27 aprile 2007

Rassegna stampa del 27 aprile 2007: clamoroso autogol di Strasburgo


Cari amici, benvenuti nella nostra "grana" quotidiana. Poteva essere diversamente? Certo che no! In fondo dobbiamo capire i giornali: se non potessero prendersela con la Chiesa ed il Papa, come farebbero a vendere tante copie? Cerchiamo di comprendere la stampa ed analizziamo l'ultima pseudobomba scagliata sul Vaticano: la risoluzione UE contro l'omofobia, promossa da alcuni europarlamentari italiani che pensano di usare il Parlamento europeo per le loro piccole e meschine mire politiche italiote.
C'e',pero', un piccolo particolare: la risoluzione parte da premesse assolutamente false e cioe' che la Chiesa cattolica sia omofoba.
Questa bugia, alimentata dai media, e' finita a Strasburgo, ma i risultati non sono quelli auspicati dai laicisti firmatari: nella risoluzione non si fa il nome di Bagnasco (grazie anche all'intervento del Presidente Pöttering, tedesco!), pero' e' chiaro e lampante l'intento di attaccare le gerarchie cattoliche in modo subdolo e sleale.
Tutto cio' non fa onore ne' al Parlamento europeo ne' alla politica italiana (che, ovviamente, tace per comodita') anche in considerazione del fatto che Mons. Bagnasco e' costretto a girare con la scorta a causa della interpretazione falsa e tendenziosa di alcune frasi sui DICO e la pedofilia.
Ora la politica tace, ma sono sicura che, sotto elezioni, spunteranno gli attestati di solidarieta' alla Chiesa di cui, personalmente, non sapro' che farmene...
Riflettano i media sulla loro enorme responsabilita' anche in questa incredibile faccenda!
In questo post vengono riportati alcuni articoli di commento alla risoluzione (che e' diventata, ovviamente, nelle pagine dei giornali, un provvedimento contro il Vaticano).
Piu' tardi ci sara' spazio per una bella sorpresa...un'ulteriore rivoluzione di Papa Benedetto :-))

Raffaella


Gay, tensione tra vescovi e parlamento Ue
Risoluzione sull'omofobia, c'era un emendamento anti Bagnasco. Ruini: meglio Roma

