31 agosto 2007

Agorà dei giovani, due giorni con Papa Benedetto XVI: lo speciale de "Il Messaggero"


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Ragazzi, siete qui per scoprire il senso della vita

di GIOVANNI DANZI *


INCONTRARE il Santo Padre significa incontrare il Vicario di Cristo in terra o, come affermava santa Caterina da Siena, “il dolce Cristo in terra”.
Si tratta dunque di una esperienza di fede di grande profondità e intensità, che coinvolge tutto il nostro essere e ci mette in contatto in modo del tutto particolare con il mistero di un Dio che ha deciso di farsi uomo, di farsi uno di noi, fuorché nel peccato, di vivere una totale solidarietà con l'umanità, con ogni uomo.
Per questa ragione il mio cuore, come quello di tutti i loretani, e credo di tutta la Chiesa italiana vive una profonda emozione in attesa di tale evento e sente il bisogno di prepararsi con la preghiera e il silenzio.
Papa Benedetto XVI ha iniziato il Suo Pontificato ricordando al mondo che Dio è Amore. «All'inizio dell'essere cristiano – scrive il Santo Padre nella Enciclica Deus Caritas Est - non c'è una decisione etica o una grande idea, bensì l'incontro con un avvenimento, con una Persona, che dà alla vita un nuovo orizzonte e con ciò la direzione decisiva» (n.1). L'Agorà dei Giovani Italiani 2007 vuole essere un rinnovato, nuovo incontro con quella Persona viva e operante in mezzo a noi che è Cristo Gesù. L'Agorà dei Giovani Italiani 2007 vuole ricordare e cioè ridare al cuore dei giovani la verità che il Vangelo è la via per vivere un'esperienza di Amore che illumina e svela il mistero di ogni particolare della loro vita. L'Agorà dei Giovani Italiani è quell'avvenimento che, guidato da Benedetto XVI, potrà svelare ad ogni uomo il vero orizzonte della propria esistenza attraverso il quale cogliere il suo vero senso e quindi la “direzione decisiva” che conduce alla vera libertà, al vero amore, alla capacità di costruire relazioni di pace, di solidarietà e fraternità.
In tal modo il nostro amato Santo Padre ci condurrà alla comprensione che il Vangelo è prima di tutto il segno più eloquente che Dio ci ha amati per primo di un amore eterno e che desidera ardentemente un risposta. Egli ricorderà a tutti i giovani che il Vangelo non è solamente e prima di tutto un “comandamento”, ma una Parola di amore che Dio “ri-dice” personalmente ad ognuno di loro attraverso Suo Figlio Gesù. Così scrive Benedetto XVI: «Siccome Dio ci ha amati per primo (cfr 1 Gv 4, 10), l'amore adesso non è più solo un “comandamento”, ma è la risposta al dono dell'amore, col quale Dio ci viene incontro» (Deus Caritas Est n. 1).
Cari giovani, con le parole di Giovanni Paolo II, vi dico «non abbiate paura, aprite anzi spalancate le porte a Cristo» è scoprirete la bellezza della vita!
(* + Arcivescovo Delegato Pontificio di Loreto)

