30 agosto 2007

Il Papa fa un'eccezione alla regola e consacra personalmente cinque Vescovi


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Per cinque vescovi Ratzinger fa uno strappo alla sua regola

Benedetto XVI ha interrotto la tradizione che ha visto Giovanni Paolo II consacrare personalmente alcuni nuovi vescovi ogni solennità dell’Epifania. Il prossimo 29 settembre, tuttavia, Papa Ratzinger farà una eccezione a questo nuovo corso. L’occasione sarà l’ordinazione episcopale di mons. Mieczyslaw Mokrzycky, don “Mietek”, che da segretario personale in seconda del Pontefice diventerà arcivescovo coadiutore di Leopoli dei latini in Ucraina. Incarico molto delicato perché a Leopoli esistono due comunità cattoliche, quella latina composta prevalentemente da fedeli di etnia polacca (Mietek è nato in Polonia) e quella uniate formata da ucraini, storicamente rivali tra loro. Insieme a don Mietek saranno consacrati vescovi dal Papa anche alcuni altri ecclesiastici in servizio presso la Santa Sede. Il padre barnabita Sergio Pagano prefetto dell’Archivio segreto vaticano (Asv), elevato all’episcopato lo scorso 4 agosto. In passato è successo di rado che il responsabile dell’Asv venisse nominato vescovo. Comunque, sembra imminente anche la nomina di un nuovo viceprefetto (si parla del gesuita Marcel Chappin, dell’archivio della Segreteria di stato), carica vacante da anni. Riceverà l’ordinazione episcopale dal Papa anche mons. Tommaso Caputo, nuovo nunzio apostolico a Malta e in Libia. Caputo, di origini napoletane, è stato uno dei più solidi punti di riferimento romani di altri ecclesiastici campani come il teologo partenopeo Bruno Forte, ora arcivescovo di Chieti, o come Domenico Sorrentino, vescovo di Assisi e in passato segretario della congregazione per il Culto divino. Andando a Malta, Caputo lascerà il prestigioso incarico di capo del protocollo della Segreteria di stato.
Il 29 settembre potrebbe essere la data di ordinazione episcopale anche di Francesco Giovanni Brugnaro, per cui si dà per imminente la nomina a vescovo di Camerino, il cui attuale titolare, Angelo Fagiani, è da tempo malato. Brugnaro, di origini venete, appartiene al clero della diocesi di Milano, dove è stato un pupillo del cardinale Carlo Maria Martini il quale lo inviò a Roma nel 1994 al servizio della congregazione per le Chiese orientali dove entrò nelle grazie dell’allora prefetto cardinal Achille Silvestrini. Da alcuni anni Brugnaro è nella diplomazia pontificia come osservatore permanente dell’Organizzazione mondiale del turismo.
Ma l’ecclesiastico certamente più famoso a cui il Papa dovrebbe imporre le mani è mons. Gianfranco Ravasi per il quale è attesa ai primi di settembre la nomina a presidente del pontificio Consiglio per la cultura. Questa nomina, che alcuni danno per già decisa e altri ancora in forse, risulta essere tra le più controverse che si ricordi nei Sacri palazzi.
Il biblista ambrosiano infatti, ha tanti estimatori, ma altrettanti disistimatori. Quando era in discussione la sua nomina poi sfumata ad Assisi e a Loreto, a suo favore si erano manifestati i card. Giovanni Battista Re, prefetto della congregazione per i Vescovi, e Camillo Ruini, all’epoca presidente
della Cei. Ravasi viene visto come il successore ideale del card. Ersilio Tonini nella veste di volto televisivo della chiesa italiana. I suoi detrattori continuano ad agitare la copia del Sole 24 Ore del 31 marzo 2002, in cui apparve un articolo di Ravasi sulla Pasqua dal titolo: “Non è risorto, si è innalzato”; si realizzerebbe, dicono, il caso singolare di un dicastero vaticano guidato da un esegeta che ha sollevato interrogativi
sulla storicità della resurrezione.

C’è molta attesa per i discorsi di Benedetto XVI ai giovani che si raduneranno sabato e domenica prossimi a Loreto.
Sono attesi 300 mila partecipanti che, dopo il primo incontro con il Papa di sabato sera, veglieranno tutta la notte per partecipare all’indomani alla messa celebrata dal Pontefice nella piana di Montorso. Ha suscitato perplessità, e qualche delusione, la decisione degli organizzatori di tenere chiusa durante la notte la Santa casa situata dentro il Santuario di Loreto, dove molti pellegrini avevano manifestato l’intenzione di recarsi per pregare.

© Copyright Il Foglio, 29 agosto 2007

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