29 maggio 2007

Rassegna stampa del 29 maggio 2007


(nella foto Papa Benedetto con la signora Josette Sheeran)


La Direttrice del Programma Alimentare Mondiale elogia l'impegno del Papa contro la fame

CITTA' DEL VATICANO, lunedì, 28 maggio 2007.- La signora Josette Sheeran, Direttrice Esecutiva del Programma Alimentare Mondiale delle Nazioni Unite (PAM), ha espresso lunedì in un’udienza privata la sua gratitudine a Benedetto XVI per il suo inestimabile appoggio alla causa degli affamati.

“E’ un grande onore aver potuto esprimere a Sua Santità tutta la mia gratitudine per il Suo inestimabile appoggio alla causa degli affamati”, ha commentato Sheeran, dallo scorso aprile alla guida della più grande agenzia per gli aiuti umanitari, auspicando che la collaborazione con la Chiesa Cattolica possa rafforzarsi ancora di più.

“In aree di crisi e conflitto del mondo – come in Darfur, Somalia, Ciad, i Territori Palestinesi Occupati - il nostro staff lavora spesso in condizioni drammatiche e di grande rischio, anche personale, per aiutare i più vulnerabili”, ha ricordato la Direttrice Esecutiva del PAM.

“L’autorità morale del Santo Padre e i suoi appelli nel sollecitare condizioni di pace, giustizia e sicurezza sono per noi un grande incoraggiamento. Ovunque possiamo contare sulla partnership e sull’aiuto prezioso di individui e organizzazioni cattoliche”, ha poi aggiunto.

L’incontro odierno con Papa Benedetto XVI ha fornito anche l’occasione per ringraziare il Santo Padre per aver menzionato, nel corso della sua visita pastorale in Brasile, il PAM e “Walk the World ”, la marcia mondiale contro la fame che si è svolta il 13 maggio (cfr. ZENIT, 13 maggio 2007).

Si tratta di un evento che il PAM organizza ogni anno con TNT e altri partner privati per sollecitare l’impegno per il raggiungimento del primo Obiettivo di Sviluppo del Millennio. E’ il secondo anno consecutivo che il Papa richiama questo evento.

Durante la crisi dell’estate 2006, il Vaticano ha donato due ambulanze alla Caritas libanese, spedite a Beirut dalla Base di Pronto Intervento Umanitario delle Nazioni Unite (UNHRD) di Brindisi, gestita dal PAM.

Infine, la Direttrice Esecutiva Josette Sheeran ha invitato il Papa a far visita alla Sede generale dell’agenzia, a Roma.

Subito dopo l’udienza, Sheeran ha incontrato l’Arcivescovo Dominique Mamberti, Segretario vaticano per i Rapporti con gli Stati.

Tra le organizzazioni cattoliche con cui il PAM collabora vi sono: la Caritas Internazionale che nel 2006 ha consegnato 85.000 tonnellate di cibo; il Servizio dei Gesuiti per i Rifugiati impegnato con il PAM in sei paesi dell’Africa Sub-Sahariana e in Colombia; la Comunità di Sant’Egidio e numerosissime altre organizzazioni non governative di ispirazione cattolica tra cui la tedesca Malteser Hilfsdienst, attiva con il PAM in Sudan e Myanmar.

Zenit


C’è speranza di salvezza per i bambini che muoiono senza essere stati battezzati

Parla il Segretario della Commissione Teologica Internazionale

CITTA’ DEL VATICANO, lunedì, 28 maggio 2007 - Padre Luis Ladaria, S.I., teologo e Segretario della Commissione Teologica Internazionale, ha spegato le ragioni che hanno portato questa commissione di teologi e teologhe a redigere un testo sulla speranza di salvezza per i bambini che muoiono prima di essere stati battezzati.

“La speranza di salvezza per i bimbi che muoiono senza essere stati battezzati” è il titolo dell’ultimo testo emanato dalla Commissione Teologica Internazionale, che con una visione speranzosa supera la dottrina del limbo.

Per il teologo Ladaria, professore della Pontificia Università Gregoriana, era “urgente” riflettere sulla salvezza per i bambini che al momento della morte non avevano ricevuto il battesimo, e questo motivo ha esortato la commissione vaticana ad analizzare il tema dal punto di vista del desiderio salvifico e universale di Dio e della mediazione di Cristo unico salvatore.

Secondo il sacerdote gesuita, è necessario ricordare che il limbo “è una teoria che non ha alcun fondamento esplicito nella Rivelazione” ed è un concetto che “è stato progressivamente abbandonato negli ultimi tempi”.

I teologi che durante questi ultimi anni hanno riflettuto su questo tema hanno concluso, ha spiegato Ladaria, che “dal punto di vista teologico lo sviluppo di una teologia della speranza e di un’ecclesiologia di comunione, oltre al riconoscimento della misericordia divina, mettono in discussione un’interpretazione eccessivamente restrittiva della salvezza”.