M. Antonietta Calabrò

ROMA — La Chiesa italiana e il Vaticano hanno fatto quadrato intorno al presidente della Cei, l'arcivescovo di Genova, Angelo Bagnasco, che ieri ha rischiato una censura del Parlamento europeo in un documento contro l'omofobia in cui vengono condannati «i commenti discriminatori formulati da dirigenti politici e religiosi nei confronti degli omosessuali».
Dal testo andato in votazione è stato tolto, all'ultimo momento, mercoledì sera, dopo l'intervento del Partito popolare europeo, e dello stesso presidente Pöttering, un passaggio in cui si criticava espressamente Bagnasco per alcune affermazioni a lui attribuite ma che non erano mai state da lui effettivamente pronunciate.
L'emendamento era stato proposto da tre eurodeputati italiani Vittorio Agnoletto, leader del Genoa Social forum, Giusto Catania, entrambi del Prc, e Monica Frassoni dei Verdi.
Ma il caso nuovamente ha fatto esplodere il problema di un'Unione europea fortemente «ostile» alla Chiesa cattolica. Una Chiesa che nonostante «alcune pallottole di carta», gode di un rispetto maggiore in Italia di quanto accada nelle istituzioni dell'Unione europea. Questa la valutazione del cardinale vicario di Roma, Camillo Ruini. «In Italia possiamo essere ottimisti — ha affermato — perché buona parte delle forze politiche e dell'opinione pubblica sono consapevoli dei valori degli italiani. Ma se da Roma ci spostiamo a Bruxelles o a Strasburgo la situazione è molto più chiusa. Qui, nonostante qualche pallottola di carta — ha concluso — andiamo abbastanza bene».
Anche il cardinale di Venezia, Angelo Scola, che un mese fa, il 21 marzo, festa di San Benedetto, patrono d'Europa, aveva puntato l'indice contro i continui pronunciamenti dell'europarlamento in materie eticamente sensibili, ha affermato che «le posizioni di monsignor Bagnasco sono state falsificate» e che «non c'è nessuna omofobia nella Chiesa cattolica e sarebbe quindi auspicabile che il pregiudizio nei suoi confronti finisse».
Durissima la Radio Vaticana: «E' ora di dire basta. Dirlo con il tono di monsignor Bagnasco, mite e fermo, sereno e deciso. Dire basta con fermezza e risolutezza».
L'agenzia ufficiale dei vescovi italiani, il Sir, scrive: «Ci risiamo. Proseguono, questa volta nella sede del Parlamento europeo per opera di una pattuglia di deputati comunisti e verdi, gli indecorosi attacchi al presidente della Cei, Bagnasco».
Il Sir parla anche di «argomentazioni propagandistiche e vietamente anticlericali di un pugno di facinorosi», parla di «falsificazione, disinformazione, propaganda che ancora oggi (in pieno ventunesimo secolo), si definisce "comunista"», e del rischio «che, batti e ribatti, la falsità generi odio e provochi conseguenze imprevedibili».
Lo stesso concetto espresso da Aldo Giordano, segretario generale del Consiglio delle Conferenze episcopali d'Europa (Ccee) che ieri mattina era a Roma insieme al suo presidente, il cardinale Peter Erdo, perché i vertici dei vescovi europei sono stati ricevuti in udienza da Benedetto XVI. Giordano ha dichiarato che gli attacchi a Bagnasco «non esprimono l'opinione del popolo europeo, ma provengono da minoranze ignoranti che non vogliono comprendere le cose» e che si tratta «di vecchi schemi». «Noi — ha continuato — siamo pronti a discutere con tutti sulla vita, sulla famiglia, sui diritti degli individui».
Comunque sia la vicenda è stata innescata da un'iniziativa di tre italiani. Agnoletto ha precisato che il documento approvato si riferisce a esponenti di tutte le religioni. Mario Mauro, vicepresidente del Parlamento europeo, ed Antonio Tajani, Fi, hanno sottolineato «le contraddizioni del nascente Pd che, a Roma, esprime solidarietà a Bagnasco dopo le minacce, ma a Strasburgo diventa protagonista dell'attacco durissimo al Presidente Cei».
Per Sergio Lo Giudice dell'Arcigay invece, il Parlamento europeo dà «lezioni di civiltà» a quello italiano. Franco Grillini, Ulivo, ha detto che il Parlamento europeo ha condannato anche il Family day, perché la mozione invita «tutti gli Stati membri a proporre leggi, che superino le discriminazioni sofferte da coppie dello stesso sesso». E ieri il portavoce di An Andrea Ronchi ha incontrato i promotori della manifestazione preannunciando l'adesione «laica e senza bandiere del partito».

Corriere della sera, 27 aprile 2007

Beh, era anche ora che si reagisse con forza!
Mi dispiace che l'iniziativa sia partita da un gruppo di italiani, ma almeno noi elettori abbiamo qualcosa da appuntare nel taccuino alla voce "cattivi" :-))
Noto con stupore ed incredulita' che finalmente si ammette che Mons. Bagnasco non ha mai pronunciato le frasi che gli sono state attribuite...meglio tardi che mai? Bah!

