21 aprile 2007

Rassegna stampa del 21 aprile 2007 (limbo)


Cari amici, di seguito vengono riportati gli articoli che i quotidiani di oggi dedicano alla decisione di abolire il limbo. Successivamente ne seguiranno altri anche per capire meglio questo concetto un po' nebuloso.
Raffaella

Vedi anche:

Il cardinale Ratzinger: il limbo? Non è mai stato verita' di fede

Papa: no a limbo, bimbi tutti salvi


IL PAPA ABOLISCE UFFICIALMENTE IL LIMBO

CITTA' DEL VATICANO - Da tempo nella Chiesa nessuno credeva più al limbo, e ora è abolito ufficialmente. Nell'84, Joseph Ratzinger affermò che "personalmente" avrebbe lasciato "cadere questa che è sempre stata soltanto una ipotesi teologica". E da Papa ne ha approvato la definitiva abolizione: il limbo riflette "una visione eccessivamente restrittiva della salvezza", afferma la Commissione teologica internazionale, e la misericordia di Dio è più grande anche del peccato originale non sanato dal battesimo.

La Chiesa dunque non pensa più a quel non-luogo in cui avrebbero speso l'eternità, privati della visione di Dio, i bimbi morti senza essere stati battezzati. "La nostra conclusione - si legge nel testo di cui pubblica ampi stralci l'agenzia dei vescovi americani Cns - è che i molti fattori che abbiamo considerato (...) danno serie basi teologiche e liturgiche alla speranza che i bambini morti senza battesimo siano salvi e godano della visione beatifica".

Il documento che abolisce ufficialmente il limbo e che era alla discussione della Commissione teologica internazionale dal 2004, quando questa era presieduta dal cardinale Ratzinger, è stato sottoposto al Papa dall'attuale presidente della Commissione, il cardinale William Levada, che ha incontrato il Papa lo scorso 19 gennaio. Benedetto XVI ha approvato il testo e ne ha autorizzato la pubblicazione.

Nel documento, di 41 pagine e intitolato "La speranza di salvezza per i bimbi che muoiono senza essere battezzati", gli esperti vaticani spiegano che l'abolizione del limbo non è un fatto solo teorico bensì "un problema pastorale urgente", perché il numero dei bimbi morti senza battesimo è in aumento sia perché molti genitori non sono cattolici sia perché molti piccoli sono "vittime di aborti". Il testo presenta con chiarezza le questioni dottrinali che in passato hanno spinto i teologi a ipotizzare l'esistenza del limbo, e i motivi che consentono oggi di mettere da parte queste formulazioni, senza compromettere la fede della Chiesa. E si tratta di questioni non da poco, come la necessità del battesimo proclamata da Gesù, il concetto di peccato originale, la volontà di Dio di salvare, il valore dei sacramenti.

Mai definito come dogma dalla Chiesa e non citato nel Catechismo del '92, il limbo e' sempre più difficile da comprendere oggi quando, spiega la Commissione teologica, "la gente trova sempre più difficile accettare che Dio sia giusto e misericordioso e che gli escluda i bambini, che non hanno peccati personali, dalla felicità eterna". E "in particolare i genitori - commentano gli esperti vaticani - sperimentano dolore e senso di colpa se dubitano che i loro figli non battezzati siano con Dio". Il documento osserva che non si ha "nessuna esplicita risposta" a questo problema "dalla Scrittura e dalla tradizione".

Nel V secolo sant'Agostino concluse che i piccoli morti senza battesimo erano destinati all'inferno, dal 13.mo secolo i teologi hanno cominciato a parlare di "limbo dei bambini" come luogo dove sarebbero stati privati della visione di Dio, ma non avrebbero sofferto, perché non consapevoli di tale privazione. La Commissione sottolinea che papi e concili, nei secoli, sono stati sempre attenti a non definire il limbo come questione dottrinale lasciandolo come questione aperta. E questo, rimarca, é importante nella evoluzione dell'insegnamento.

