28 aprile 2007

Qualche riflessione e qualche provocazione...


Vedi anche:

Rassegna stampa del 28 aprile 2007

BOOM DI VENDITE PER "GESU' DI NAZARET"

LINEAMENTA DELLA XII ASSEMBLEA GENERALE ORDINARIA DEL SINODO DEI VESCOVI

LA RIVOLUZIONE DI RATZINGER SUL SINODO DEI VESCOVI


Un aprile tra memoria e contemporaneità

Quattro date accomunate da un autentico spirito di libertà

di Fernando Ciarrocchi

Mi è capitato di riflettere , in questi ultimi giorni del mese di aprile , su alcune date significative che si sono susseguite, ovviamente di giorno in giorno.


Sono date che ben si integrano tra memoria e contemporaneità. La prime di esse è il 16 aprile . Qualcuno si domanderà , ma cosa ricorda questa data ? Il genetliaco di Sua Santità, Papa Benedetto XVI, che ha compiuto la bella età di 80 anni. Anche se un po' in ritardo, anche noi Santità, Vi formuliamo gli auguri più cordiali e sinceri per una vita altrettanto lunga da dedicare alla salubrità e alla salvezza della Chiesa. Il Santo Padre ha ricevuto attestazioni di stima e d'affetto da ogni parte del mondo, com'è giusto che sia e si conviene ad un Capo di Stato

I nostri però sono auguri di fedeli cristiani come se fossimo figli spirituali. E' vero il Santo Padre è anche il nostro Pastore., perché prima di tutto lo è del mondo intero e dei cristiani di tutto il mondo. Dunque, ancora auguri Santità, ma soprattutto, grazie a Dio, che ci ha donato un Sommo Pastore dal raffinatissimo intelletto in cui intelligenza, cultura , sensibilità e soprattutto FEDE si fondano a tal punto da costituire un UNICUM irripetibile.

Magistrali sono le omelie che abbiamo la possibilità di ascoltare qualche volta per televisione , l'ultima in occasione della visita a Pavia, circa la figura di uno dei maggiori dottori della Chiesa, Sant'Agostino. Grazie di esistere Santità. E' fuori di ogni ombra di dubbio che il Vicario di Cristo di questo tempo che ha compreso appieno le sfide di questo particolare momento storico dominato dalla dittatura relativista, laicista e agnostica in cui ciascun individuo ritiene di potersi autogovernare anche dal punto di vista dell'esistenza. E' il periodo in cui l'uomo sta estromettendo Dio dalla sua esistenza, vita quotidiana. Dunque la Chiesa di questo tempo è impegnata su sfide culturali che implicano posizioni chiare sui valori fondamentali per nulla negoziabili. Ebbene, Papa Ratzinger ha compreso tutto questo tanto da essere definito dai vaticanisti più attenti e acuti il Papa del logs, cioè , il Papa della parola che è succeduto a Giovanni Paolo II , Papa della gestualità.

La seconda data è il 19 aprile 2007. Altro giorno legato a Sua Santità, Ratzinger. A ricordo del secondo anno di questo straordinario pontificato.Il primo biennio della Chiesa di papa Ratzinger. Nella nostra memoria è scolpito quel momento quando il protodiacono dei cardinali, Sua Eminenza, Medina Estvez, già Prefetto della Congregazione per il culto divino, dal balcone della Basilica di S.Pietro, pronunciò l'arcinota frase ecclesiastica "Habemus Papam..........., cardinalem Josph Ratzinger.........." , la folla presente in piazza San Pietro esplose in un boato di gioia e letizia. Ricordiamo tutti che Sua Santità si affacciò al balcone con la sua straordinaria semplicità ( tanto che non si era neppure cambiato totalmente d'abito, i polsini del maglione nero erano ben visibili) pronunciò quella bellissima frase "sono un umile servitore chiamato a lavorare nella vigna del Signore". Da qui il suo straordinario pontificato intriso di una ricca semplicità fondata sulla sua magnifica intelligenza, sulla sua sconfinata cultura, sulla sua immensa sensibilità culturale e umana e sulla sua FEDE immensa in Gesù Cristo, Verbo di Dio in mezzo a noi.

Appena eletto il commento unanime fu: non sarà un Papa come il predecessore dalle folle oceaniche. Ebbene le previsioni sono state ampiamente smentite. Milioni e milioni di fedeli seguono con attenzione il magistero della Chiesa comunicato da Papa Ratzinger di domenica in domenica, di documento in documento.

La terza data che dovrebbe tornare alla memoria di tutti perchè da qui è iniziata la rinascita della nostra Italia prostrata dalla dittatura e dalle nefandezze della guerra è il 18 Aprile 1948. E' il caso di dirlo, grazie a Dio, la Democrazia Cristiana ottenne oltre il 50% dei consensi, e l'Italia, guidata dal lungimirante e onesto, Alcide De Gasperi, uscì dalla precarietà facendo scelte democratiche e fondamentali, tra cui l'adesione al Patto Atlantico, quindi, via il reale timore di diventare un paese satellite dell'allora Unione Sovietica.