Raffaella


LA NOTA

Vaticano ed Europa Vecchi e nuovi fantasmi

di MASSIMO FRANCO

È una guerra tra fantasmi culturali contrapposti. Da una parte l'oscurantismo della Chiesa cattolica malata di «omofobia», a sentire la maggioranza di sinistra del Parlamento europeo. Dall'altra, le istituzioni di Bruxelles e Strasburgo «laiciste», «secolarizzate» e poco rispettose dei valori religiosi, secondo il Vaticano. Può sembrare un residuo della ruggine lasciata dal braccio di ferro sulla Costituzione orfana delle «radici cristiane». Ma nello scontro che ieri ha diviso S. Sede ed europarlamento si intuisce qualcosa di più profondo. La delibera contro le «discriminazioni sofferte da coppie dello stesso sesso» è vissuta dalle gerarchie come una provocazione.
La decisione di Strasburgo è nata con un occhio a quanto sta accadendo in Polonia. Ad invitare «tutti gli Stati membri a proporre leggi» che arginino il pregiudizio sono stati socialisti, liberali, verdi e sinistra: 325 «sì», 124 contrari e 150 astenuti. Ma durante la votazione, tre europarlamentari dei Verdi e del Prc hanno cercato di far approvare una mozione contro Angelo Bagnasco.
Nelle scorse settimane, sembrava che l'arcivescovo di Genova e presidente della Cei avesse accostato in modo maldestro coppie di fatto e pedofilia. Le sue parole erano state forzate; anzi, secondo il cardinale Angelo Scola, «falsificate». L'episodio di ieri ha dunque alimentato nuove tensioni.
«Il rischio è che la falsità generi odio e provochi conseguenze imprevedibili», ha scritto l'agenzia dei vescovi, il Sir. «Sono in azione ideologie sconfitte dalla storia, laiciste o comuniste». Poteva apparire una precisazione risentita, certo, ma limitata ad un episodio. L'incidente ha assunto contorni più vistosi dopo un intervento dei cardinali Camillo Ruini, vicario del Papa, e dello stesso Scola. La Chiesa cattolica, ha detto Ruini da Roma, in Italia è rispettata «perché buona parte delle forze politiche e dell'opinione pubblica sono consapevoli dei valori degli italiani. Ma se ci spostiamo a Bruxelles o a Strasburgo, la situazione è molto più chiusa».
Parlare di conflitto fra Parlamento europeo e Vaticano probabilmente è eccessivo. Ma l'incomprensione e l'insofferenza fra le istituzioni dell'Ue e le gerarchie cattoliche si ripropongono senza diaframmi e mediazioni; e su un tema di frontiera come quello delle unioni fra persone dello stesso sesso, sul quale l'Italia si sta lacerando da mesi. Il modo in cui i tre parlamentari dell'ultrasinistra hanno tentato il colpo di mano contro i vertici della Cei è destinato a lasciare un altro livido nei rapporti tra vescovi italiani e «antagonismo» al governo. Già si intravedono i primi contraccolpi di politica interna. Il silenzio dei leader di Prc e Verdi dopo il tentativo fallito di una pronuncia di Strasburgo contro Bagnasco, viene percepito come un avallo dell'iniziativa.
L'assenza di reazioni della Margherita e dei Ds può creare ulteriori malintesi. Ruini ha parlato dell'Italia come un Paese nel quale i cattolici possono «essere ottimisti». Ma rispunta implicitamente il tema della collocazione internazionale del Pd che sta nascendo dalla fusione fra centro e sinistra dell'Unione. E ritorna in modo traumatico, con un muro contro muro fra sinistre e Vaticano, via Strasburgo. Permette al centrodestra di presentarsi come difensore esclusivo della Chiesa. E l'Unione, che non può rompere con l'antagonismo estremista, rischia di favorire questa lettura: anche perché la polemica plana su un'Italia dove Bagnasco è sotto scorta da settimane, dopo le scritte minacciose apparse sui muri di alcune città.
Sui temi etici un riflesso di tensioni tra Partito democratico e sinistra.

Corriere della sera, 27 aprile 2007

Da notare questa frase:

Nelle scorse settimane, sembrava che l'arcivescovo di Genova e presidente della Cei avesse accostato in modo maldestro coppie di fatto e pedofilia. Le sue parole erano state forzate; anzi, secondo il cardinale Angelo Scola, «falsificate». L'episodio di ieri ha dunque alimentato nuove tensioni.

Ah...sembrava?


IL SENATORE UDC

Buttiglione: è vero, lì è peggio che in Italia

ROMA — «La sinistra europea ha cambiato nemico: non è più anticapitalista, perché sarebbe fuori dalla storia, ed è diventata anticattolica». La stessa cosa è successa alla sinistra italiana? «In parte sì, in parte no. In parte, temo, non ancora».
Rocco Buttiglione condivide il «meglio Roma di Strasburgo» pronunciato da Camillo Ruini dopo il sì alla risoluzione contro l'omofobia. Forse facile per lui, bocciato tre anni fa da quello stesso Parlamento quando era in corsa per la poltrona di commissario e vicepresidente dell'Unione europea.
Fatali gli furono le sue parole sull'omosessualità («penso magari che sia un peccato») e celebre il commento dell'allora ministro Tremaglia: «Ha vinto la lobby dei ********». Lobby o non lobby, Buttiglione ne è convinto: in Italia i valori cattolici sono più rispettati. E se la ragione di fondo può sembrare scontata («da noi la Chiesa è più forte, altrove è scesa a patti con la secolarizzazione») è il punto di svolta ad essere interessante: «Anche da noi — dice il senatore Udc — la Chiesa e i valori cattolici hanno rischiato di essere delegittimati. Tutto si è fermato dopo il referendum sulla fecondazione assistita.
Lì si è capito che gli italiani non seguivano l'imperante ondata di relativismo etico. E questo atteggiamento è stato pesato politicamente, elettoralmente, spingendo parte della sinistra a moderare i toni. Senza il referendum chissà dove saremmo andati a finire».

