31 maggio 2007

Video BBC: parlano Mons. Fisichella e Don Di Noto


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MONSIGNOR RINO FISICHELLA

«Vado da Santoro a difendere il Papa
La Chiesa non ha paura»


MILANO — «Cosa vuole, il fatto stesso che dopo più di un anno abbiano rispolverato questo film... C'è senz'altro il tentativo di minimizzare la presenza dei cattolici nella vita del Paese, attentare al ruolo dei sacerdoti nel tessuto quotidiano delle nostre comunità. Ma è un tentativo vano».
Monsignor Rino Fisichella, rettore e teologo della Pontifica università Lateranense, vescovo ausiliare di Roma nonché cappellano della Camera, non è tipo da lasciarsi intimorire da nulla, men che meno da Sex, crimes and the Vatican, «io l'ho visto, non si può neanche parlare di inchiesta, è un filmato pretestuoso che non sta in piedi», sospira tranquillo.

Eppure, eccellenza, non era scontato che lei accettasse di partecipare ad Annozero...

«Si parla di un tema di grande drammaticità, che coinvolge vittime innocenti, e c'è una trasmissione che a quanto pare vuole rilanciare un atto d'accusa contro la Chiesa e il Santo Padre. Così è importante denunciare le grandi falsità e i fraintendimenti in cui è caduto il film, dimostrare che su questo tema non abbiamo nulla da temere. E confermare la nostra continua e permanente solidarietà e vicinanza alle vittime».

Don Di Noto s'era appellato a Santoro perché non passasse il messaggio preti pedofili uguale pedofilia, «nessuna classe sociale ne è esente».

«È chiaro, un messaggio simile sarebbe così profondamente offensivo e falso da non poter minimamente toccare la Chiesa in quanto tale. Ma questo film è un atto d'accusa verso Benedetto XVI. E io sarò presente alla trasmissione proprio per dimostrare, testi alla mano, l'infondatezza evidente delle accuse».

Tipo la faccenda del «documento riservato » Crimen sollicitationis, l'istruzione dell'allora Sant'Uffizio che inviterebbe all'omertà e la Bbc riconduce a Ratzinger?

«Appunto, ce l'ho davanti: ha la data del 16 marzo 1962, quando Joseph Ratzinger era un giovane teologo e non c'entrava nulla. Difatti il testo porta la firma del cardinale Ottaviani. Del resto, la storia che l'istruzione inviti all'omertà è pura fantasia, il documento dice l'esatto contrario: leggendo i testi, lo dimostrerò. Non è certo l'unico esempio di falso».

Ma come se la spiega, questa inchiesta inglese?

«Tutto il film, ripeto, è pretestuoso e ostile al Papa. Non è credibile. Di certo, non è la prima volta che la Bbc tenta di far passare come inchieste dei filmati che attaccano la Chiesa cattolica. È il loro sport preferito da qualche anno a questa parte.».

Lei ha detto che andrà in studio a confutare le accuse. Teme che possano fare comunque breccia in Italia?

«Ma no. La nostra gente è perfettamente in grado di distinguere e capire dove è il bene e dove il male. Non mancherà di confermare la sua fiducia e l'affetto nei confronti dei nostri sacerdoti».
Gian Guido Vecchi

Corriere della sera, 31 maggio 2007

Il titolo del suo articolo, caro Vecchi, e' errato. Il Papa non ha bisogno di essere difeso!
Infatti Mons. Fisichella non va a difendere Benedetto XVI ma a confutare accuse false...c'e' una bella differenza
!
Raffaella


DON DI NOTO

Il Fondatore di una associazione contro la pedofilia respinge le accuse alla Chiesa

ROMA, mercoledì, 30 maggio 2007 (ZENIT.org).- Nonostante le tante proteste arrivate in RAI, andrà ugualmente in onda, giovedì 31 maggio, nel programma di Michele Santoro, “Anno Zero”, il filmato sulla pedofilia prodotto dalla BBC dal titolo “Sex crimes in the Vatican”.

Il video è stato severamente criticato in tutti i Paesi dove è stato proiettato per la morbosità e violenza dei contenuti e per la grande quantità di falsità utilizzate nell'attaccare il Vaticano.

Alla proiezione seguirà un dibattito tra gli ospiti. Tra questi ci sarà anche don Fortunato Di Noto, fondatore dell’associazione “Meter”, che da anni si occupa di lotta alla pedofilia e tutela dell’infanzia.

Intervistato da ZENIT, don Fortunato ha esclamato che “se il tentativo di contrastare la pedofilia si riduce ad una lotta ideologica contro la Chiesa cattolica siamo veramente all’anno zero”.

Il fondatore di “Meter” ha spiegato che “al di là degli aspetti drammatici della pedofilia che ha visto la responsabilità di tante persone e anche di qualche sacerdote, quello che mi auspico è che ci sia un grande equilibrio nel trattare una devianza le cui vittime sono i bambini”.
Don Fortunato ha tenuto poi a sottolineare che “se la trasmissione di 'Anno Zero' dovesse diventare un pretesto unilaterale per attaccare la Chiesa cattolica, travisando le responsabilità personali in colpe collettive, allora mi sentieri offeso, perché nella Chiesa a fronte di singoli casi di devianza, ci sono centinaia di migliaia di sacerdoti, suore, religiosi, che si spendono quotidianamente in opere di carità, per raccogliere bambini di strada, difendere l’infanzia, assistere e curare vittime della violenza, a costruire scuole e centri per dare speranza ai bambini sfruttati e abbandonati”.
“E poi non capisco – ha continuato il sacerdote – perché la pedofilia sia da imputare come un male della Chiesa cattolica. E' drammatico constatare che sono molti di più i casi che avvengono all’interno di altri gruppi religiosi, e di altre categorie sociali”.
Circa le accuse riguardanti un presunto tentativo del Vaticano di insabbiare gli abusi sessuali da parte di sacerdoti, Don Fortunato ha detto: “Respingo in maniera assoluta l’idea che la Chiesa cattolica possa aver coperto i pedofili, in quanto sono un sacerdote, fondatore e responsabile dell’associazione 'Meter', che questi mali combatte e cerca di curare, con la formula di giustizia e misericordia”.
“Un altro aspetto del fenomeno che mi risulta poco chiaro – ha aggiunto il sacerdote – è perché di fronte agli abusi sessuali, che secondo i dati forniti dall’ONU colpirebbero circa 150 milioni tra bambini e bambine, non si fanno inchieste e non si denunciano fenomeni come il turismo sessuale, come la pedopornografia, lo sfruttamento sessuale di minori”.
“Sembra quasi – ha commentato don Fortunato – che l’unico intento sia quello di colpire la Chiesa cattolica, che invece lavora da sempre per assistere e aiutare le vittime di ogni tipo di abuso, soprattutto se bambini e bambine”.

Sui fini della trasmissione di Santoro, don Fortunato ha poi aggiunto: “Mi chiedo quale sia lo scopo di trasmettere un video che è datato, che è da molti mesi disponibile su internet con i sottotitoli in italiano, e che dove è stato trasmesso ha suscitato forti critiche”.
“Inoltre – ha concluso – sono imbarazzato, perché non solo devo combattere i pedofili, ma devo anche contrastare i mezzi di comunicazione che vogliono accusare la Chiesa, a cui appartengo, di essere complice delle devianze sessuali”.

Zenit

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