30 giugno 2007

La lettera del Papa ai Cattolici cinesi (stampa)


Vedi anche:

Rassegna stampa del 30 giugno 2007

Aggiornamento della rassegna stampa del 30 giugno 2007 (1)

Il Papa: Gesu' non e' uno dei grandi fondatori di religioni, ma il Figlio di Dio

SPECIALE: IL MOTU PROPRIO CHE LIBERALIZZA LA MESSA IN LATINO

Un esemplare articolo di Filippo Di Giacomo per "La Stampa" [Messa tridentina]

Qualche indiscrezione sulla lettera ai Cattolici cinesi

Cattolici in Cina: intervista al cardinale Zen Ze-kiun

Nota pastorale dell'Episcopato italiano "dopo Verona" (per la lettura occorre scaricare il documento allegato).



VATICANO

LA SVOLTA DI RATZINGER

Passo definitivo La Santa Sede vuole arrivare alla normalizzazione dei rapporti interrotti nel 1951

Il Papa: in Cina una sola Chiesa

FLAVIA AMABILE

ROMA
Si saprà oggi quel che il Papa ha scritto nella lettera ai fedeli cinesi ma qualcosa è trapelato già ieri sul suo contenuto. Benedetto XVI afferma innanzitutto che nella Cina popolare non ci sono due chiese contrapposte tra loro: una fedele a Roma e l’altra legata al governo. Esiste invece una sola Chiesa e che la maggior parte dei vescovi consacrati senza l’autorizzazione papale - all’incirca l’80 per cento - sono già stati riconosciuti dalla Santa Sede e che tutti comunque si sentono legati al Papa. Dovrebbe essere questo il passo definitivo in vista di una lenta normalizzazione delle relazioni con la Cina con cui il Vaticano non ha rapporti diplomatici dal 1951, due anni dopo l’arrivo di Mao al potere.
Il testo è di 30 pagine (ma la lunghezza varia a seconda delle traduzioni) e verrà reso noto solo oggi per dare la possibilità a Pechino di prenderne visione. A quanto sembra il governo cinese ha deciso di leggere la lettera e di non commentarla, il che equivale a una sorta di tacito assenso visto che finora la reazione ufficiale era sempre stata netta e ferma: non vogliamo interferenze. La scelta di papa Ratzinger è di usare toni «prudenti» verso le autorità centrali, senza proclami contro l’Associazione patriottica e la Chiesa filogovernativa volti a rimarcare l’autorità vaticana sui vescovi e sulle nomine. Il contenuto è invece più di tipo pastorale, con passaggi dottrinali, e rappresenta un segno di attenzione e incoraggiamento da Roma verso i 10-12 milioni di cattolici cinesi, che nel loro Paese vivono una situazione non semplice.
Papa Ratzinger intende infatti incoraggiare i fedeli cinesi a vivere in pienezza la loro fede essendo buoni cittadini. Al governo di Pechino, al quale il Pontefice si rivolge con grande rispetto, la lettera ricorda che proprio la piena libertà religiosa è la misura di uno stato moderno e democratico. La Chiesa cattolica, da parte sua, non vuole interferire nella politica ma solo contribuire al progresso del Paese. È proprio questo uno dei timori più forti del governo di Pechino, e cioè che la battaglia condotta coraggiosamente da alcune personalità della Chiesa cattolica in favore dei rispetto dei diritti umani diventi uno strumento per organizzare una sorta di strisciante opposizione al regime in nome della fede. E su questo punto il pontefice ha voluto rassicurare il governo.
La decisione di inviare una lettera ai cattolici cinesi era stata annunciata lo scorso 20 gennaio al termine di una riunione di due giorni in Vaticano per analizzare i problemi della Chiesa in Cina. La riunione, presieduta dal cardinale segretario di Stato Tarcisio Bertone, era stata convocata da Benedetto XVI «nel desiderio di approfondire la conoscenza della situazione della Chiesa cattolica nella Cina Continentale». Presenti all’incontro alcuni esponenti dell’Episcopato cinese (Hong Kong, Macao e Taiwan) e coloro che, per la Santa Sede, seguono più da vicino la questione. E’ possibile che dopo l’invio della lettera, il pontefice decida di mandare anche un cardinale a Pechino.

