manipolarne la corretta lettura, o imporne una determinata interpretazione per fini ideologici, per interessi economici, politici o di qualsiasi altra natura.

Non è evidentemente questa la corretta finalità della comunicazione sociale. Non si ripeterà mai a sufficienza un principio tanto apparentemente ovvio quanto fondamentale: “La parola – detta, scritta o espressa in immagini - è fatta per la verità, per dire la verità, per favorire l’incontro fra le persone nella condivisione della verità”. Non per l’inganno, non per la divisione, non per la strumentalizzazione e l’asservimento dell’altro. Non si tratta qui di sognare un mondo idilliaco. Si tratta di capire che è in gioco la qualità dell’avvenire della nostra convivenza umana. La questione è se lo straordinario potere delle meravigliose tecnologie della comunicazione nel mondo globalizzato dev’essere usato appunto come “strumento di potere”, o come occasione per far crescere la conoscenza, il dialogo e la comunione nel rispetto della libertà e della dignità dell’altro. Il servizio della verità - per i comunicatori – non è parola vuota, ma impegno morale, umile e grande, nel lavoro di ogni giorno, nell’uso di ogni parola.

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