© Copyright Il Messaggero, 31 agosto 2007


Fare di Montorso il monumento nazionale della Fede

di ROBERTO SOPRANZI

QUALCOSA ci dev’essere in questo posto. Il mare è dietro il palco ma quasi non si vede, è una distesa che si può immaginare. Il Conero è laggiù, lontano e vicino. Sembra una quinta teatrale, invece è una scheggia di creato che sta lì a definire i confini del mondo, del nostro mondo sospeso tra terra e acqua. Ti chiedi che cos’abbia questo luogo che ha visto crescere molti di noi, che per noi è il più bello del mondo ma che, dopotutto, potrebbe non esserlo se visto con altri occhi. E risultare talvolta persino anonimo, né bello né brutto, persino triste in un giorno senza luce che può capitare. Wojtyla venne a Loreto a venerare quella Madonna nera che tanto somigliava alla “sua” Madonna nera di Czestochowa. Pianse i caduti polacchi che da queste parti hanno trovato prima il sacrificio e poi la pace. Ma se tornò con l’ultimo fiato che gli restava forse lo fece anche per l’irresistibile richiamo di Montorso. La sacralità di questo luogo che difende le sue erbe verdi da un assedio di case e alberghi non sta solo nel prodigio che si è compiuto più a monte con la traslazione della Santa Casa. Qui, a Montorso, la Madonna non è mai apparsa ma è stata pregata da voci giovani. Voci fresche e forti di un’innocenza che non intende farsi corrompere mai. Anzi, da una sola immensa onda di voci che in alto, molto in alto deve essere salita se adesso la gioventù che si rinnova ha avvertito quel richiamo ed è tornata qui a proclamare con la sua presenza, davanti a Papa Benedetto XVI, quel che c’è di eterno nell’umanità. Sarà forse il vento dell’Adriatico, mare che divide e affratella. O forse no. E’ l’eco di queste voci che non si spegne mai il prodigio che si compie nella conca di Montorso. L’eco pettina quell’erba che resta sempre verde in attesa di una nuova preghiera corale che certamente ci sarà. E’ la voce giovane dell’uomo che sa ancora pregare e spendersi per una causa universale, della giovinezza che si carica sulle spalle con gioia il peso della missione affidata dal Papa e si incammina per il suo servizio volontario e solidale. Il messaggio affidato dal Papa ai 72 che avranno l’onore di salire sul palco in ideale rappresentanza della gioventù del mondo parte da qui, Montorso, Loreto, Marche, Italy. Che non sarà il posto più bello del mondo ma è il centro della terra almeno per i giovani, e sono tanti, che sono qui adesso per ascoltare il Papa. Se c’è un luogo che custodisce il richiamo della fede se non il suo mistero questo luogo è Montorso dove smontato il palco resta solo un’eco che non si estingue mai. La nostra umile proposta è fare della conca di Montorso un monumento nazionale, di più, mondiale, da proteggere per sempre contro ogni insulto. Perché quella eco resti intatta tra le giovani erbe verdi e sia ascoltata per sempre dalla gioventù della terra. Il vento prodigioso di Montorso che spinge i Cristo boys oltre tutti i confini conosciuti e forse oltre. E se per un giorno o due li chiameremo ancora Papa boys sarà tutt’al più un peccato che ci sarà perdonato.

© Copyright Il Messaggero, 31 agosto 2007


Così Ratzinger ringrazierà Loreto in piazza

I CITTADINI di Loreto stanno contando le ore che li separano dall’abbraccio con Benedetto XVI nella Piazza del loro Santuario. Sarà un abbraccio commosso ed intenso che si concretizzerà alle cinque del pomeriggio di domenica prossima, poco prima che il Santo Padre lasci la città mariana.
«Un anno di preparativi dal riconoscimento dell’Agorà dei Giovani come grande evento dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri. La nostra città ha lavorato giorno e notte alla realizzazione di questa grande manifestazione – ha detto il sindaco Moreno Pieroni - e ci prepariamo a vivere i giorni più caldi. Giorni in cui tutti a Loreto stanno dando il meglio di se stessi perché tutti i ragazzi possano trovarsi come a casa loro. Sono tante le case che hanno aperto le loro porte ai pellegrini e tutte le associazioni, cattoliche e non, stanno profondendo un impegno davvero eccezionale per dare la giusta accoglienza a tutti i giovani in arrivo. Loreto è dunque pronta ad accogliere il Papa – ha concluso Pieroni – e la nostra città, ormai conosciuta in tutto il mondo come capitale della solidarietà, della pace e dell’ospitalità sta dimostrando in pieno questa sua vocazione e da oggi, più che mai, è la porta aperta d’Italia ai giovani del mondo.
L. Bo.

© Copyright Il Messaggero, 31 agosto 2007


Giovani missionari di Cristo
il Papa affiderà il mandato


di MARIA PAOLA CANCELLIERI

SONO giovani che cercano risposte negli insegnamenti del Vangelo. Nuove coppie che vivono la famiglia come chiave per affrontare il quotidiano. Genitori che intraprendono la strada della santità pregando con i propri figli. Cattolici per scelta e per convinzione. Domani e domenica Papa Benedetto XVI li abbraccerà tutti e 300.000 a Loreto, santuario della cristianità, cattedrale senza mura dell'Agorà dei Giovani 2007. «Sotto lo sguardo di Maria e all'ombra della Sua casa, la conca di Montorso diventa anche piazza di preghiera» scrivono nell'introduzione del libretto della liturgia monsignor Paolo Giulietti, responsabile della pastorale giovanile e don Alessandro Amapani. «Si celebra il Signore nella cattedrale del creato: un tempio senza pareti nel quale è facile entrare perché l'invito di Dio è per tutti - spiegano - dal quale è facile uscire perché ogni cristiano è un messaggero del regno dei cieli. Le vie di entrata nella piazza e quelle di uscita sono diverse, ognuno è arrivato a Loreto con la sua storia e ciascuno tornerà alla propria vita quotidiana. Unico rimane il grande abbraccio del Padre, che desidera per ogni giovane una vita pienamente felice e chiama le nuove generazioni di credenti a cooperare alla sua opera di salvezza».
I giovani rappresentano il futuro della Chiesa e l'appuntamento di Loreto è stato particolarmente desiderato dal Pontefice. «Vi attendo numerosi al grande incontro dei giovani italiani in programma per l'1 e 2 settembre 2007 a Loreto» aveva annunciato Benedetto XVI all'Angelus il 29 ottobre 2006. Un invito rinnovato con calore ai 12 mila marchigiani nell'udienza generale in Vaticano del 14 febbraio 2007, in occasione della visita ad limina apostolorum dei vescovi delle Marche. In quell'occasione Benedetto XVI consegnò la preghiera composta da lui stesso e dedicata alla Vergine per il cammino dell'Agorà. Loreto sono stato poi rammentato nel discorso rivolto alla 57ª assemblea generale della Cei il 24 maggio, il 17 giugno ad Assisi, nel corso della visita apostolica e l'8 luglio, durante il pellegrinaggio sull'Adamello. Come ha ricordato in una recente omelia monsignor Claudio Giuliodori, vescovo di Macerata, è «ai giovani che il Signore si rivolge in modo particolare perché conosce la loro generosità e la sincerità del loro cuore». Perciò la loro evoluzione spirituale non va modellata su falsi miti, ma nella consapevolezza che il valore della missionarietà è faro per la Chiesa e deve essere elemento radicato nella vita di un buon cristiano, nella comunione con il prossimo. Una maturazione della coscienza che i ragazzi dell'Agorà raggiungeranno in 3 anni e 3 passaggi.
Il primo si sostanzia nel grande evento di Montorso, con un messaggio dedicato all'ascolto del mondo giovanile, leit motiv dell'anno pastorale 2006/2007. Dal messaggio lanciato a Loreto dal Santo Padre si apriranno poi nuovi spunti di riflessione per l'anno pastorale 2007-2008 dedicato alla “dimensione interpersonale dell'evangelizzazione” e che culminerà nella Gmg di Sydney 2008. A fine messa, domenica, il Papa impartirà il rito del mandato a 72 giovani italiani esortandoli ad annunciare al mondo la parola di Gesù.
Terza tappa del viaggio l'anno pastorale 2008/2009 che coinvolgerà piazze e santuari italiani in un connessione anche virtuale grazie alle potenzialità della Rete. A Loreto i nuovi modi di comunicazione fanno da supporto a principi secolari come la bellezza del creato e la solidarietà. Il 1° settembre, l'Agorà, per la prima volta celebrerà la Giornata per la salvaguardia del Creato con il giusto spirito ecologico. Il simbolo dell'acqua, bene comune ma anche fonte di catarsi e salvezza, accompagnerà i contenuti del concerto. A esaltare il sentimento della solidarietà sarà invece la raccolta di fondi attraverso gli sms per la diocesi di Emdeber. La chiesa etiope il 12 settembre 2007 celebrerà il Giubileo del Duemila. La croce del Giubileo d'Etiopia sarà benedetta (come già la campana) dal Papa e condotta a Loreto dal vescovo di Emdeber, Ghebreghiorghis Musié. «Il fatto che l'iniziativa di solidarietà dei giovani per Emdeber si colloca in un momento significativo del cammino della Chiesa in Etiopia mi sembra provvidenziale - ha spiegato monsignor Giulietti, - e aiuterà i giovani a capire che questa opera di carità è espressione della comune fede in Cristo e che il Vangelo è il dono più prezioso che si possa fare ad una persona. Sono un bellissimo segno di una Chiesa antica e giovane». Antica e immutabile nel rigore dei suoi dogmi, viva nella speranza del domani cercata dai giovani.