Il documento, ha raccontato in un’intervista concessa a ZENIT, conclude che “ci sono ragioni teologiche e liturgiche per motivare la speranza che i bambini morti senza battesimo possano salvarsi”.

La chiave del documento, ha ricordato il teologo, è “la speranza”, basata sulla “misericordia di Dio”.

Padre Ladaria ha detto a ZENIT che il valore di questo documento che tocca punti non solo dottrinali ma anche pastorali “non è magisteriale”, ma si tratta di un testo di “una certa autorità teologica”.

La funzione della Commissione è quella di aiutare la Santa Sede e soprattutto la Congregazione per la Dottrina della fede a esaminare questioni dottrinali di estrema importanza.

La Commissione è composta da teologi di varie scuole e Nazioni. I membri – in numero non superiore a 30 – sono nominati dal Santo Padre su proposta del Cardinale Prefetto della Congregazione e dopo aver consultato le Conferenze Episcopali.

Zenit


L’insopportabile indole del partigiano Santoro

di Turi Vasile

Il problema, a parer mio, non era se trasmettere o no il programma della Bbc dedicato ai preti pedofili; il problema era e resta a chi affidarne la presentazione. Per una serie di circostanze, l’incarico di gestirlo è toccato a Michele Santoro, tra tutti apparentemente il meno adatto. Egli è infatti condannato da sempre a mettere ad esclusivo rilievo del fenomeno in discussione il lato sporco, brutto e cattivo. Non ci stancheremo di citare come esempio un suo special dedicato al Mezzogiorno d’Italia, in cui era impossibile intravedere nel cielo plumbleo almeno un piccolo squarcio di azzurro, e il mare, che ricordavamo anche limpido e color fiordaliso, ridotto a ospitare il liquame di tutti i Paesi del Mediterraneo.

Che cosa accadrà del fenomeno perverso e orrendo che indubbiamente si manifesta, tra altri vizi e virtù, nella contraddizione drammatica della natura umana inquadrato nella struttura solita di Annozero? Aleggerà l’immagine da jena ridens di Travaglio che par godere nel denunciare i misfatti del mondo? Sopporteremo serissimi le omeriche risate di Vauro compiaciuto delle sue prodezze in schizzi? Assisteremo alla lezioncina imparata a memoria della gradevole fanciulla che tuttavia sembra una replicante senz’anima degna di Blade Runner o di Minnie la Candida di Bontempelli? E Ruotolo? Ruotolo nasconderà la sua indignazione dietro il falso disincanto dei suoi vistosi mustacchi?

Più che timori questi sono giudizi temerari. Ne chiediamo scusa e accordiamo a Santoro la massima fiducia nelle sue proclamate intenzioni di chiamare a discutere del miserabile problema tutte le parti. Qualcuno, presumiamo, chiamerà in causa la Comunione dei Santi secondo cui i meriti degli uni compensano i demeriti degli altri. Che è come dire che il cielo non è tutto plumbeo e il mare non è tutto lordura. Anche nei recessi della coscienza peccaminosa si fa strada uno spiraglio di speranza. Santoro potrebbe obiettare che egli è chiamato, o si è autocandidato, a presentare il lato oscuro del tema. La risposta potrebbe essere che non c’è buio senza luce e che il dovere del buon giornalista, come egli si dichiara, è di essere esauriente e mai parziale.
Detto ciò ci auguriamo di cuore che la prossima puntata di Annozero mortifichi i nostri pregiudizi negativi e ci dia motivo di serie riflessioni sul problema che dolorosamente affligge la coscienza generale.

Il Giornale, 28 maggio 2007


Cardinale Darío Castrillón Hoyos: il Papa favorevole alla Messa in latino

Benedetto XVI vorrebbe offrire questo “tesoro” a tutti

APARECIDA, lunedì, 28 maggio 2007 (ZENIT.org).- Il Presidente della Pontificia Commissione “Ecclesia Dei” ha confermato che Benedetto XVI “intende estendere a tutta la Chiesa latina la possibilità di celebrare la Santa Messa e i sacramenti secondo i libri liturgici promulgati dal beato Giovanni XXIII nel 1962”.

Il Cardinale Darío Castrillón Hoyos lo ha affermato il 23 maggio scorso alla V Conferenza Generale dell’Episcopato Latinoamericano e del Caribe, in corso in Brasile fino al 31 maggio.

In questo modo il Cardinale ha ulteriormente confermato quanto rivelato già da diverso tempo dai mezzi di comunicazione circa il desiderio del Papa di emanare un “Motu proprio” per semplificare il processo seguito finora dai sacerdoti intenzionati a celebrare la Messa secondo il Messale del 1962 (richiesta del permesso al Vescovo locale).

