23 maggio 2007

Rassegna stampa del 23 maggio 2007


Vedi anche:

Un po' di chiarezza sulle infami accuse al Papa


Buongiorno a tutti :-)
Questa mattina, come era ovvio, avremo modo di leggere una marea di articoli sul famigerato video della BBC.
Ho dato un'occhiata a parecchi giornali (tranne "Repubblica", non ancora disponibile per problemi tecnici) e posso gia' osservare quanto segue: tutti i quotidiani riportano le affermazioni di Mons. Betori, ma nessuno (tranne due lodevoli eccezioni, che vedremo) si sente in dovere di andare a fondo del problema e di citare nel dettaglio il "Crimen Sollicitationis", scritto nel 1962 dal cardinale Alfredo Ottaviani ed approvato da Papa Giovanni XXIII, il motu proprio "Sacramentorum sanctitatis tutela" scritto in prima persona da Giovanni Paolo II e l'epistola "De delictis gravioribus", attuazione dello stesso motu proprio, scritta dal cardinale Ratzinger.
Se proprio si deve affrontare l'argomento facendo nomi e cognomi, come mai si omettono certi testi e se ne interpretano (in maniera distorta) altri?
Ormai la cosa va avanti da piu' di tre giorni e, come il pesce, inizia inesorabilmente a puzzare :-)
Vorrei inoltre farvi notare che da ieri e' morto avvelenato il cavallo di battaglia di certi laicisti nostrani: non si potra' piu' affermare che l'Italia e' una succursale del Vaticano, anzi! Verranno usati soldi del canone (anche i miei!) per tentare un attacco mediatico al Papa.

Raffaella


La Cei: «Sui preti pedofili non censura ma garanzie»

Monsignor Betori: «Il video è pieno di falsità, se va in onda ci vuole anche una presa di distanza»

dall’inviato GIORGIO ACQUAVIVA

— CITTÀ DEL VATICANO —

LA CHIESA e la Bbc col suo documentario su alcuni preti pedofili. Non chiediamo la censura — dice monsignor Giuseppe Betori, segretario generale della Cei — ma non possiamo accettare le «falsità». Chiediamo, dunque, una tutela di serietà professionale: «Se il documentario dovesse essere trasmesso in Italia vorremmo che ci fosse almeno una chiara presa di distanza da tutte le falsità che sembra contenere. Ne va della verità dell’informazione».
Ma quali sono i punti sui quali si appunta la critica severa della Chiesa? Innanzitutto un puro dato di cronaca: il documento vaticano "Crimen sollicitationis" (che istruiva i vescovi sul comportamento da tenere nei casi di accuse di pedofilia) è del 1962, quando Joseph Ratzinger era un semplice "don" e insegnava teologia a Bonn (poi, dal ’62 al ’65 fu "consultore teologico al Concilio, vescovo dal 1977 e solo nel 1981 divenne Prefetto per la Congregazione per la Dottrina della Fede). E dunque quel documento dell’allora Sant’Uffizio non è opera sua.
Inoltre, ci sarebbe un clamoroso errore di interpretazione per quanto riguarda la decisione vaticana (presa sì da Ratzinger) di "avocare" alla Congregazione i processi canonici nel pieno dello scandalo dei preti pedofili negli Stati Uniti. In quel caso non si trattò di "copertura", ma di garanzia di maggiore severità, sottraendo i casi alle "pressioni" del luogo in cui si sarebbero svolti i fatti. La prova: il 99 per cento dei preti per i quali è stata provata l’accusa, è stato ridotto allo stato laicale.

E MONSIGNOR Betori, nel briefing con i giornalisti dopo la prima giornata di Assemblea dei vescovi italiani, non si è sottratto ad altre domande scomode sui temi della pedofilia. Nel caso di un sacerdote di Agrigento, per esempio, che ha risarcito una vittima di episodi di pedofilia, il segretario Cei ha detto che «la Chiesa non può essere colpevole del reato commesso da una singola persona» e che in Italia è prevista la «responsabilità personale».
«Cio non significa — ha aggiunto — che siamo distanti dalle vittime e dalle loro famiglie, né che rimaniamo inerti per la prevenzione o che non indichiamo ai vescovi di perseguire coloro che incorrono in questi crimini. Siamo pronti inoltre a prestare la collaborazione alle istituzioni pubbliche», chiedendo attenzione, delicatezza e discrezione, soprattutto nella fase istruttoria, perché a volte l’accusato risulta innocente.
Sul tema degli omosessuali, Betori ha detto che la Chiesa entra in dialogo con singoli casi concreti, ma non con le aggregazioni, perché «non credo che tutti si possano identificare con le posizioni delle associazioni che ritengonodi essere rappresentative».