Ma cosa pensa Buttiglione del documento approvato ieri? «Inutile perché non cambia nulla, è solo dimostrativo. E strumentale: nessuno è a favore dell'omofobia ma non si può confondere l'omofobia con l'opposizione ragionata ai matrimoni omosessuali. Per carità si può essere favorevoli alle coppie gay, ma non si può escludere dal dibattito chi non la pensa così. E poi magari due paroline di condanna per le scritte contro Bagnasco...».

Corriere della sera, 27 aprile 2007

Io, caro Buttiglione, farei un'altra considerazione: chissa' dove saremmo andati a finire se non fosse stato eletto Joseph Ratzinger!
Raffaella


Con un colpo di mano Verdi e Prc ottengono l’approvazione di un documento che invita le gerarchie ecclesiastiche a condannare chi formula commenti discriminatori La sinistra scatena l’Ue contro Bagnasco Con il pretesto di denunciare l’omofobia in Polonia, al Parlamento europeo passa la mozione che attacca il capo dei vescovi italiani

di Alessandro M. Caprettini

L’occasione l’ha fornita nuovamente il governo ultraconservatore polacco guidato da uno dei gemelli Kaczynski, in procinto di varare nuove leggi volte a punire «la propaganda omosessuale nelle scuole» e che arriva a ipotizzare anche «il licenziamento» degli insegnanti «che renderanno pubblica la loro omosessualità». Ma ancora una volta, l’aula del Parlamento di Strasburgo non ha perso l’occasione di martellare oltre che Varsavia, anche le reni al Vaticano e di esaltare le «diversità» sessuali, come quasi sempre accade anche grazie all’esistenza di una fortissima lobby trasversale che ne sostiene le ragioni.

Il colpo alla Santa Sede, in realtà, poteva anche essere più diretto e maligno. Nel testo di una mozione sull’argomento - primo firmatario Giusto Catania, europarlamentare di Rifondazione, insieme con Vittorio Agnoletto (Prc) e alla verde Monica Frassoni - era infatti citato con nome e cognome il neopresidente della Conferenza episcopale italiana monsignor Angelo Bagnasco come uno degli obiettivi da colpire per le sue critiche e i suoi commenti «discriminatori» nei confronti degli omosessuali. Un attacco diretto e inconsueto, fatto partire da eurodeputati italiani di sinistra, che però ha trovato uno stop due sere fa quando, in un incontro tra i gruppi prima del voto di ieri, si è riusciti a eliminare il riferimento. «Si era arrivati ad attribuire a Bagnasco frasi mai pronunciate a proposito dell’omosessualità!» hanno protestato il vicepresidente dell’Europarlamento Mario Mauro e il capogruppo Antonio Tajani, entrambi di Forza Italia. Le loro prese di posizione hanno fatto breccia nel Ppe prima, in altri poi. Tanto che per non rischiare la bocciatura della mozione, chi l’ha presentata ha accettato di eliminare il riferimento al capo della Cei, riuscendo a mantenere così l’impianto del testo.

Che ieri mattina è stato poi votato in aula con 325 voti a favore, 124 contrari e 150 astensioni. E in cui, accanto ad esplicite richieste al governo polacco di guardarsi dal proporre e dall’adottare misure quali quelle ipotizzate dal vicepremier e ministro della Pubblica istruzione Roman Gyertich e dal suo vice Miroslaw Orzechowsky, condanna senza mezzi termini «i commenti discriminatori formulati» sull’omosessualità «da dirigenti politici e religiosi» in quanto «alimentano l’odio e la violenza». E dunque per l’Europarlamento non si tratta tanto di condannare l’eventuale discriminazione nei confronti delle diversità, ma anche i «commenti». Di fatto, le posizioni della Chiesa cattolica che in Italia ma anche in altri Paesi, esprime di questi tempi esplicitamente la sua contrarietà nei confronti di patti o Dico.

Né la tutela dell’omosessualità da parte del Parlamento europeo finisce qui: nel documento votato ieri da socialisti(Ps), verdi, comunisti (Gue/Ngl) e liberali (Alde), si invita la commissione a «promuovere azioni giudiziarie contro Stati membri in caso di violazione» dei principi anti-discriminazione previsti dalla Ue. Ancora, gli Stati facenti parte dell’Unione sono invitati decisamente a proporre leggi che riconoscano come coppie anche quelle di uno stesso sesso. E questo nel quadro di un più elevato obiettivo, costituito - come si legge sempre nella mozione - dalla «depenalizzazione mondiale dell’omosessualità» in favore della quale d’ora in poi ogni 17 maggio sarà considerato «giornata internazionale contro l’omofobia».

