29 gennaio 2008

I vescovi italiani e la fede cristiana: "Né religione civile né fatto privato"


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I vescovi italiani e la fede cristiana

Né religione civile né fatto privato

ROMA, 29.
La Conferenza episcopale italiana ha diffuso il comunicato finale della sessione invernale del Consiglio Episcopale Permanente, che si è svolta a Roma dal 21 al 24 gennaio, presieduta dal cardinale Angelo Bagnasco, arcivescovo di Genova. Nel corso della sessione è stato costituito il Comitato per il progetto culturale e si è mutata la denominazione del Comitato per gli Studi superiori di Teologia e di Scienze religiose. Sono stati configurati autonomamente l'Ufficio nazionale per l'ecumenismo e il dialogo interreligioso e il Servizio nazionale per gli studi superiori di teologia e di scienze religiose. Sono stati approvati i parametri per l'edilizia di culto per l'Anno paolino.
"I vescovi - si legge nella nota - hanno condiviso l'ispirazione di fondo e l'analisi lucida e appassionata sviluppata dal Presidente nella prolusione, convinti che nella recente Enciclica Spe salvi si trovino spunti adeguati per interpretare il delicato momento attraversato dal Paese".
Uno spazio significativo dei lavori è stato dedicato ai temi di carattere ecumenico. In particolare, è stata consegnata ai Vescovi, che ne discuteranno nella prossima sessione primaverile, la bozza del documento comune per una pastorale dei matrimoni tra cattolici e battisti in Italia, preparato di concerto con una rappresentanza dell'Unione Cristiana Evangelica Battista d'Italia sulla scorta di un'analoga intesa, concordata sin dal 1996 con le Comunità valdesi-metodiste. È stata pure esaminata la convenienza di approntare un testo di indole pratica, che accompagni i pastori e le comunità nell'affrontare le problematiche pastorali connesse con la crescente presenza in Italia di cristiani ortodossi provenienti dall'Est europeo. La necessità di dedicare un'attenzione ancora maggiore al confronto ecumenico e ai rapporti con le religioni non cristiane ha pure indotto alla costituzione, all'interno della Segreteria Generale, di uno specifico Ufficio per l'ecumenismo e il dialogo interreligioso, ambito sinora curato dall'Ufficio catechistico nazionale come proprio settore.
Particolarmente viva è nei Vescovi l'attenzione al rapporto tra fede e cultura, ulteriormente alimentata dall'insegnamento pontificio circa la necessità di "allargare gli spazi della razionalità". A questo proposito, assume rilievo la scelta di costituire un apposito Comitato, finalizzato a promuovere il "progetto culturale orientato in senso cristiano", accompagnandone la riflessione e sostenendo le attività del relativo Servizio Nazionale. Compito peculiare del Comitato sarà quello di proporre iniziative qualificate, che rendano presente nell'opinione pubblica la riflessione e la proposta della Chiesa, in particolare sui temi riconducibili alla questione antropologica e alla ricerca della verità. In questo ambito, un ruolo importante è svolto pure dalle Facoltà teologiche e dagli Istituti superiori di Scienze religiose, il cui raccordo e sostegno verrà d'ora in poi assicurato da un autonomo Servizio Nazionale.

Dal confronto all'interno del Consiglio Permanente è emerso con chiarezza che la fede cristiana è messa oggi alla prova da una duplice forma di irrilevanza.

Da un lato, si è tentati da una sorta di "criptodiaspora", che esaurisce l'agire ecclesiale all'interno delle comunità, privando l'annuncio della sua dimensione pubblica e sociale e confinandolo negli spazi dell'intimismo e dell'individualismo.

Dall'altro, si fa strada una lettura del cristianesimo come "religione civile", che toglie all'evangelizzazione la sua nota di eccedenza rispetto a ogni ideologia meramente umana.

Di qui l'esigenza di proporre l'annuncio del Vangelo e la testimonianza ecclesiale secondo una modalità che sappia coniugare in maniera corretta la rilevanza pubblica della fede e la sua irriducibile trascendenza. Alla luce di queste considerazioni di carattere generale, sono state individuate alcune sensibilità da risvegliare.
La prima consiste in una più puntuale attenzione alla formazione sociale, atteso che la speranza cristiana non è individualistica (cfr Spe salvi, nn. 12-15). Di qui l'auspicio di preparare un documento che metta a tema, declinandone anche le modalità, l'attenzione al vissuto sociale all'interno dei percorsi di educazione alla vita cristiana. In una stagione caratterizzata da un generalizzato discredito nei confronti dell'azione politica, è necessario tornare a suscitare passione e interesse verso questa "eminente forma di carità" attraverso un rigoroso tirocinio, che punti alla riscoperta del volontariato e all'acquisizione delle competenze necessarie per operare con frutto in tale ambito.
La seconda sensibilità - sulla quale ci si è già soffermati sopra - è riconducibile all'impegno a promuovere gli spazi di dialogo con le molteplici forme del sapere e della cultura contemporanea, non certo per imporre una determinata concezione antropologica, ma per far emergere le domande di fondo che albergano nel cuore dell'uomo e per cercare di trovare insieme le risposte adeguate.
L'Anno paolino, che si aprirà il 28 giugno prossimo, rappresenterà un'ottima occasione per mettere a frutto con intelligenza pastorale una significativa rete di relazioni tra cultura e arte, Bibbia e spiritualità, missione e dialogo.
I Vescovi, infine, hanno manifestato l'assenso alla redazione di una lettera, che sarà illustrata nella prossima Assemblea Generale, per fare il punto della riforma del sistema di sostegno economico della Chiesa in Italia, avviato con la revisione del Concordato del 1984 ed entrato a regime proprio vent'anni fa.
Nel corso della sessione di lavoro, il Consiglio Episcopale Permanente ha nominato: monsignor Carlo Redaelli, vescovo ausiliare di Milano a presidente del Comitato per gli enti e i beni ecclesiastici, per un ulteriore quinquennio; monsignor Pietro Farina, vescovo di Alife-Caiazzo, a presidente del Comitato per la promozione del sostegno economico alla Chiesa Cattolica, per un quinquennio; monsignor Franco Giulio Brambilla, vescovo ausiliare di Milano, a presidente del Comitato per gli studi superiori di Teologia e di Scienze religiose, per un quinquennio; il cardinale Camillo Ruini, vicario generale di Sua Santità per la città di Roma, a presidente del Comitato per il progetto culturale, per un quinquennio; monsignor Roberto Busti, vescovo di Mantova, a membro della Commissione episcopale per la cultura e le comunicazioni sociali; monsignor Michele De Rosa, vescovo di Cerreto Sannita-Telese-Sant'Agata de' Goti, a membro della Commissione episcopale per l'ecumenismo e il dialogo; monsignor Francesco Alfano, arcivescovo di Sant'Angelo dei Lombardi-Conza-Nusco-Bisaccia, e monsignor Giovanni Ricchiuti, arcivescovo di Acerenza, membri della Commissione episcopale per i problemi sociali e il lavoro, la giustizia e la pace; il cardinale Salvatore De Giorgi, arcivescovo emerito di Palermo, assistente ecclesiastico nazionale dell'Unione Cristiana Imprenditori e Dirigenti (UCID), per un triennio; monsignor Simone Scatizzi, vescovo emerito di Pistoia, Assistente ecclesiastico nazionale dell'Opera Assistenza Malati Impediti (Oami), per un ulteriore triennio.

(©L'Osservatore Romano - 30 gennaio 2008)

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