La Pontificia Commissione “Ecclesia Dei” è stata creata da Papa Giovanni Paolo II nel 1988 in seguito al gesto scismatico delle ordinazioni episcopali illegittime da parte dell’Arcivescovo Marcel Lefebvre, scomparso il 25 marzo 1991, e fondatore della Fraternità Sacerdotale San Pio X.

Il Cardinale ha spiegato che la Commissione è stata istituita quando “un notevole gruppo di sacerdoti, religiosi e fedeli che avevano mostrato il loro scontento nei confronti della riforma liturgica conciliare e si erano riuniti intorno alla leadership dell’Arcivescovo francese Lefebvre si è separato da lui perché in disaccordo con l’atto scismatico dell’ordinazione episcopale senza il necessario mandato pontificio”.

“Oggi”, ha proseguito il Cardinale Castrillón Hoyos, “la Commissione non è limitata al servizio a quei fedeli che desideravano essere in piena comunione in quell’occasione, né agli sforzi che tendono a porre fine alla dolorosa situazione scismatica e a raggiungere il ritorno alla piena comunione di quei fratelli dalla Fraternità di San Pio X”.

“E’ desiderio del Santo Padre che questo Dicastero offra i suoi servizi anche per soddisfare le giuste aspirazioni di coloro che, a causa di una particolare sensibilità – senza essere legati a nessuno dei due gruppi che ho menzionato –, desiderano mantenere viva la liturgia in latino nella celebrazione dell’Eucaristia e degli altri sacramenti”.

Porre fine allo scisma

Il Cardinale ha ad ogni modo confermato che “senza dubbio il compito più importante, che riguarda l’intera Chiesa, è cercare di porre fine all’atto scismatico e di ricostruire, senza ambiguità, una piena comunione”.

Il Cardinale Castrillón Hoyos ha ricordato che prima di essere eletto Papa il Cardinale Joseph Ratzinger ha fatto parte della Commissione.

“[Il Santo Padre] auspica che la Commissione diventi un’organizzazione della Santa Sede con lo scopo particolare e nitido di conservare e mantenere il valore della liturgia tradizionale latina”, ha detto il Cardinale Castrillón Hoyos. “Ma si dovrebbe affermare chiaramente che questo non significa fare un passo indietro, un ritorno ai tempi precedenti la riforma del 1970”.

“Significa, invece, una generosa offerta del Vicario di Cristo che, come espressione della sua volontà pastorale, desidera mettere a disposizione di tutta la Chiesa i tesori della liturgia latina che hanno nutrito la vita spirituale di così tante generazioni di fedeli cattolici per tanti secoli”.

“La riscoperta di questa ricchezza è unita alla non meno preziosa liturgia attuale della Chiesa”, ha aggiunto.

Coesistenza

Il settantasettenne porporato colombiano ha poi fatto riferimento alle “buone esperienze delle comunità di religiosi e di vita apostolica” che celebrano “questa liturgia in pace e serenità”, ed ha ricordato che in Brasile la diocesi di Campos, prima seguace di Lefebvre, “ora, a cinque anni di distanza, mostra buoni frutti” dopo il ritorno alla piena comunione.

“Il progetto del Santo Padre è già stato parzialmente testato a Campos, dove la coesistenza pacifica delle due forme dell’unico rito romano nella Chiesa è una splendida realtà”, ha detto.

“Speriamo che questo modello produca buoni frutti anche in altri luoghi della Chiesa in cui vivono fedeli cattolici con diverse sensibilità liturgiche”, ha aggiunto.

Fra i segnali di distensione nei rapporti con i lefebvriani, il Cardinale ha citato anche l'iniziativa di cinque sacerdoti e seminaristi, per la maggior parte appartenuti alla Fraternità Sacerdotale San Pio X, di tornare alla piena comunione con la Chiesa cattolica e di fondare a Bordeaux (Francia) l’Istituto del Buon Pastore, al fine di proporre un’esperienza di riconciliazione.

Questa nuova Società di vita apostolica di diritto pontificio, i cui statuti sono stati approvati ‘ad experimentum’ per un periodo di cinque anni, è stata eretta l’8 settembre 2005 a Roma, per volere del Pontefice.

Il Cardinale Hoyos ha poi detto che la Pontificia Commissione “Ecclesia Dei” si occupa di circa 300 sacerdoti e 200 seminaristi, così come di centinaia di migliaia di fedeli. La Società di San Pio X, ha affermato, ha quattro Vescovi, ordinati dall’Arcivescovo Lefebvre, 500 sacerdoti e circa 600.000 fedeli.

Il porporato ha infine chiesto “di pregare il Signore perché il progetto del Santo Padre possa presto diventare realtà per l’unità della Chiesa”.

Zenit

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