Una "questione chiave" è quella del battesimo necessario per la salvezza, che può essere risolta considerando che "i bimbi non pongono alcun ostacolo personale nella via della grazia redentrice". "Dio - afferma il testo - può sempre dare la grazia del battesimo anche senza che sia conferito il sacramento, e questo va considerato in particolare quando il conferimento del battesimo fosse impossibile".

Ciò non nega, spiegano gli esperti, che la salvezza viene da Cristo e in qualche modo dalla Chiesa, ma richiede una più attenta comprensione di come ciò possa accadere. Il testo, che elenca anche una serie di vie attraverso le quali i bimbi morti senza battesimo sono "uniti a Cristo", ricorda il concetto biblico della "sovrabbondanza" della grazia sul peccato e che liturgicamente dal 1970 la speranza di questa salvezza è sancita nel funerale per bimbi non battezzati.

Ansa


Il Pontefice abolisce il limbo Salvi i neonati non battezzati

di Eleonora Barbieri

Il limbo dei bambini è durato ottocento anni. La Chiesa non l’aveva mai considerato un dogma, ora l’ha abbandonato per sempre. Joseph Ratzinger aveva già espresso i suoi dubbi: «Il limbo non è mai stata una verità definita di fede. Personalmente lascerei cadere questa che è sempre stata soltanto un’ipotesi teologica». Parole che compaiono nel Rapporto sulla fede scritto con Vittorio Messori nel 1984 e che tornano attuali: perché, dopo oltre tre anni di studi, la Commissione teologica internazionale ha pubblicato il documento che abolisce ufficialmente il limbo. Il testo era in discussione dal 2004, quando a presiedere la Commissione c’era il cardinale Ratzinger; il presidente attuale, il cardinale William Levada, ha incontrato il Papa lo scorso 19 gennaio: è stato allora che Benedetto XVI ha approvato il documento e ne ha autorizzato la pubblicazione.

Il limbo - spiega la Commissione - riflette «una visione eccessivamente restrittiva della salvezza»: esclude i bambini morti prima di ricevere il battesimo, mentre la misericordia di Dio è più grande anche del peccato originale: «I molti fattori che abbiamo considerato - spiegano i teologi nel testo, pubblicato in anteprima dall’agenzia dei vescovi americani Catholic news service - danno serie basi teologiche e liturgiche alla speranza che i bambini morti senza battesimo siano salvi e godano della visione beatifica».

Il concetto richiamato dai teologi è quello della «sovrabbondanza» della grazia sul peccato: «Dio può sempre dare la grazia del battesimo, anche senza che sia conferito il sacramento, e questo va considerato in particolare quando il conferimento del battesimo fosse impossibile». È la realtà contemporanea ad aver reso l’abolizione del limbo non una questione puramente dottrinale ma, piuttosto, «un problema pastorale urgente»: perché - come spiegano le quarantuno pagine del testo, intitolato La speranza di salvezza per i bimbi che muoiono senza essere battezzati - molti bambini sono figli di genitori non cattolici, mentre molti altri sono «vittime di aborti». Ad attenderli, ora, non ci sarà più il limbo, come aveva decretato nel tredicesimo secolo San Tommaso d’Aquino. Il quale, comunque, aggiungeva che i piccoli godono di «una certa beatitudine naturale». E anche Pio X, nel suo Catechismo, spiegava che, nel limbo, i bimbi «non godono di Dio, ma nemmeno soffrono; perché, avendo il peccato originale, e quello solo, non meritano il paradiso, ma neppure l’inferno e il purgatorio».

Non era d’accordo Sant’Agostino, per il quale i bambini non battezzati erano destinati all’inferno; ma, nel corso dei secoli, la posizione espressa da Papi e concili si è evoluta in una direzione meno rigida. Quella del limbo è rimasta una questione aperta, senza mai diventare dogma: tanto che, nel Catechismo del 1992, non è neppure citato. Anzi, a proposito dei bimbi morti senza battesimo, per la dottrina «la Chiesa non può che affidarli alla misericordia di Dio, come appunto fa nel rito dei funerali per loro».