Quotidiano nazionale, 23 maggio 2007


CAPPON HA DECISO

La Rai compra il filmato della Bbc Insorge la Cdl

— ROMA —

VOCE di popolo: la decisione Cappon l’aveva già presa. Comunque, ieri mattina il direttore generale della Rai ha ufficializzato al consiglio di amministrazione il via libera all’acquisto del documentario della Bbc su Chiesa e pedofilia. Michele Santoro ringrazia, ma per vedere ad AnnoZero «Sex crimes and Vatican» — attualmente uno dei video più cliccati su Internet — bisogna aspettare quanto meno una settimana: serve tempo non solo per garantire quell’equilibrio nella scelta degi ospiti chiesto dal dg di viale Mazzini ma anche per approfondire alcuni aspetti «deboli» del video, come conferma lo stesso giornalista. Che, pubblicamente, assicura il suo impegno e quello degli autori «con il pubblico e con l’azienda» per «rappresentare in maniera equilibrata e autorevole tutti i punti di vista». Se i requisiti saranno rispettati, lo dirà lo stesso Cappon al Cda prima della messa in onda. «Gli abbiamo chiesto di riferire perché Santoro risponde direttamente a lui» confida Urbani, consigliere in quota Forza Italia. Ma la faccenda non si chiude qui: continua a infurirare la polemica. I consiglieri della Cdl mordono il freno facendo capire di aver subito la decisione e, come oramai raramente accade, si muovono compatti i leader dell’opposizione che urlano il loro «no» alla decisione «pilatesca» presa da Cappon. Anzi, Silvio Berlusconi assicura che Mediaset non ha nessuna intenzione di acquisire il video, smentendo quanto dichiarato da Mentana, conduttore di Matrix: «Avendo visto alcuni titoli di giornali, ho chiesto a Confalonieri se aveva intenzione di comprarlo, ma lui mi ha assicurato di no — rivela il Cavaliere — Dalle informazioni che ho, è stato molto criticato anche in Inghilterra e più che informazione quel documentario è disinformazione». Secco Casini: «Se la Bbc ha mandato in onda un documentario spazzatura non vedo perché dobbiamo imitarla». E Fini: «Di Santoro preferisco non parlare: è un personaggio che non gode minimamente della mia stima».

NEANCHE di quella dei mastelliani, per i noti motivi: così, il capo dei deputati Fabris consiglia all’Unione di chiedere i danni «che il Santoro pro-dico e anticattolico produce continuando a imperversare sulle reti pubbliche». Inutile girarci attorno: il tema fa venire fuori le diverse anime del centrosinistra. Così, da un lato ci sono i teodem (da Carra a Binetti): «Ci auguriamo che la decisione di trasmettere un brutto documentario inglese non trasformi la prossima puntata di Annozero in una manifestazione anticlericale finanziata dal canone». Dall’altro i laici come Villetti: «Impedire la trasmissione sarebbe una censura grave». Ad esacerbare gli animi, la decisione del direttore di Rai International Piero Badaloni di ridurre da quattro a una sola le puntate di Porta a Porta nel palinsesto della sua testata. «Un ridimensionamento», dice Bruno Vespa. «Scelta pluralista», la replica.
An. Co.

Quotidiano nazionale, 23 maggio 2007

Ah davvero? Il video presenta dei punti deboli? Dove? Quando? Perche'?
Raffaella


Chiesa e pedofilia, condanne e veleni

gaspare.barbiellini@quotidiano.net

Viene ritenuto un argomento duro: Chiesa e pedofilia. Le accuse alla gerarchia di tacere, coprire, fare troppo poco si rinnovano su stampa e tv.
Dica la sua senza le reticenze di un cattolico
.
Arrigo B., Milano