© Copyright La Stampa, 30 giugno 2007


Lo si apprende da fonti del clero tedesco

Chiesa, Ratzinger invierà un cardinale in Cina per avviare il dialogo

A quanto apprende l'ADNKRONOS, il porporato partirà nelle prossime settimane per incontrare esponenti del governo e delle diocesi. Benedetto XVI in visita a Napoli il 21 ottobre

Città del Vaticano, 29 giu. (Adnkronos) - Nelle prossime settimane Benedetto XVI invierà in Cina un cardinale che avrà il delicato compito di avviare il dialogo con le autorità cinesi. E' quanto apprende l'Adnkronos da fonti del clero tedesco.
Si tratterebbe di una sorta di inviato speciale che sonderà il terreno e avrà colloqui con personalità e autorità del governo e della Chiesa cinesi. L'iniziativa cade in concomitanza con l'uscita, annunciata per domani dalla Sala stampa vaticana, della lettera che il Pontefice ha scritto ai vescovi, ai sacerdoti e ai credenti della Cina popolare. Obiettivo della Santa Sede è quello di cercare un canale di dialogo stabile e riservato con le autorità di Pechino per cominciare ad affrontare le numerose questioni aperte fra Santa Sede e Cina.
Il prossimo 21 ottobre, intanto, Benedetto XVI si recherà in visita pastorale a Napoli. Ad annunciarlo è stato lo stesso Pontefice al termine della recita dell'Angelus. ''Sono lieto di annunciare che accogliendo l'invito dell'arcivescovo di Napoli, cardinal Crescenzio Sepe, domenica 21 ottobre prossimo, mi recherò in visita pastorale a Napoli - ha detto il Papa - Saluto con affetto la cara comunità napoletana, che invito a preparare l'incontro nella preghiera e nella carità operosa".
Durante le celebrazioni per San Pietro e San Paolo, Benedetto XVI ha espresso l'auspicio che si "compia ogni sforzo affinché cattolici e ortodossi possano celebrare insieme l'eucaristia". E per questo, prosegue il Pontefice, "è necessario fra l'altro sciogliere il nodo dell'autorità della Chiesa, cioé del rapporto fra il vescovo di Roma e gli altri vescovi". "L'impossibilità attuale di poter concelebrare l'unica Eucaristia del Signore - ha detto il Papa - è un segno che non vi è ancora piena comunione: è una situazione che vogliamo, con decisione e lealtà, cercare di superare".
''Siamo lieti, pertanto - ha aggiunto Ratzinger - che il dialogo teologico abbia ripreso il suo corso con rinnovato spirito e vigore. Nel prossimo autunno la Commissione mista internazionale competente si incontrerà per continuare lo studio su una questione centrale e determinante come è quella delle conseguenze ecclesiologiche e canoniche della struttura sacramentale della Chiesa, in particolare della collegialità e dell'autorità nella Chiesa".


OGGI LA LETTERA DEL PAPA AI CINESI: 28 PAGINE E 7 LINGUE
Segno di apertura al dialogo verso Chiesa in Cina


Città del Vaticano, 30 giu. (Apcom) - Si intitola "Lettera del Santo Padre Benedetto XVI ai Vescovi, ai presbiteri, alle persone consacrate e ai fedeli laici della Chiesa cattolica nella Repubblica Popolare Cinese" la missiva che Papa Ratzinger ha preparato per i cattolici in Cina e che sarà resa nota oggi in mattinata.
Composta da 28 pagine "non è una vera e propria Lettera apostolica" e nemmeno una Enciclica, ma "una piccola Enciclica", come la definisce chi ha avuto modo di lavorare alla stesura del documento pontificio.
"Cari confratelli nell'episcopato": questo l'incipit della lettera, firmata Benedetto XVI con la data di Pentecoste, riferisce ad Apcom un'autorevole fonte. Il documento sarà disponibile in 7 lingue: italiano, inglese, francese, spagnolo, portoghese, polacco e cinese. "E' stata scritta in italiano - proseguono le fonti - e non in una versione in latino. Per questo che non porta un titolo specifico e non è stata dichiarata Lettera apostolica".