Il pensiero dei teologi non va, come quello di Dante, alle anime di poeti, filosofi e grandi personaggi dell’antichità, confinati nel primo cerchio dell’abisso, nel cieco mondo di lacrime che li esclude dalla visione beatifica, ma ai piccoli e alle loro famiglie: «La gente trova sempre più difficile accettare che Dio sia giusto e misericordioso e che escluda i bambini, che non hanno peccati personali, dalla felicità eterna». E i loro genitori «sperimentano dolore e senso di colpa se dubitano che i loro figli non battezzati siano con Dio». In paradiso.

Il Giornale, 21 aprile 2007


IL SANTO PADRE DÀ IL VIA LIBERA A «UN PROBLEMA PASTORALE URGENTE»

E Ratzinger abolisce il limbo

«Anche i bambini morti senza battesimo vanno in Paradiso»

CITTÀ DEL VATICANO
GIACOMO GALEAZZI
Il Vaticano abolisce il limbo per i bimbi morti senza battesimo: «L’esclusione dei bambini innocenti dal Paradiso contraddice lo speciale amore di Cristo per i più piccoli». Un problema pastorale «urgente» perché il numero dei bimbi morti senza battesimo è in aumento, sia perché molti genitori non sono cattolici sia perché molti piccoli sono «vittime di aborti». Già nel 1984, Joseph Ratzinger rese noto di non credere al limbo, ora da papa ne ha approvato la definitiva abolizione. Il limbo «riflette una visione eccessivamente restrittiva della salvezza», stabilisce la Commissione teologica internazionale, e la «misericordia di Dio è più grande anche del peccato originale non sanato dal battesimo».
La Grazia
La Chiesa dunque non pensa più a quel non-luogo in cui avrebbero speso l’eternità, privati della visione di Dio, i bimbi morti senza essere stati battezzati. «La nostra conclusione - si legge nel documento - è che i bambini morti senza battesimo siano salvi e godano della visione beatifica». Il testo era in discussione alla Commissione teologica dal 2004, quando era il cardinale Ratzinger a presiederla. È stato l’attuale presidente, Levada a presentare al Papa il documento di quaranta pagine. Benedetto XVI ha approvato le conclusioni e ne ha autorizzato la pubblicazione. Nel testo si spiega che «la misericordia di Dio vuole che tutti gli esseri umani siano salvati» e che «la Grazia ha priorità sul peccato». I bambini morti senza battesimo, dunque, vanno in Paradiso. La questione fu oggetto di dispute antichissime. Secondo Sant’Agostino la loro sorte, malgrado non si siano macchiati di colpe personali, sarebbe l’inferno. E la dottrina nel Medioevo li collocò «tra color che son sospesi». Adesso, invece, la loro sorte entra «nel contesto del disegno salvifico universale di Dio, dell’unicità della mediazione di Cristo e della sacramentalità della Chiesa in ordine alla salvezza».
Il limbo, descritto da Dante nel quarto canto della Divina Commedia e divenuto sinonimo di condizione intermedia, è ufficialmente abolito. Finora la sorte di quelle anime, infatti, era posta dalla religione cattolica in una sorta di zona grigia, destinata a durare per l’eternità, nella quale non c’è punizione, ma nemmeno la piena gioia della presenza di Dio.
Nel regno di Dio
Questo giudizio della Chiesa col tempo ha subito un’evoluzione da una impostazione più rigorista del passato (niente battesimo, niente Paradiso) a una più possibilista (li affidiamo alla misericordia di Dio). Problema complesso, sul quale neanche Giovanni Paolo II entrò nel merito. Influirono, infatti, vari fattori, tra i quali, frasi esplicite di Gesù sulla necessità del battesimo, il senso del peccato originale, la volontà di Dio di salvare, il valore dei sacramenti.
Per secoli queste anime sono state ritenute destinate al Limbo. Questo, secondo la dottrina tradizionale, era «lo stato e il luogo» delle anime dei bambini morti prima del battesimo e prima di avere l’uso della ragione, non in grado cioè né di commettere peccati, né di avere il «Battesimo di desiderio», cioè di avere manifestato la volontà di essere battezzati. A loro non si imputano colpe, ma non essendo rinati «nell’acqua e nello Spirito Santo» hanno mantenuto il peccato originale e non possono entrare nel Regno di Dio. Allo stesso tempo, però, la giustizia divina non può infliggere punizioni a chi non ha fatto volontariamente il male. Nessun castigo, dunque. Anzi, i bambini morti senza battesimo avrebbero goduto «di una certa beatitudine naturale». «Saranno felici di partecipare largamente della bontà divina», diceva San Tommaso. Ora la soluzione di Benedetto XVI.