Sempre nel documento approvato ieri si fa infine presente come la Corte europea dei diritti dell’uomo abbia stabilito che il diritto alla libertà di riunione può essere esercitato «anche quando le opinioni sfidano la maggioranza della società». Per cui le autorità competenti di ogni Stato membro della Ue non solo sono invitate ad autorizzare i Gay pride, ma anche «a proteggere adeguatamente i partecipanti» per non contravvenire ai principi della corte.

Chiara e nitida la rottura col governo polacco ma dietro le righe è visibilissima la nuova frattura col Vaticano. Le cui conseguenze - dopo la delusione della Santa Sede per il mancato riferimento alle radici cristiane nella carta fondamentale della Ue - sono a questo punto tutte da valutare.

Il Giornale, 27 aprile 2007


La rabbia della Chiesa: «Attacchi ignoranti» Ruini: pallottole di carta

di Andrea Tornielli

«Il rischio è che, batti e ribatti, la falsità generi odio e provochi conseguenze imprevedibili. Dunque è ora di dire basta» con gli «indecorosi attacchi» al presidente della Cei Angelo Bagnasco rivolti «questa volta nella sede del Parlamento europeo per opera di una pattuglia di deputati comunisti e verdi». Coloro che attaccano l’arcivescovo rappresentano una piccola minoranza, e il travisamento delle sue parole è segno di «ignoranza». È netta la reazione del Sir, l’agenzia dei settimanali cattolici, del quotidiano della Cei «Avvenire», che insieme a Radio Vaticana e in sintonia con il Consiglio delle Conferenze episcopali d’Europa sono intervenuti sulla mozione anti-Bagnasco presentata ieri al Parlamento di Strasburgo nel corso del dibattito sull’omofobia. Mentre il predecessore di Bagnasco, il cardinale Camillo Ruini, torna a parlare di «pallottole di carta» dicendo, però, che la Chiesa cattolica gode di un rispetto maggiore in Italia di quanto accada nelle istituzioni della Ue. Tranchant il cardinale Ettore Scola: «È una cosa indegna e triste perché è il segno di un deficit di ascolto reciproco estremamente grave». Per il patriarca di Venezia, «le posizioni di monsignor Bagnasco sono state falsificate ed è auspicabile che finisca il pregiudizio nei suoi confronti. La Chiesa non è omofoba».

Anche il Vecchio Continente comunque è sembrato incamminarsi nella strada intrapresa in Messico, dove il mai sopito anticlericalismo radicale ha messo sotto accusa il Papa e il cardinale primate per aver osato intervenire contro la legge sull’aborto approvata due giorni fa. «Va bene – scrive il Sir – minimizzare e cristianamente tenere nella considerazione che meritano, cioè nessuna, le argomentazioni propagandistiche e vietamente anticlericali di un pugno di facinorosi. Va bene opporre al falso, alla falsificazione, alla disinformazione, alla propaganda che ancora oggi (in pieno ventunesimo secolo), si definisce comunista, la realtà dei fatti e delle parole. Ma il rischio – sottolinea l’agenzia – è che la falsità generi odio. Dunque è ora di dire basta». Un «basta» fatto riecheggiare anche dalla Radio Vaticana. Gli attacchi contro il presidente dei vescovi, presentati dagli europarlamentari italiani di Rifondazione comunista Agnoletto e Catania, e dei Verdi Frassoni, sono stati definiti «indecorosi».

Già il quotidiano Avvenire, sulla prima pagina di ieri, pubblicava un editoriale di intitolato «L’Europa umiliata dalla falsità. Operazioni indegne», prendendo di mira «alcune incredibili e gravissime deformazioni del pensiero sui cosiddetti Dico del presidente della Conferenza episcopale italiana. Deformazioni che erano state compiute (e amplificate) da qualche organo di stampa nostrano». «Il tentativo si esportare immondizia – non riusciamo a considerare in altro modo il deliberato spaccio di menzogne – è alla fine fallito», scrive l’autore dell’editoriale, Marco Tarquinio: «Chi è disposto a umiliare la verità, umilia anche la causa che dice di difendere e soprattutto umilia l’Europa. Ci si pensi a Strasburgo. E ci si pensi a Roma».