© Copyright Il Messaggero, 31 agosto 2007


Ratzinger il 13° nella storia, Wojtyla 5 volte

IL 1° settembre sarà l'ottava volta che Joseph Ratzinger si recherà in preghiera a Loreto, anche se la prima da Papa. Quando era ancora cardinale infatti, in sette occasioni - fra il 1985 e il 2002 - è stato in visita nella città della Santa Casa, a testimonianza di un forte legame con il santuario mariano. E del resto anche il suo predecessore, Giovanni Paolo II, è sempre stato molto legato a Loreto, tanto da visitare Loreto per ben cinque volte da Papa e una da cardinale. Se si considera anche Benedetto XVI, sono dunque tredici i pontefici che hanno visitato la località marchigiana, dal 1449 - l'anno di Niccolò V - ad oggi. Al Papa ligure hanno fatto seguito nei secoli Pio II, Giulio II, Clemente VII, Paolo III, Pio VI, Pio VII, Gregorio XVI, Pio IX, Giovanni XXIII e Giovanni Paolo II. Ventitrè in tutto le visite di un papa. Significativo fu il viaggio di Pio IX, al secolo Giovanni Maria Mastai Ferretti, di Senigallia. Il Papa visitò la Santa Casa nel 1857, prima della dichiarazione del Regno d'Italia e della presa di Roma. Da allora, sarebbero dovuti passare ben 105 anni prima che un nuovo Pontefice uscisse dai confini del Lazio. Il primo fu Giovanni XXIII, che nel 1962 si recò in pellegrinaggio a Loreto e ad Assisi per affidare le sorti dell'imminente Concilio Vaticano II alla Madonna e a San Francesco. Il suo viaggio in treno attraverso le terre appartenute allo stato Pontificio richiamò grandi folle a tutte le stazioni. Dopo Papa Roncalli toccò a Karol Wojtyla. La prima volta fu nel 1979, quando, l'8 settembre, visitò il santuario lauretano e poi Ancona. Giovanni Paolo II tornò per il convegno della Chiesa italiana l'11 aprile 1985 - in cui concelebrò la messa solenne sul sagrato del Santuario - e il 10 dicembre 1994, in occasione dell'apertura delle celebrazioni per il 7° centenario lauretano. Meno di un anno dopo - il 9 e 10 settembre 1995, in piena guerra dei Balcani - Wojtyla fu ancora a Loreto per il pellegrinaggio dei giovani d'Europa. Fu la prima volta di Montors o. Alla veglia notturna parteciparono 400.000 ragazzi. E Montorso fu anche il teatro del suo ultimo viaggio pastorale, il 5 settembre 2004, per la festa dell'Azione Cattolica. Nell'occasione proclamò tre nuovi beati, primo caso in Italia in cui ciò avvenne fuori da Roma. Joseph Ratzinger ha pregato a Loreto come cardinale nel 1985, nel 1988, nel 1991, nel 1994, nel 1995, nel 1999 e nel 2002.

© Copyright Il Messaggero, 31 agosto 2007


Un’orchestra di diversamente abili accompagnerà la concelebrazione

UN’attenzione particolare è stata riservata dal Cisip (il centro organizzativo della Pastorale giovanile) agli oltre 300 diversamente abili che parteciperanno all’Agorà dei giovani italiani. La maggior parte di essi provengono dalle regioni del Nord e del Centro e raggiungeranno la spianata di Montorso attraverso dei pulmann a loro riservati. «La persona disabile è un valore, una risorsa e una ricchezza per la comunità, che è chiamata ad aprirsi e farsi carico di questi soggetti» sottolinea Letizia Secchi, 26 anni, di Montesanvito, in provincia di Ancona. «L’impegno – aggiunge la volontaria - è quello di far circolare una nuova mentalità, che stimoli le comunità ad aprirsi ad una vera accoglienza di questi soggetti, che non si risolva in un semplice dare ma anche ricevere dall’altro». A Montorso ci sarà un’area di 800 mq invece il settore totale destinato ai diversamente abili (280 mq di area coperta). Tra le novità di Loreto 2007 la notizia che ad accompagnare la concelebrazione eucaristica di domenica 2 settembre, presieduta dal Santo Padre con inizio alle ore 9,30 nella piana di Montorso, ci sarà anche l’orchestra Esagramma di Milano, che si esibirà con ventisei ragazzi diversamente abili e trentaquattro maestri, tutti diplomati al conservatorio. Esagramma (www.esagramma.net) è una cooperativa onlus fondata nel 1999 e nasce dall’esperienza riabilitativa e formativa del Laboratorio di musicologia applicata, associazione di volontario sorta nel 1985. Gli utenti dell’orchestra sono difatti bambini e ragazzi con problemi psichici e mentali come autismo, ritardo cognitivo o sindrome di Down, o giovani con gravi disagi sociali e familiari. Questi ragazzi accompagneranno la Santa Messa con il coro curato dal Co.Per.Li.M., un corso di perfezionamento liturgico – musicale, istituito dall’Ufficio liturgico nazionale.

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