PERCHÉ un cattolico dovrebbe essere reticente? Karol Wojtyla, il Papa che le folle vogliono “santo subito”, alzò dura la voce contro un delitto definito anche “un tumore che può metastasizzare e uccidere il Corpo di Cristo”. Giovanni Paolo II fu severissimo nella condanna dei preti pedofili in una memorabile lettera degli anni novanta alla Conferenza episcopale degli Stati Uniti. Benedetto XVI, in un messaggio dell’ottobre scorso alla Conferenza episcopale di Irlanda, ordinava “qualsiasi misura necessaria per prevenire la possibilità che i fatti si ripetano” . E aggiungeva: “Questi crimini sono ancora più tragici quando ad abusare è un uomo di chiesa”. Molti uomini di chiesa sono colpevoli di questo enorme crimine? E’ una falsità infame. La colpa è così grave, ancor più per una religione il cui “fondatore” indica nell’infanzia l’età prediletta da Dio, che fosse pure un solo sacerdote a compiere il delitto, sarebbe già troppo. Ogni reazione ostile è quindi benvenuta. Aiuta a cacciare preti mercanti di anime dal tempio. Ma i nemici della Chiesa vogliono insinuare un velenoso sospetto generalizzato, creando una atmosfera diffidente fra i fedeli e i loro pastori. Si tende a dare grandi dimensioni al delitto di pochi singoli. In Italia infatti ci sono circa 33mila sacerdoti diocesani, 19mila religiosi dei diversi ordini monastici, cinquemila seminaristi e 100mila suore. Nel 2005 sono stati accusati di pedofilia sette sacerdoti, nel 2006 sono stati dieci. Si è sostenuto con allarmismo che il numero dei sacerdoti inquisiti in Italia sembrerebbe aumentare. Per l’esattezza tre imputati di pedofilia in più fra oltre 150mila persone che dedicano la loro esistenza alla Chiesa. Il famoso Osservatorio anti pedofilia di Fortunato Di Noto calcola che in generale i pedofili in Italia siano 400mila, cifra terribile. Dieci preti inquisiti , troppi comunque , ma un piccolo gruppo di sciagurati in mezzo a una folla di altri 400mila sciagurati. Due cittadini italiani su tre hanno fiducia nella Chiesa cattolica secondo l’Eurispes. Chi vuole erodere questa fiducia ?

Quotidiano nazionale, 23 maggio 2007


Ma il filmato della Bbc sui preti pedofili non sarà trasmesso domani da «Annozero». Santoro: verificheremo alcuni aspetti prima di proporlo (forse il 31 maggio)

La Rai acquista il video delle polemiche

Monsignor Betori: vorremmo una chiara presa di distanza da tutte le falsità contenute nel documentario

ROMA Via libera, tra le polemiche, del direttore generale della Rai Claudio Cappon all'acquisto del documentario della Bbc sui preti pedofili Sex crimes and Vatican. Il documento però non sarà trasmesso nella prossima puntata di Annozero in agenda per domani e dovrà vedere un adeguato ed «autorevole» contraddittorio nello studio di Michele Santoro.
A quanto si sa, sembra che il servizio «Sex crimes and the Vatican» realizzato nel 2006 presenti punti deboli, ovvero Santoro avrebbe ravvisato la necessità di verificare alcuni aspetti del documentario prima di proporlo al pubblico di telespettatori italiani di «Annozero».
Della scaletta comunque, chiedono i consiglieri d'amministrazione della Cdl, «il dg che se ne è assunto la responsabilità, ne parlerà prima in consiglio», come spiega Giuliano Urbani. Non ci sarà nessuna trasmissione senza il via libera del cda che è «responsabile della linea editoriale dell'azienda», promette Marco Staderini secondo il quale «la questione è troppo delicata per lasciarla all'improvvisazione». Mentre il suo collega Nino Rizzo Nervo sostiene che si tratta di «un caso virtuale». Critiche anche da Sandro Curzi, che parla di «caso inventato».
Non lo comprerà invece Mediaset, come aveva chiesto Enrico Mentana: è lo stesso Silvio Berlusconi a negare l'interesse della tv dopo averne parlato, dice, con Fedele Confalonieri. «Dalle informazioni che ho – aggiunge Berlusconi – è stato molto criticato anche in Inghilterra. Più che informazione è disinformazione».
Ma l'ipotesi di una possibile messa in onda da parte della Rai – di cui non è stata stabilita ancora nessuna scadenza ma che potrebbe avvenire giovedì 31 maggio su Raidue anche per problemi di doppiaggio – basta ad alimentare uno scontro che vede in prima fila il segretario generale della Cei Giuseppe Betori. A suo avviso infatti il documentario diffonde certamente alcuni «contenuti falsi», e se anche i vescovi non ne chiedono alcuna «censura» raccomandano che se si deciderà di trasmetterlo si prendano le distanze da tali falsità. «In caso di messa in onda vorremmo – spiega Betori – che ci fosse almeno una chiara presa di distanza da tutte le falsità che sembra contenere. Ne va della verità dell'informazione». Non a caso il direttore generale Rai ha assicurato ieri che nel contraddittorio tutte le parti dovranno essere «autorevolmente ed ampiamente rappresentate».
Per il presidente della Commissione di Vigilanza Rai Mario Landolfi «nonostante la critica presa di posizione della maggioranza del CdA in merito all'acquisto del discusso filmato della Bbc, dal direttore generale Cappon è arrivata una soluzione pilatesca che a dispetto delle migliori intenzioni consentirà a Santoro & Vauro di imbastire un processo mediatico contro la Chiesa cattolica». Contrario alla messa in onda anche il leader dell'Udc Pierfedinando Casini: «Non capisco perché se la Bbc ha mandato in onda un documentario spazzatura noi dobbiamo imitarla magari acquistandolo con i soldi della Tv pubblica», sostiene. Ma anche dalla maggioranza c'è chi, come Enzo Carra e Paola Binetti, si augurano che «la decisione della Rai di trasmettere un brutto documentario inglese non trasformi la prossima puntata di Annozero in una manifestazione anticlericale finanziata dal canone».
E Fini: «Di Santoro preferisco non parlare: è un personaggio che non gode minimamente della mia stima». Neanche di quella dei mastelliani, per i noti motivi: così, il capo dei deputati Fabris consiglia all'Unione di chiedere i danni «che il Santoro pro-dico e anticattolico produce continuando a imperversare sulle reti pubbliche». Ad esacerbare gli animi, la decisione del direttore di Rai International Piero Badaloni di ridurre da quattro a una sola le puntate di Porta a Porta nel palinsesto della sua testata. «Un ridimensionamento», dice Bruno Vespa. «Scelta pluralista», la replica.

Gazzetta del sud, 23 maggio 2007


Santoro vuole processare il Papa in diretta tv

di Gianteo Bordero - 22 maggio 2007

«Imputato Ratzinger, alzatevi». La sentenza è scritta. E non ci vuole molto a immaginare quale sia il verdetto: colpevole. Colpevole di aver tentato in tutti i modi di coprire, negli anni in cui è stato alla guida della Congregazione per la Dottrina della Fede, ex Sant'Uffizio, i preti che si sono macchiati di abusi sessuali nei confronti dei minori. La lettura del dispositivo di condanna andrà in onda, col consenso dei vertici della tv nazionale, durante una delle prossime puntate della trasmissione di Michele Santoro, Annozero.

Anche a questo spettacolo pietoso, purtroppo, ci toccherà assistere: a un processo di piazza (mediatica) nientemeno che nei confronti del Papa. E ciò la dice lunga sulla «qualità» della tv di Stato nostrana, che stipendia lautamente personaggi che tutto svolgono tranne che un servizio pubblico degno di tal nome e usano il tubo catodico per portare avanti le loro bolse battaglie ideologiche contro quelli che essi ritengono, contrariamente al sentimento del popolo sovrano, i nemici dell'umanità e della civiltà.

I fatti: da qualche giorno gira su internet, inserito nel contenitore universale di Google Video, un filmato realizzato dalla Bbc lo scorso anno e intitolato «Sex crimes and Vatican». Dura 39 minuti, e lo hanno sottotitolato in italiano quelli di Bispensiero, un sito gestito dagli amici siciliani di Beppe Grillo. La tesi del documentario, se così lo possiamo chiamare, è che Joseph Ratzinger, quando era Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, si adoperò per mettere la sordina allo scandalo dei preti pedofili, che stava emergendo in vari Paesi del mondo: Stati Uniti, Irlanda, Brasile.

Basterebbe poco per smontare questa tesi: sarebbe sufficiente aver seguito almeno un poco le vicende a cui il filmato fa riferimento per sapere che, se c'è un esponente della Chiesa che ha preso sul serio e in molti modi si è impegnato per porre fine alla piaga dei religiosi che si macchiano di reati sessuali contro i minori, questo è stato proprio il cardinale Ratzinger. Il quale si è sempre mostrato duro nei confronti dei preti pedofili e nei confronti dei vescovi che, in un modo o nell'altro cercavano di «minimizzare» gli scandali, ed è arrivato addirittura ad affermare, nei testi preparati per la Via Crucis al Colosseo del 2005: «Quanta sporcizia c'è nella Chiesa, e proprio anche tra coloro che, nel sacerdozio, dovrebbero appartenere completamente a Cristo». Allora molti commentatori furono concordi nel ritenere che queste parole si riferissero proprio alla vicenda dei preti pedofili, e nessuno, né Ratzinger né i suoi collaboratori, mai smentì questa interpretazione. Ma tant'è...