VATICANO

Una lettera del Papa per riaprire il dialogo sulla religione in Cina

Luigi Accattoli

CITTÀ DEL VATICANO — Mano tesa del Papa alla Cina: pubblica oggi una lettera ai cattolici cinesi con cui li «incoraggia» nelle «difficoltà» in cui si trovano a vivere e chiede alle autorità dello Stato il rispetto della libertà religiosa, offrendo la disponibilità a una rapida normalizzazione dei rapporti anche sul piano diplomatico. L'invio della lettera era stato annunciato il gennaio scorso a conclusione di un vertice che si era tenuto in Vaticano con la partecipazione di vescovi e cardinali cinesi, esperti e responsabili di Curia. «Lettera del Santo Padre Benedetto XVI ai Vescovi, ai presbiteri, alle persone consacrate e ai fedeli laici della Chiesa cattolica nella Repubblica Popolare Cinese»: questa è l'intestazione della lettera che inizia con le parole: «Cari confratelli nell'episcopato». Si compone di 28 pagine che non fanno menzione delle ordinazioni episcopali non autorizzate da Roma avvenute lungo l'ultimo anno. Tra le rassicurazioni rivolte alle autorità c'è anche quella che la Chiesa cinese svolge esclusivamente attività «pastorali» e non persegue «finalità politiche». La lettera era pronta da tempo ma la sua pubblicazione è stata più volte rinviata allo scopo di avere un riscontro attendibile sul modo in cui sarebbe stata "recepita" dal principale interlocutore e cioè dalle autorità di Pechino. Secondo le indiscrezioni della vigilia la lettera è stata firmata dal Papa il 27 maggio, festa di Pentecoste. Qualche giorno addietro il cardinale Tarcisio Bertone, segretario di Stato, aveva detto che il documento è «rivolto ai cattolici della Cina ma anche al popolo cinese» ed esprime la «volontà di dialogo di papa Benedetto XVI verso questo grande Paese decisivo per il futuro dell'umanità».