La Stampa, 21 aprile 2007

Per abolire un concetto teologico o pseudoteologico occorreva, appunto, un Papa teologo :-)


Il Vaticano abolisce il “limbo”

Innovazione nella dottrina della Chiesa cattolica, avallata da papa Benedetto XVI: anche i bambini che muoiano senza aver ricevuto il battesimo godono della “salvezza eterna”, perché non hanno nessuna «colpa»

CITTÀ DEL VATICANO - Il Vaticano ha deciso di abolire il “limbo” per i bambini morti senza battesimo in quanto questa visione tradizionale del concetto di limbo riflette una «visione eccessivamente restrittiva della salvezza». È quanto riporta l’agenzia cattolica americana “Catholic news service” (Cns) in un lungo servizio pubblicato oggi.
Il Cns fa riferimento alla riunione della Commissione teologica internazionale che, in un documento pubblicato oggi, afferma come dopo diversi anni di studio ci sono buone ragioni per sperare che i bambini appena nati che sono morti senza ricevere il battesimo vanno in
Paradiso.
Il numero dei bambini che muoiono senza ricevere il battesimo è in crescita, inoltre l’amore di Cristo per i più piccoli non è adeguatamente rappresentato dalla scelta di lasciare nel limbo proprio quei bambini incolpevoli di non essere stati battezzati. Queste alcune delle motivazioni contenute nel documento della Commissione teologica vaticana al quale il Pontefice ha dato la sua approvazione.
Il punto d’arrivo cui giungono gli esperti della commissione teologica è delineato con certezza: «La nostra conclusione è che i molti fattori che abbiamo considerato... danno serie basi teologiche e liturgiche alla speranza che i bambini morti senza battesimo siano salvi».

La Gazzetta del mezzogiorno, 20 aprile 2007


Limbo addio: la misericordia di Dio è più grande del peccato originale

di Daniele Lorenzi

Pubblicato il documento della Commissione teologica internazionale sull'esistenza del luogo in cui si è a lungo pensato fossero destinati i bambini morti senza battesimo. Non fu mai un dogma: ora l’ipotesi tramonta definitivamente.

Il limbo? Abolito ufficialmente, e il perché è molto semplice: riflette una “visione eccessivamente restrittiva della salvezza”. La misericordia di Dio è più grande del peccato originale non sanato dal battesimo. Dopo lunghi anni di studio, un documento della Commissione teologica internazionale accantona completamente il limbo (quel luogo indicato nella tradizione come quello nel quale trovavano accoglienza i bambini morti senza essere stati battezzati) e afferma che molti fattori danno “serie basi teologiche e liturgiche alla speranza che i bambini morti senza battesimo siano salvi e godano della visione beatifica”. Dunque, cade definitivamente quella che è sempre stato solo una ipotesi teologica, e mai ufficialmente un dogma di fede: ipotesi che nei secoli passati ha avuto enormi fortune e che oggi invece viene messa da parte in via ufficiale.

E’ stato lo stesso Benedetto XVI ad autorizzare la pubblicazione del documento di 41 pagine intitolato «La speranza di salvezza per i bimbi che muoiono senza essere battezzati» curato dalla Commissione teologica della Congregazione per la dottrina della fede incaricata di studiare la questione: un compito intrapreso nel 2004, quando al vertice della Congregazione vi era il cardinale Ratzinger, e che ora è giunta a conclusione con la presentazione del nuovo prefetto William Levada.