A denunciare l’«ignoranza» con cui sono state formulate le accuse contro Bagnasco è anche il Consiglio delle Conferenze episcopali d’Europa. Al termine dell’incontro con Benedetto XVI avvenuto ieri mattina, il segretario del Ccee, monsignor Aldo Giordano, ha detto che gli attacchi contro il presidente della Cei «esprimono una minoranza in Europa, ed esprimono anche un’incomprensione della problematica: sono segni del non voler comprendere le cose, e sono segni anche di ignoranza». «Le reazioni come quelle dei tre Europarlamentari – ha detto ancora il segretario del Ccee – non nascono da una riflessione, ma da schemi ideologici, sono influenzate da condizionamenti ideologici. Sui temi dell’etica occorre, invece, invece «un dibattito vero». «Noi – ha concluso Giordano – siamo pronti a discutere sulla vita, sulla famiglia, sui diritti degli individui. Vogliamo anche esprimere il rispetto della Chiesa, che è un rispetto totale, verso gli individui, le persone, verso le esperienze personali che le persone scelgono».

Il Giornale, 27 aprile 2007


«Deriva anticlericale che alimenta l’eversione»

di Redazione

Una mozione «pericolosa» quella sottoscritta a Strasburgo contro il presidente della Cei Angelo Bagnasco. Alza il livello dell’attenzione l’ex sottosegretario all’Interno, Alfredo Mantovano di Alleanza nazionale e ricorda come la «storia dell’eversione in Italia non conosce confini netti fra apologia della violenza, individuazione degli obiettivi, reiterazioni di attacchi verbali nei confronti di quegli obiettivi e fatti concreti e concludenti, coerenti con l’odio sparso». Dunque quando «tre parlamentari europei come Agnoletto, Catania e Frassoni sottoscrivono una mozione contro il presidente della Cei Monsignor Bagnasco e la inseriscono in un dibattito sull’omofobia a Strasburgo si pongono su una china che non è soltanto di vecchio propagandismo anticlericale» perché a quella presa di posizione si affiancano anche «scritte sui muri delle chiese realizzate per la gran parte da soggetti che ruotano attorno ad alcuni centri sociali; scritte di colore rosso, spesso con la stella a 5 punte, contenenti sempre ingiurie e minacce». Mantovano dunque si sarebbe aspettato almeno «una presa di distanza netta dai leader dei partiti dei tre: Rifondazione comunista e Verdi».
Durissimo anche il commento del capogruppo Udc alla Camera, Luca Volontè. «L’Europa è al capolinea: a Strasburgo c’è chi vuole punire i cattolici, le famiglie naturali, gli eterosessuali», dice Volontè riferendosi alla risoluzione che condanna l’omofobia delle confessioni religiose.
«C’è una potente minoranza gaia che vuole imporre l’ideologia omosessuale - denuncia Volontè -. A Strasburgo c’è chi vuole imporre legislazioni premiali per gay e lesbiche e punire cattolici, famiglia naturale ed eterosessuali. È inaccettabile».
La sinistra radicale voleva coinvolgere a sproposito il presidente della Cei, Angelo Bagnasco, accusa Francesco Giro, di Forza Italia. «Dopo aver negato in varie sedi istituzionali la propria solidarietà a monsignor Bagnasco la sinistra radicale non si smentisce ed esporta pretestuosamente una vicenda italiana, tentando di inserirla in un dibattito sull’omofobia discusso a Strasburgo e non rendendo certo un buon servizio all’immagine del nostro Paese», dice Giro. «Questa intransigenza laicista si traduce nelle scritte minacciose, che da settimane si moltiplicano sui muri, e in un crescente clima di intolleranza anticlericale. Rinnovo, assieme alla solidarietà a monsignor Bagnasco, l’invito a non sottovalutare i pericoli derivanti da tutti questi atteggiamenti intimidatori e ad abbassare i toni, soprattutto da parte di chi rappresenta i cittadini nelle più alte istituzioni come il Parlamento europeo», conclude Giro.
Anche l’azzurra Isabella Bertolini accusa la sinistra radicale di fomentare «la campagna di odio contro la Chiesa». La Bertolini chiede l’intervento immediato del governo Prodi presso «Bruxelles per scusarsi di quanto accaduto: se così non sarà, riterremo Romano Prodi e compagni corresponsabili dell’eventuale ripetersi di episodi criminosi contro monsignor Bagnasco».