Tant'è che, nell'ottobre scorso, la Bbc ha messo insieme, in maniera posticcia, dichiarazioni e para-testimonianze di supporto alla tesi del Ratzinger copri-pedofili. Dichiarazioni e para-testimonianze che, come ricordato in questi giorni dal quotidiano Avvenire, la Conferenza Episcopale inglese sconfessò, sollecitando la tv britannica a «vergognarsi per lo standard giornalistico usato per attaccare senza motivo Benedetto XVI». Il video parla di un «documento del Vaticano che copriva gli stupratori e riduceva al silenzio le vittime degli abusi... Fu Ratzinger ad imporlo per vent'anni». Il documento vaticano in questione sarebbe la Crimen Sollicitationis, un'Istruzione emessa dal Sant'Uffizio nel 1962 (quindi ben 19 anni prima che Ratzinger assumesse la guida del dicastero vaticano, divenuto nel frattempo Congregazione per la Dottrina della Fede) allo scopo, come puntualizza ancora l'Avvenire, di «istruire i casi canonici e portare alla riduzione allo stato laicale i presbiteri coinvolti in nefandezze pedofile... L'Istruzione richiedeva il segreto del procedimento canonico per permettere ad eventuali testimoni di farsi avanti liberamente, sapendo che le loro deposizioni sarebbero state confidenziali e non esposte a pubblicità. E di conseguenza anche la parte accusata non vedesse infamato il proprio nome prima della sentenza definitiva. Insomma, un insieme di norme rigorose, che nulla aveva a che fare con la volontà di insabbiare potenziali scandali».

Ma c'è di più, perché gli autori del video prendono un altro abbaglio, e lo fanno a proposito della lettera «Ad exequendam» inviata nel 2001 da Ratzinger a tutti i vescovi e a tutti i superiori degli istituti religiosi e delle società di vita apostolica. Nel filmato si afferma che anche tale documento sancirebbe la linea dell'occultamento già contenuta, secondo il teorema sostenuto dalla Bbc, nella Crimen sollicitationis. In realtà, la lettera dell'allora Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede stabilisce che la stessa Congregazione abbia competenza diretta per i casi di abuso sessuale di un sacerdote o di un religioso ai danni di un minorenne e auspica che «non solo siano evitati del tutto i delitti più gravi, ma soprattutto che, per la santità dei chierici e dei fedeli da procurarsi anche mediante necessarie sanzioni, da parte degli ordinari e dei gerarchi ci sia una sollecita cura pastorale». Solo un pregiudizio ideologico nei confronti della Chiesa e un livore preconcetto nei confronti di Benedetto XVI possono far leggere la missiva del cardinale Ratzinger come espressione di una volontà di occultamento.

Pregiudizio e livore che evidentemente non mancano a Michele Santoro, deciso fino in fondo a mandare in onda il filmato dopo averlo comprato dalla Bbc con soldi pubblici. Pregiudizio e livore che abbondano nel sito degli amici siciliani di Beppe Grillo, in cui si possono leggere commenti di questo tipo: «Il decreto vaticano "Crimen sollecitationis" (il latino lascia a desiderare, ndr) è sufficiente ad invalidare il Concordato e tutto quello che ne sta seguendo in un crescendo da incubo. Intanto cominciamo a muoverci: per far fronte ad alcune giuste rivendicazioni del "Family day" e contemporaneamente rispettare la nostra Costituzione, raccogliamo le 50.000 firme necessarie per proporre una legge di iniziativa popolare che abolisca l'ora di religione e utilizzi i conseguenti risparmi per finanziare asili nido, "bonus" per i bebè, ed altri sostegni alle famiglie. Mobilitiamoci contro il modo truffaldino di assegnare l'otto per mille che fa arrivare al Vaticano anche i soldi di chi non glieli ha destinati. Chiediamo "l'Impeachement" della Banca a cui mandiamo l'otto per mille, lo IOR, la banca vaticana in odore di cadaveri eccellenti tipo Calvi e Sindona per non dire di quel papa che è campato 20 giorni». Meglio non aggiungere altro...

Ragion politica

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