"La nostra conclusione - si legge nel testo anticipato in ampi stralci dall'agenzia dei vescovi americani Cns - è che i molti fattori che abbiamo considerato (...) danno serie basi teologiche e liturgiche alla speranza che i bambini morti senza battesimo siano salvi e godano della visione beatifica". Gli esperti vaticani spiegano che l'abolizione del limbo non è un fatto solo teorico bensì "un problema pastorale urgente", perché il numero dei bimbi morti senza battesimo è in aumento sia perché molti genitori non sono cattolici sia perché molti piccoli sono "vittime di aborti".Oggi, argomenta la Commissione teologica, “la gente trova sempre più difficile accettare che Dio sia giusto e misericordioso e che escluda i bambini che non hanno peccati personali dalla felicità eterna". Il documento osserva prima che non si ha "nessuna esplicita risposta" a questo problema "dalla Scrittura e dalla tradizione" e presenta poi con chiarezza le questioni dottrinali che in passato hanno spinto i teologi a ipotizzare l'esistenza del limbo, insieme ai motivi che consentono oggi di mettere da parte queste formulazioni, senza compromettere la fede della Chiesa. E si tratta di questioni non da poco, come la necessità del battesimo proclamata da Gesù, il concetto di peccato originale, la volontà di Dio di salvare, il valore dei sacramenti.

Come detto l’esistenza del limbo non era mai stato definito come dogma dalla Chiesa e il Catechismo del '92 non lo citava neppure: sempre era stata posta particolare attenzione nel lasciarlo come questione dottrinale aperta. Con rigore accademico si può affermare che il Limbo è stato per lungo tempo pensato come il luogo nel quale finivano le anime di quanti non erano dannati (non destinati cioè all’Inferno) né purificati (non destinati al Purgatorio), né avvolti dalla beatitudine, cioè in Paradiso. Nel cosiddetto “Limbo dei padri” dovevano andare persone buone e “sante” morte prima della resurrezione di Cristo, nel “Limbo dei bambini” finivano i bimbi nati senza aver avuto il tempo di essere battezzati, che perciò a causa del peccato originale non avrebbero avuto una visione di Dio ma solo una felicità derivante dalla natura.

Tale dottrina prevalse in epoca medioevale, in particolare nella Scolastica e grazie a San Tommaso (1225-1274), e costituisce un addolcimento di quanto si affermava in precedenza e di quanto sosteneva lo stesso Sant'Agostino (354-430) che collocava i bambini morti senza battesimo nell’Inferno a causa del peccato originale (per quanto condannati a «fiamme mitissime»).
Col passare del tempo e sempre di più in età moderna, la teologia ha messo in discussione il concetto di limbo come luogo dove anime innocenti che non erano state battezzate erano affidate a Dio.

Ora, la questione chiave del battesimo necessario per la salvezza è risolta con la considerazione del fatto che “i bimbi non pongono alcun ostacolo personale nella via della grazia redentrice” e che “Dio può sempre dare la grazia del battesimo anche senza che sia conferito il sacramento, e questo in particolare quando il conferimento del battesimo fosse impossibile”. Ciò se da un lato non nega, spiegano gli esperti, che la salvezza viene da Cristo e in qualche modo dalla Chiesa, dall’altro richiede comunque una più attenta comprensione di come ciò possa accadere: e le strade attraverso le quali i bimbi morti senza battesimo sono "uniti a Cristo" possono essere molteplici e ricondotte al concetto biblico della "sovrabbondanza" della grazia sul peccato: una speranza che anche dal punto di vista liturgico si esprime con il funerale dei bimbi non battezzati.

Nel limbo, al primo cerchio dell’Inferno, Dante collocava le grandi personalità dell’antichità e i Padri dell’Antico testamento, e perfino Virgilio, la guida che accompagnerà il poeta toscano fino alle porte del Paradiso. Abolito, dunque, o se preferite mai esistito. Ma nella Divina Commedia resterà per sempre.

Korazym

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