Il Giornale, 27 aprile 2007


Da notare il titolo di "Repubblica": non e' la UE che attacca il Vaticano ma il Vaticano che attacca la UE :-))

Il Vaticano attacca la Ue "La Chiesa non è omofobica"

Nella mozione approvata c´era un riferimento, poi tolto, anche a mons. Bagnasco

MARCO POLITI

ROMA - Brucia alla Cei l´approvazione da parte dell´Europarlamento di una mozione anti-omofobia, che condanna «i commenti discriminatori formulati da dirigenti politici e religiosi nei confronti degli omosessuali». Sotto accusa è in primo luogo la posizione anti-gay del governo di Varsavia, nella convinzione che vi siano leader politici polacchi che hanno incitato «all´odio sulla base dell´orientamento sessuale». Ma nel testo della mozione stava per essere condannato anche il presidente della Cei, monsignor Angelo Bagnasco, per la posizione della conferenza episcopale contraria alla legalizzazione delle unioni civili. Il passaggio, proposto da tre eurodeputati italiani di Rifondazione e dei Verdi, è stato poi tolto all´ultimo momento, ma ciò nonostante da parte ecclesiastica si sono alzate proteste durissime. La Radio vaticana ha dato il là: «E´ ora di dire basta a questi attacchi. Dirlo con il tono di monsignor Bagnasco, mite e fermo, sereno e deciso. Dire basta con fermezza e risolutezza».
L´emittente ha ripreso e rilanciato un duro editoriale del Sir, l´agenzia della Cei, che ha definito indecorosi gli attacchi a Bagnasco registrati nella sede del parlamento europeo. Accusando direttamente di falso e di propaganda calunniosa i deputati di Rifondazione e dei Verdi, il Sir ha evocato il rischio che la «falsità generi odio e provochi conseguenze imprevedibili».
Bagnasco, ha scritto il Sir, parla di famiglia, vita, verità e giustizia in piena coerenza con il magistero del Papa e nella continuità della testimonianza della Chiesa in Italia. Il giornale dei vescovi, l´Avvenire, ha accusato i proponenti del testo (poi ritirato) di «gravissima deformazione» del pensiero di Bagnasco a proposito dei Dico. «Si tratta di attacchi, che vengono da una minoranza incapace di comprendere i problemi e non rispecchiano l´opinione del popolo europeo», ha dichiarato monsignor Giordano segretario generale del Consiglio delle conferenze episcopali d´Europa.
Successivamente sono intervenuti i grandi calibri. Alla televisione della Cei, Sat2000, il cardinale Scola ha commentato che «si tratta di una cosa indegna e triste», segno di un grave deficit di ascolto reciproco. Le posizioni di Bagnasco sono state falsificate. Il patriarca di Venezia ha voluto entrare nel merito della questione, esclamando che «non c´è nessuna omofobia nella Chiesa cattolica» e quindi sarebbe auspicabile che il pregiudizio nei suoi confronti finisse. Scola ha sottolineato che ogni giorno fedeli, preti e vescovi si occupano dei bisogni di tutti senza discriminazioni. E comunque, ha aggiunto, sul matrimonio e la famiglia il popolo italiano la pensa diversamente da francesi, tedeschi e inglesi. L´ex presidente della Cei, il cardinal Vicario Ruini, ha reagito con una frecciata rivolta alle maggioranze parlamentari di Strasburgo: «In Italia possiamo essere ottimisti, perché buona parte delle forze politiche e dell´opinione pubblica sono consapevoli dei valori degli italiani». Ma se da Roma ci si sposta a Bruxelles o a Strasburgo, ha soggiunto, la «situazione è molto più chiusa». Poi, scherzando ha concluso: «Qui, nonostante qualche pallottola di carta, andiamo abbastanza bene».

Repubblica, 27 aprile 2007

Politi...Politi...Politi...il Vaticano puo' reagire alle offese oppure deve ritirarsi in religioso silenzio?


