27 agosto 2007

Commenti all'Angelus di ieri


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All’Angelus di ieri, Benedetto XVI ha sottolineato che la gioia e la coerenza non sono in contrasto tra loro: così, ai nostri microfoni, l’arcivescovo di Lecce, Cosmo Ruppi

“Il passaggio alla vita eterna è aperto a tutti, ma è stretto perché è esigente, richiede impegno, abnegazione, mortificazione del proprio egoismo”: è quanto sottolineato da Benedetto XVI, ieri all’Angelus a Castel Gandolfo. Il Papa ha poi aggiunto che sulla via della Salvezza “non ci sono privilegiati”. Dunque, la porta per il Cielo è stretta, ma allo stesso tempo aperta a tutti coloro che vogliono seguire Cristo e mettere in pratica i suoi insegnamenti. Sulle parole del Papa, Alessandro Gisotti ha intervistato l’arcivescovo di Lecce, Cosmo Francesco Ruppi:

R. - La porta del Regno di Dio, cioè la Salvezza, è molto stretta ma è aperta a tutti. Tutti sono chiamati alla Salvezza ma per potersi salvare bisogna essere coerenti nella fede. Ecco, la porta non soltanto è stretta ma è anche bassa: bisogna assottigliare la propria umanità, bisogna abbassare la propria superbia, altrimenti non si entra nel Regno dei Cieli.

D. – Benedetto XVI ha avvertito che “è sempre in agguato la tentazione di interpretare la pratica religiosa come fonte di privilegi”. Dunque, non basta essere praticanti...

R. – Non ci si salva soltanto con la pratica religiosa, ci si salva con la fede. La Salvezza è un dono di Dio, bisogna meritarla attraverso la pratica, la coerenza della vita ma bisogna anche rimettersi alla volontà del Signore. Soltanto se ci si abbandona nelle braccia del Signore si salva la propria esistenza e si entra dalla porta stretta. Il Signore ci guida. Il Signore non soltanto ci accompagna ma ci chiama e questo è un problema molto importante, perché la gente di oggi, soprattutto i cristiani - anche noi preti e noi vescovi – possiamo pensare che una volta che abbiamo compiuto bene i nostri doveri ci salviamo ma non basta soltanto fare bene i propri doveri, bisogna avere una grande fede e bisogna soprattutto abbandonarsi al Signore.

D. – In un altro passaggio, all’Angelus di ieri, il Papa ha poi detto che non basta dichiararsi amici di Cristo per esserlo davvero. Ecco, un nuovo richiamo a non far scadere il cristianesimo ad una religione “fai da te”, dunque, ad essere coerenti...

R. – Un invito quanto mai importante perchè oggi c’è la tendenza di immaginare che il cristianesimo è fatto ad uso e consumo di ognuno di noi. Il cristianesimo è una verità, è un dono: soltanto se si accetta questo dono che è la grazia di Dio, soltanto se si accetta con coerenza di sposare quello che Cristo ha detto, di praticare quello che Cristo ci ha insegnato, soltanto allora c’è la Salvezza. Non basta dire: “Io sono amico di Dio, io vado a Messa”. Bisogna vivere la comunione con Cristo e vivere la comunione con i fratelli.

D. – In definitiva, il Santo Padre ci dice che la vera amicizia con Gesù si esprime nel modo di vivere. Come testimoniare allora oggi la bellezza, la gioia della fede a chi è lontano dalla luce di Cristo?

R. – Io sono veramente grato a questo Papa perché continuamente parla della gioia di essere cristiani e c’è un’attesa meravigliosa dei giovani che stanno partendo anche dalle nostre terre per andare a Loreto, perché sono convinti che Benedetto XVI è un seminatore di gioia. La coerenza e la gioia non sono in contrasto tra di loro e un cristiano che oggi vuol testimoniare la fede la deve testimoniare con gioia e soprattutto con una vita di gioia. Dobbiamo essere contenti di obbedire al Signore, dobbiamo essere contenti di mettere in pratica quello che il Signore ci insegna perché vivendo con gioia la nostra fede si è testimoni. Coloro che non credono, vedendo la nostra gioia e la nostra coerenza, cominciano a porsi anche loro il problema della fede ed è importante questo, soprattutto per le giovani generazioni. Quando testimoniamo ai nostri figli, ai nostri discepoli, ai giovani che sono con noi, non soltanto di essere contenti di essere cristiani ma anche come si è cristiani, allora si diventa veramente dei testimoni e i giovani di oggi sono attratti da questa testimonianza di vita.

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