© Copyright Corriere della sera, 30 giugno 2007


Il Papa: in Cina una sola Chiesa La Cei: priorità a vita e famiglia

MARCO POLITI

CITTA´ DEL VATICANO - Papa Ratzinger pubblica stamane la sua Lettera ai cattolici cinesi. Un passo importante per mettere sui binari giusti il confronto con la Cina popolare al fine di arrivare ad una normalizzazione delle relazioni diplomatiche e al superamento della spaccatura tra «Chiesa patriottica», legata alle autorità comuniste, e Chiesa clandestina.
Nel messaggio, che è stato già tradotto in cinese e inviato ai vescovi della Cina, Benedetto XVI si rivolge ai fedeli cinesi nel loro complesso, lasciando intravedere la volontà di considerare «una» la comunità cattolica del grande Paese e l´intenzione di procedere al riconoscimento di tutta la gerarchia ecclesiastica a prescindere dalle anomalie con cui in vari momenti è stata istituita. Il dubbio riguarda l´accoglienza che Pechino riserverà al documento. Le autorità hanno già convocato una riunione di vescovi «ufficiali» per studiare una risposta. Se sarà negativa, potrebbe aprirsi una nuova crisi tra Santa Sede e Pechino. Se, invece, l´atteggiamento dovesse essere abbastanza aperto, allora il Vaticano ha la speranza di poter negoziare sul serio un sistema concordato per nominare vescovi graditi sia al pontefice che al governo di Pechino.
A Roma è stato, frattanto, reso noto il documento programmatico della Cei nell´era Bagnasco (che ieri ha ricevuto in San Pietro il pallio dal pontefice). C´è forte allarme tra i vescovi per la disgregazione della società italiana. «Il tessuto della convivenza civile mostra segni di lacerazione», è detto nel documento di 21 pagine, intitolato: «Rigenerati per una speranza viva: testimoni del grande sì di Dio all´uomo». Nella nota pastorale, elaborata dopo il Convegno ecclesiale di Verona nell´ottobre scorso, i vescovi chiedono ai credenti i vescovi di impegnarsi per un «ethos condiviso».
Per la Cei questo significa rivisitare i «veri diritti della persona». La Chiesa, viene sottolineato, non vuole sconfinare di campo, quando parla ed agisce non lo fa in difesa di un «interesse cattolico» bensì per contribuire al futuro del Paese. Ai politici cattolici vengono richiesti standard molto rigorosi: «Operano come cittadini sotto propria responsabilità - affermano i vescovi - e devono essere animati da competenza e onestà, protagonisti di uno stile politico virtuoso, guidati da una coscienza retta e informata, illuminata dalla fede e dal Magistero della Chiesa». I credenti tutti sono chiamati a contrastare con «determinazione e chiarezza di intenti» ogni legislazione non in sintonia con la dottrina cristiana. In questo senso l´istituzione ecclesiastica ribadisce la strategia di mobilitazione permanente per fare pressione sul Parlamento. I vescovi invitano esplicitamente a «fronteggiare il rischio di scelte politiche e legislative, che contraddicano fondamentali valori e principi antropologici ed etici radicati nella natura dell´essere umano».
Obiettivi fondamentali sono il rispetto della dignità della persona umana «in ogni momento della vita», il sostegno alla «famiglia fondata sul matrimonio», l´impegno per la giustizia e la pace e per «lo sviluppo integrale e il bene della comunità civile, nazionale e internazionale». In complesso il documento rivela la volontà della Chiesa di presentarsi come soggetto attivo della scena sociale e pubblica, anche dialogando con esponenti di «tradizioni ideali o spirituali diverse». In primo piano la questione della disoccupazione, della precarietà del lavoro e del «rispetto dei diritti inalienabili del lavoratore», da salvaguardare pur nel mutare delle nuove condizioni lavorative.

© Copyright Repubblica, 30 giugno 2007


Lettera alla Cina, la “mini enciclica” sarà pubblicata oggi

Sarà pubblicata oggi l'attesa “Lettera del Papa ai cattolici della Repubblica Popolare Cinese”. Lo ha reso noto ieri la sala stampa vaticana che questa mattina metterà il documento, considerato un decisivo atto per la riapertura del dialogo con il governo di Pechino, a disposizione dei giornalisti. Quasi una “piccola enciclica”, lunga 28 pagine, la missiva contiene anche un forte appello per la libertà religiosa, come diritto da tutelare e garantire. Benedetto XVI non farebbe cenno alle nomine episcopali illegittime, che nell'ultimo anno hanno rappresentato il maggior motivo di attrito con le autorità cinesi, né allo stato di separazione tra Chiesa ufficiale e clandestina, ma si rivolgerebbe sempre a un'unica Chiesa in Cina. Il documento viene comunque visto come un passo fondamentale verso la distensione dei rapporti tra la Santa Sede e la Repubblica Popolare, nella prospettiva della normalizzazione delle relazioni diplomatiche. La scelta di Papa Ratzinger è di usare toni prudenti verso le autorità centrali, senza proclami contro l'Associazione patriottica e la Chiesa filogovernativa volti a rimarcare l'autorità vaticana sui vescovi e sulle nomine. La Lettera rappresenta un segno di incoraggiamento da Roma verso i 10-12 milioni di cattolici cinesi, che nel loro paese vivono una situazione non semplice.

© Copyright Il Cittadino, 30 giugno 2007

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