LA NUOVA POLEMICA

Il documento Critica i «commenti discriminatori formulati da leader politici e religiosi verso gli omosessuali»

Ue, esplode il caso Bagnasco

GIACOMO GALEAZZI

CITTA’ DEL VATICANO
Solo all’ultimo momento è sfumata la condanna del presidente della Cei, Angelo Bagnasco, per aver citato incesto e pedofilia in un discorso pubblico contro i Dico. La plenaria del Parlamento europeo ha approvato ieri la risoluzione anti-omofobia presentata dalle sinistre ma dalla proposta iniziale è stato tolto «in extremis» il riferimento al capo dei vescovi italiani.
Gli eurodeputati condannano «i commenti discriminatori formulati da leader politici e religiosi nei confronti degli omosessuali, in quanto alimentano l’odio e la violenza» e chiedono alla «gerarchie delle rispettive organizzazioni» di condannarli. La critica esplicita a Bagnasco era contenuta in un paragrafo comune alle risoluzioni presentate dalla Sinistra Europea, dai Verdi, dai Socialisti e dai Liberali. Dopo le proteste dei Popolari, nella versione finale i quattro gruppi hanno sostituito la condanna di Bagnasco con un paragrafo generico, esteso alle autorità delle molteplici confessioni religiose. «I gruppi europei dei quali fanno parte tutti i partiti dell’Unione (tranne l’Udeur) attribuivano a Bagnasco frasi mai pronunciate a proposito dell’omosessualità - spiegano Mario Mauro, vice Presidente del Parlamento europeo e Antonio Tajani, capo delegazione dei Forza Italia a Strasburgo -.Solo all’ultimo momento la proposta delle sinistre, contenuta in testi fotocopia, è stata cancellata dal testo finale di compromesso tra le varie forze politiche».
Ma il nome di Bagnasco, tolto «in extremis» dalla risoluzione, viene reintrodotto nel dibattito pubblico proprio dalla reazione durissima della Chiesa. Un massiccio fuoco di sbarramento (Conferenza episcopale europea, agenzia Sir e quotidiano «Avvenire» della Cei, Radio Vaticana, vertici dell’episcopato) per lo «sfregio» tentato dall’Europarlamento contro il leader della Chiesa italiana.
Oltre ai media, tutto lo Stato maggiore ecclesiale si mobilita esattamente come se il nome del presidente della Cei fosse stato apertamente menzionato nella condanna e non prudentemente omesso all’ultimo. «In istituzioni europee umiliate dalle falsità, il tentativo di esportare immondizia, il deliberato spaccio di menzogne alla fine sono falliti - tuona il giornale dei vescovi anticipando l’editoriale di oggi-.Un’operazione indegna: ci si pensi a Strasburgo e ci si pensi a Roma». E, ancora, «Bagnasco è un uomo mite e rispettoso di tutti, grandi e piccini». Basta ai «pericolosi e indecorosi attacchi della sinistra anticlericale e facinorosa», insorge il Sir, l’agenzia stampa dei vescovi: «I cattolici continueranno a parlare con passione e impegno di quei grandi temi (la famiglia, la vita, la verità e la giustizia) sui quali Bagnasco ha inaugurato la sua presidenza della Cei, in piena coerenza con il magistero del Papa e nella continuità della testimonianza della Chiesa in Italia».
Il «rischio», mette in guardia il Sir, è che, «batti e ribatti, la falsità generi odio e provochi conseguenze imprevedibili». La Conferenza episcopale stigmatizza «quanto accade nella sede del Parlamento europeo per opera di una pattuglia di deputati comunisti e verdi». Va bene «opporre alla disinformazione, alla propaganda che ancora oggi (in pieno XXI secolo), si definisce comunista, la realtà dei fatti e delle parole». Però è scoccata l’«ora di dire basta». Un’offensiva condotta da «minoranze ignoranti», rincara la dose al termine dell’incontro con Benedetto XVI monsignor Aldo Giordano, segretario generale del Ccee, il consiglio delle conferenze episcopali d’Europa: «Sono attacchi che non esprimono l’opinione del popolo europeo e dietro i quali non c’è voglia di capire». E anche Radio Vaticana lancia l’appello a «dire basta con il tono di monsignor Bagnasco, mite e fermo, sereno e deciso, a dire basta con fermezza e risolutezza».
Anche il cardinale vicario Camillo Ruini scende in campo a difendere il suo successore:«La Chiesa, nonostante alcune pallottole di carta, gode di un rispetto maggiore in Italia di quanto accada nelle istituzioni Ue. A Bruxelles e Strasburgo la situazione è molto più chiusa».

La Stampa, 27 aprile 2007

Sorpresi dalla reazione della Chiesa? Beh, forse conviene ai media abituarsi ad un Vaticano che parla a voce alta, soprattutto quando si propagandano falsita'!

Nessun commento: