22 giugno 2007

Alessandra Borghese intervista Chrysostomos II


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Sua Beatitudine Chrysostomos II, Arcivescovo di Cipro dal novembre 2006, è a Roma, culmine del suo viaggio, l’incontro storico con papa Benedetto XVI previsto per il 16 giugno. Sarà lui a mettere insieme il Santo padre e Alessio II?

di ALESSANDRA BORGHESE

Non è così conosciuto al di fuori dell’isola dove risiede. Eppure Cipro ha 10,000 anni di storia e la sua chiesa è la più antica tra quelle ortodosse. La sua chiesa di Cipro sotto ha intrapreso un cammino dinamico e vuole farsi notare nel panorama europeo. Lo
slogan d’azione scelto dall’Arcivescovo è semplice “amore e pace- base del vangelo e dell’insegnamento di Cristo-”. Grazie a questo stile semplice e diretto, sarà molto probabilmente Chrysostomos II a mettere insieme gli ortodossi con la chiesa di Roma.

Il momento è propizio: papa Ratzinger è un grande conoscitore e stimatore della cultura greco ellenica e gli ortodossi lo sanno.
Tanto è vero che l’Arcivescovo Metropolita della Svizzera Damaskinos fu allievo di Joseph Ratzinger, e spesso il cardinale si fermava a Ginevra ospite a casa dell’amico.

Cipro è conosciuta come l’isola della dea Afrodite, ma anche di San Barnaba e San Paolo. Un territorio strategico, al crocevia tra Europa, Medio Oriente e Africa settentrionale. Il mio programma prevede un intervista con l’ Arcivescovo e la visita del territorio occupato dalla Turchia dopo l’invasione del 1974 (circa il 40% dell’isola) in violazione dei diritti internazionali. Una situazione grave e dolorosa, irrisolta da 33 anni e le conseguenze
sono ancora oggi visibili: decine di migliaia di cittadini profughi nella loro stessa patria, centinaia di chiese distrutte e profanate,
migliaia di icone trafugate, molte delle quali vendute all’estero.
Viene spontaneo chiedersi quali siano i principi comuni dell’Europa oltre ai cinici interessi economici. Cosa unisce i paesi
membri oltre all’Euro?
Malgrado ciò, per le strade di Nicosia la vita va avanti e si respira aria di benessere.
Sua Beatitudine mi riceve in maniera informale e accogliente in un
salone del palazzo arcivescovile insieme a tutta la sua famiglia
venuta in visita da Pafos. Siamo seduti su delle poltrone con
davanti dei piccoli tavolini, la scena è tipicamente orientale. Mi
chiede cosa desidero bere. “Un bicchiere d’acqua grazie”, mi incalza simpaticamente “no, qui l’acqua è troppo cara, assaggi un
buon succo di carota”. Uno dei fratelli racconta che la loro
famiglia è unitissima a causa della prematura perdita del padre e
che fin da piccolo Sua Beatitudine giocava a fare il prete. Poco
dopo i famigliari si congedano. Ci sediamo a tavola per un
delizioso pranzo a base di zuppa di pesce, spigola al forno,
gamberetti olio e limone, verdure di stagione, il tutto innaffiato da un ottimo vino dei vigneti di proprietà anche della diocesi, il Ktima Keo bianco.

Quale sarà l’argomento chiave del suo incontro con Benedetto XVI?

“L’amore e la pace devono prevalere nel mondo di oggi. Le nostre chiese possono servire e collaborare a questo scopo”.

Il Papa non perde occasione per denunciare la forte crisi religiosa dell’ Europa. Perché questa crisi?

“Esiste una indifferenza generale causata del troppo benessere.
D’altro canto la Chiesa non sempre si è accorta dei problemi dei più poveri e deboli, spesso non è stata capace di portare il Vangelo agli uomini. Bisogna ricominciare da capo, dobbiamo rievangelizzare l’Europa”.

Che rapporto c’è tra la Chiesa di Cipro, quella di Atene e Mosca?

“Nella chiesa ortodossa tutte le chiese sono in comunione.
Abbiamo buoni rapporti con Atene, oltre al legame nazionale e della lingua, ma fuori da ogni nazionalismo. A Maggio ero in Russia.”

Cosa pensa di Benedetto XVI, come papa e come uomo. Trova che abbia una sensibilità particolare verso l’Oriente?

“E’ un discepolo di Giovanni Paolo II, il suo papato è per la continuità. Joseph Ratzinger è un intellettuale , un ottimo teologo che conosce anche la nostra teologia. E’ sempre stato un gran lavoratore per l’unità delle nostre chiese. Conosce e ama l’ortodossia ellenica, lo ha dimostrato con il suo storico viaggio a Costantinopoli. So che vorrebbe andare a Gerusalemme, lo aspettiamo a Cipro per camminare insieme sui passi di Paolo”.

Arriverà mai l’atteso incontro tra il papa e il patriarca di Mosca Alessio II?

“Sono certo che il giorno di questo incontro arriverà. Offrirò al papa, se lo desidera, la mia mediazione. Se Sua Santità lo desidera noi ci adopereremo”.

L’incontro potrebbe avvenire a Cipro?

Certamente, e perché no?

Fino a qualche anno fa parlare di unità (con le dovute differenze teologiche) sembrava un discorso impossibile. Avete capito che essere uniti è meglio per affrontare le sfide contemporanee?

“Dobbiamo lavorare molto per portare il messaggio che cristiani, ortodossi e cattolici -tutti quelli che amano Gesù Cristo- possono soffiare insieme un vento si speranza e ricreazione per il mondo”.

Sono entrata nel territorio occupato dal check point di San Dometio mostrando il passaporto. Sul mio telefonino è apparsa la scritta benvenuti in Turchia. Mi sono guardata intorno è ho notato moltissime nuove costruzioni, sedi commerciali di gruppi internazionali come Hyundai, Fiat, Elf. Vicino a chiese in rovina spuntano nuove moschee. Come vive questo problema la Chiesa di
Cipro
?

“Il problema è davanti ai nostri occhi ed è un grande dolore.
Questo nostro popolo non può più vivere nella casa dei padri. I Turchi hanno cacciato via 200,000 persone, negli anni si sono aggiunti circa 160,000 coloni. L’isola di Cipro rimane l’ultimo paese cristiano in questa zona del mediterraneo”.

Dal 2004 Cipro fa parte della famiglia Europa, quali sono stati i vantaggi?

“ Credevamo che entrando in Europa avremmo avuto garanzie e più sicurezza. Pensavamo che l’esercito turco avrebbe lasciato il territorio, in fondo anche la Turchia aspira ad entrare in Europa.
Alla fine paghiamo di più di quello che riceviamo”.

Cosa può offrire la Chiesa di Cipro ad una società “scristianizzata, relativista e laicizzata”?

“La nostra chiesa è ben organizzata per offrire l’ortodossia alla Comunità Europea. Vorremmo creare una rappresentanza al Consiglio Europeo. Non abbiamo tecnologie nè risorse minerarie, ma fede, amore e le virtù di un popolo”.

© Copyright Gente, 13 giugno 2007

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