Nel corso della campagna elettorale del 1948, dai toni aspri e duri, il popolo italiano avvertì questo pericolo in quanto il più grande partito comunista europeo dell'epoca, quello italiano, guidato da Palmiro Togliatti, aveva in qualche modo fatto capire che con l'Unione Sovietica avrebbe potuto esserci qualcosa di più di un' alleanza Grazie a Dio ancora così non fu. E proprio per le scelte atlantiche , per la preziosissima alleanza con gli STATI UNITI D'AMERICA, cui va la nostra terna gratitudine per averci liberato e aiutato. Chissà se in quell'anno non avesse vinto la DC di De Gasperi oggi saremmo stati tra i sette paesi più avanzati nel mondo? Non è dietrologia, o revisionismo di parte, ma è storia , così come deve essere senza alcuna lettura faziosa. Altrimenti che ragione ci sarebbe di considerare l' Italia come uno dei paesi migliori del mondo in cui tutti vogliono stare , vivere e lavorare ?

Si sarà pure il paese della democrazia incompiuta ma pur sempre della democrazia che nonostante tutto e scrivo tutto, è al 95 sostanziale e il 5 % formale.
E' triste aver sentito in televisione che nel giorno del 25 aprile, il giorno dell'Italia libera e democratica, alcuni cortei , in modo fazioso hanno scandito slogan non certo civili e condivisibili.

Il 25 aprile non è la festa di questo o quel partito politico, ma è la Festa dell' Italia tutta .
E' la festa della democrazia come sistema di governo in cui il cittadino è protagonista si, ma nel rispetto di diritti e doveri, non solo di diritti , altrimenti s sconfina nell'anarchia e nel kaos: certamente per un paese definito moderno non è certo motivo di vanto o di prestigio.

Il Quotidiano.it di Ascoli Piceno


Gli ultimi saranno i primi

Odio il Papa. S'è ripreso pure Gesù

di Berlicche


Mio caro Malacoda, questo Papa sta diventando insopportabile. Sembra abbia preso alla lettera la teoria dell'ingiusto possesso, quella di cui sono convinti assertori alcuni cattolici e secondo la quale se «tutto è vostro, la vita, la morte, il presente e il futuro.», chi si è impossessato di qualcosa la detiene provvisoriamente, ma verrà il giorno della riconsegna al legittimo proprietario. E non sto a precisarti chi sia questo legittimo proprietario nelle convinzioni di Benedetto XVI, basta che tu vada avanti nella lettura del brano di Paolo di Tarso che ti ho citato, non farmi nominare il nome del Nemico a proposito, che mi innervosisco ulteriormente. Gli ultimi due esempi di questa macroscopica operazione di riappropriazione sono per noi un duro colpo, mandano in fumo un paziente lavoro di secoli, grazie al quale avevamo fatto penetrare lentamente ma inesorabilmente nella coscienza comune dei cristiani alcune idee che col cristianesimo non avevano nulla a che fare.
Per farti capire la gravità di quello che è successo parto dall'ultimo episodio, dall'ultima ripresa di possesso: sant'Agostino. È successo domenica scorsa a Pavia, un discorso che fa carta straccia di anni di convegni e pubblicazioni. Eravamo riusciti a farlo diventare di moda: il santo dell'intimità, delle confessioni, del cercare dentro se stessi, dell'autoanalisi, del cammino interiore, della spiritualità. si portava molto, soprattutto tra i laici. Si parlava tanto di lui e delle sue "Confessioni", quasi mai della sua "conversione", del suo essere in "ricerca", mai del suo aver trovato. Gli sono bastate tre righe: «Era sempre tormentato dalla questione della verità. Voleva trovare la verità. La passione per la verità è la vera parola-chiave della sua vita. E c'è ancora una peculiarità. Tutto ciò che non portava il nome di Cristo non gli bastava». Quest'ossessione per la verità mi fa impazzire, ma perché gli uomini non si accontentano di essere onesti, sinceri, coerenti. Tutto potrebbe risolversi in una spiritualissima e altissima introspezione (al resto penseremmo noi) e invece spunta sempre qualcuno che va a cercare fuori di sé quello che gli permette di essere in sé. Sono fuori di me dalla rabbia. Ma peggio ci è andata con la vicenda della ricerca storica su quel loro Gesù di Nazaret. A questo Benedetto XVI non gli basta fare il Papa, continua a fare il teologo e scrive pure libri. E sfotte: «Ognuno è libero di contraddirmi», quando è lui che ha appena finito di contraddire, e di fare a pezzi, duecento anni di metodo "storico-critico". Ha dimostrato che per usare un metodo bisogna innanzitutto conoscerne i limiti. È la stessa storia della scienza, per essere scientifici non bisogna credere che il metodo scientifico sia onnipotente, ha i suoi limiti e i suoi campi di applicazione. Insomma avevamo convinto schiere di esegeti che bisognava conoscere il Gesù storico portandoli al risultato che Gesù e storia erano due parole che mal si conciliavano e adesso questo Ratzinger ha la pretesa di «presentare il Gesù dei Vangeli come il Gesù reale, come il Gesù storico in senso vero e proprio», una «figura molto più logica e dal punto di vista storico anche più comprensibile delle ricostruzioni con le quali ci siamo dovuti confrontare negli ultimi decenni. una figura sensata e convincente». Non so se riuscirà a convincere esegeti e teologi, intanto ha già venduto centomila copie solo in Italia. Sai questa fissazione che capiscono prima gli umili. Una rovina!
Tuo affezionatissimo zio Berlicche.


Tempi num.17 del 26/04/2007

Nessun commento: